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Autore Discussione: Scontri etnici, «coprifuoco» in via Padova  (Letto 2100 volte)
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« inserito:: Marzo 16, 2010, 04:14:10 pm »

Il «Pacchetto sicurezza» del Comune dopo i disordini.

L'ok di Maroni. Venerdì le ordinanze

Scontri etnici, «coprifuoco» in via Padova

Chiusura anticipata per locali e centri massaggi.

Giro di vite anche sugli affitti irregolari


MILANO - In via Padova scatta il coprifuoco per i negozi «sospetti». Take away e phone center chiuderanno entro le 22, mentre i centri massaggi dovranno spegnere le insegne ancora prima, alle 20. Notte più corta anche per le discoteche: saracinesche abbassate due ore prima. A un mese di distanza dalla rivolta etnica scoppiata dopo l’omicidio di un giovane egiziano — era il 13 febbraio — arriva la risposta del Comune. Venerdì il sindaco Letizia Moratti firmerà le due nuove ordinanze che si applicheranno solo in via Padova e negli immediati dintorni. Ieri è arrivato l’ultimo via libera dal ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Si è detto favorevolissimo a tutto quello che può essere fatto», ha assicurato la Moratti che nel merito si è limitata a confermare che il giro di vite sugli orari colpirà «i negozi, i circoli e anche le discoteche». L’unico ostacolo, a questo punto, è il timore di eventuali ricorsi amministrativi. «Ma prima di qualsiasi provvedimento faremo tutte le verifiche di legittimità», aveva garantito il vicesindaco Riccardo De Corato alle prime voci di nuove ordinanze in arrivo. I documenti che il sindaco firmerà dovrebbero essere almeno due.

Oltre al «coprifuoco» per le attività commerciali gestite in larghissima maggioranza da stranieri, il giro di vite colpirà anche gli affitti in nero. In pratica per i proprietari di immobili scatterà l’obbligo di depositare i contratti di locazione o di comodato d'uso al comando dei vigili. I trasgressori saranno puniti con una multa da 500 euro e partirà la denuncia in caso di irregolarità o reati. Una richiesta arrivata sul tavolo di sindaco e prefetto dai consiglieri d’opposizione e «adottata» poi dall’amministrazione. A caldo, dopo gli scontri, le polemiche e le proteste dei commercianti italiani, spuntò un’altra proposta-choc: obbligare gli amministratori a segnalare alla polizia locale «fatti anomali» all’interno degli stabili. Ipotesi che però, al momento, sembra accantonata. Gli amministratori di condominio non dovranno trasformarsi in spie.

Sabato scorso nel quartiere è arrivata la Lega. Il Carroccio ha aperto una sezione a poche decine di metri dall’epicentro della rivolta, una «ridotta padana» nel quartiere multietnico. «Il sindaco venga qui, passi meno tempo a Palazzo Marino e di più nelle periferie difficili», l’invito degli uomini di Bossi alla Moratti nell’arringa tenuta al piccolo popolo riunito davanti all’avamposto lumbard nella terra di frontiera. Lei, il sindaco, in via Padova era arrivata giusto giovedì scorso. In visita a una bocciofila, uno dei ritrovi storici del quartiere. «Questa non è una banlieue, non è il Bronx. È un quartiere difficile, ma pieno di risorse positive», aveva detto agli anziani della bocciofila. Quarantotto associazioni, una rete fittissima di volontariato e non profit. Il Comune ha fatto partire una campagna d’ascolto. «A fine mese, il primo bilancio».

Andrea Senesi

16 marzo 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
da corriere.it
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