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Autore Discussione: Rocco COTRONEO. - Il Brasile fa oggi quello che la Francia ha fatto, ...  (Letto 2109 volte)
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« inserito:: Gennaio 01, 2011, 11:41:13 am »

Il Brasile fa oggi quello che la Francia ha fatto, nell'indifferenza, per oltre 20 anni...

L'ennesima sconfitta

Il caso Battisti e le tante «primule rosse» su cui l'Italia per anni ha chiuso un occhio


Quando dice di aver fatto tutto il possibile per ottenere l’estradizione di Cesare Battisti, il governo italiano non mente. Di più sarebbe stato difficile. Per quanto il caso sia sentito, non è pensabile che nel XXI secolo due Paesi democratici rompano le relazioni diplomatiche o interrompano quelle commerciali a causa di un assassino di 30 anni fa ancora in circolazione.

Si dice che il premier Berlusconi avesse già rassicurato Lula: la tua decisione non cambierà i nostri rapporti, gli avrebbe detto.
Se corrisponde al vero, si tratterebbe solo di una constatazione ragionevole. Brutto colpo, ma la vita deve andare avanti.

Soprattutto nelle relazioni con una delle grandi potenze emergenti del nuovo secolo. Quel che nell’indignazione bipartisan manca del tutto è un minimo di memoria. Quanto e come lo Stato italiano negli ultimi 30 anni si è impegnato per assicurare alla giustizia i numerosi fuggitivi all’estero? Cosa hanno fatto (o meglio non fatto) i vari governi di destra, centro e sinistra quando si sapeva che i latitanti, di ogni colore, erano ancora centinaia? E persino poco nascosti, dal Brasile al Nicaragua, dal Giappone alla Francia. Gia, la vicina Francia...

Il rispetto dovuto alla dottrina Mitterrand, tenuta in piedi dai transalpini per due decenni e considerata in Italia alla stregua di una bizzarria un po’ snob, ma niente di poi così indecente. Senza nessuno, o quasi, al governo o all’opposizione, pronto a mandare comunicati di fuoco, o a considerare «inaccettabile» quella lunga protezione a condannati per piccoli e grandi reati. Basterebbe ricordare che oggi il lontano Brasile sta applicando per il caso Battisti la stessa politica tenuta in piedi a lungo dalla Francia. E almeno a Brasilia si stanno sforzando da tre anni per dare un appoggio legale all’odiosa decisione. Per i francesi no. Era solo la «parole donnée», la parola data da Mitterrand un bel giorno, e senza nemmeno spiegare il perché.

Cesare Battisti, Delfo Zorzi, Achille Lollo, Alessio Casimirri. Tutte sconfitte per l’Italia, tutti casi lasciati correre per decenni, per lungaggini della nostra giustizia e poi per dimenticanza delle nostre autorità di governo. Fino alla tardiva scoperta dello loro esistenza, di solito sul pelo della prescrizione. Pochi sanno che quasi tutte le primule rosse del terrorismo che l’Italia non è riuscita ad ottenere con i trattati di estradizione sono già tornate nel nostro Paese. Da liberi cittadini, magari solo per un paio di settimane di vacanza. Succederà anche con Battisti, e tra una manciata di anni. Quando l’amnesia collettiva avrà sotterrato tutto un’altra volta.

Rocco Cotroneo

31 dicembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/10_dicembre_31/caso-battisti-commento-brasile-francia-dottrina-mitterand_96fc94fe-14e2-11e0-8d15-00144f02aabc.shtml
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