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Autore Discussione: JOHN FITZGERALD KENNEDY "Siamo tutti figli della vostra civiltà"  (Letto 2414 volte)
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« inserito:: Gennaio 17, 2011, 11:21:02 am »

14/1/2011

"Siamo tutti figli della vostra civiltà"

JOHN FITZGERALD KENNEDY

Dal discorso che JFK pronunciò nel 1961 in occasione dei 100 anni dell’Unità d’Italia.

Molti dei presenti non sono italiani né per sangue, né per nascita, ma ritengo che tutti noi abbiamo un grande interesse per questo anniversario.

Tutti noi, nel senso più vasto, dobbiamo qualcosa all’esperienza italiana.

E’ un fatto storico straordinario: ciò che siamo e in cui crediamo ha avuto origine in questa striscia di terra che si protende nel Mediterraneo. Tutto quello per la cui salvaguardia combattiamo oggi ha avuto origine in Italia, e prima ancora in Grecia. Perciò per me come Presidente degli Stati Uniti è un onore partecipare a questa occasione importantissima nella vita di un Paese amico, la Repubblica Italiana.

Aggiungo, ed è un altro fatto storico strano, che il nostro Paese, così importante per la civiltà occidentale, venne scoperto dall’ardita e difficile navigazione di un italiano, Cristoforo Colombo. Il nostro Paese aveva meno di un secolo quando furono poste le basi dell’Italia moderna.

L’Italia e gli Stati Uniti hanno un legame antico e uno nuovo, intrecciati inestricabilmente, nel passato, nel presente e, crediamo, nel futuro.

Il Risorgimento, da cui è nata l’Italia moderna, come la Rivoluzione americana che ha dato le origini al nostro Paese, è stato il risveglio degli ideali più radicati della civiltà occidentale: il desiderio di libertà e di difesa dei diritti individuali.

Lo Stato esiste per proteggere questi diritti, che non ci vengono grazie alla generosità dello Stato. Questo concetto, le cui origini risalgono alla Grecia e all’Italia, è stato, secondo me, uno dei fattori più importanti nello sviluppo del nostro Paese.

E’ fonte di soddisfazione per noi sapere che coloro che hanno costruito l’Italia moderna siano stati in parte ispirati dalla nostra esperienza, così come noi prima eravamo stati in parte ispirati dalla vecchia Italia. Per quanto l’Italia moderna abbia solo un secolo di vita, la cultura e la storia della penisola italiana vanno indietro di oltre duemila anni. La civiltà occidentale come la conosciamo oggi, le cui tradizioni e valori spirituali hanno dato grande significato alla vita occidentale in Europa dell’Ovest e nella comunità Atlantica, è nata sulle rive del Tevere.

A questo ruolo storico della civiltà italiana dobbiamo aggiungere il contributo di milioni di italiani che sono venuti nel nostro Paese ha rafforzarlo, a farne la loro casa e diventarne cittadini di valore.

Questi legami antichi tra il popolo dell’Italia e degli Usa non sono mai stati più forti di quanto lo sono oggi, né sono mai stati in maggiore pericolo. La storia dell’Italia post-bellica è una storia di determinazione e coraggio nell’affrontare una missione grande e difficile. Il popolo italiano ha ricostruito un’economia e una nazione distrutti dalla guerra, e ha svolto un ruolo vitale nello sviluppo dell’integrazione economica dell’Europa Occidentale.

E’ certamente l’esperienza più incoraggiante del dopoguerra: l’Italia ha migliorato il benessere del suo popolo, portandogli la speranza per una vita migliore e giocando un ruolo significativo nella difesa dell’Occidente.

Nel grande anniversario del 1961 vediamo che ancora una volta forze nuove e potenti tornano a sfidare le idee su cui si fondano sia l’Italia che gli Stati Uniti. Se dobbiamo affrontare questa nuova sfida, dobbiamo mostrare ai nostri popoli e al mondo che ci guarda, che chi è disposto ad agire nella tradizione di Mazzini, Cavour e Garibaldi, come di Lincoln e Washington, può portare agli uomini una vita più ricca e più piena.

Questo è l’obiettivo del nuovo Risorgimento, un nuovo risveglio delle aspirazioni più antiche dell’essere umano per la libertà e il progresso, e la fiaccola accesa nell’antica Torino un secolo fa guida la lotta degli uomini dovunque: in Italia, negli Stati Uniti, in tutto il mondo intorno a noi.

http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8294&ID_sezione=&sezione=
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