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« inserito:: Marzo 07, 2010, 06:54:21 pm » |
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L'INTERVISTA
La parità secondo Littizzetto "Una incapace al comando"
Par condicio e tv, la comicità e il rapporto col cinema, la famiglia: l'attrice si racconta.
"Fazio", spiega la comica. "è una spalla ideale: è serio e fa ridere"
di SILVIA FUMAROLA
ROMA - Vorrebbe essere una mosca, o meglio, un granello di polvere, per sentire cosa dice Renata Polverini "perché è come se la sentissi, povera donna: "Se fossi andata io a presentare le liste...". Perché è il nostro destino, le cose dobbiamo farcele da sole, mai delegare". Luciana Littizzetto, cagnolina Gigia al seguito ("è grande come un topo e ha il naso di Depardieu, l'ho trovata sull'autostrada") viaggia verso Milano per raggiungere Victoria Cabello, sarà la prima ospite di Victoria Victoria (martedì su La7), spopola al cinema con Genitori & figli- Agitare bene prima dell'uso di Giovanni Veronesi, in cui è una madre nevrotica e fa molto ridere "ma io non sono così. Però con i miei figli sono severa, le regole ci vogliono".
Luciana, severa lei. "Sì, anche se mio figlio ha dodici anni, è molto simpatico e mi dà fastidio controllare il diario coi compiti. Ma prende una nota al giorno, ha una creatività sorprendente nel fare idiozie e devo farlo. Quando lo punisco e non lo mando alle feste viene in pellegrinaggio: "Come fanno senza di me che li faccio ridere?". Mi rivedo in lui".
Prendeva le note? "No. Facevo ridere i miei compagni".
Somiglia alla madre del film di Veronesi? "No, lei vorrebbe essere tutto: madre moglie caposala amante, fa tutto male. Veronesi ha una sensibilità femminile, leggendo la sceneggiatura sono rimasta colpita dai dialoghi. La scena in cui le spiego che non può fare l'amore perché è troppo piccola, Giovanni me l'ha fatta girare 13 volte. Però abbiamo improvvisato, che soddisfazione".
Per un'attrice abituata alla tv cosa significa fare cinema?
"Una boccata d'ossigeno. È un altro tipo di linguaggio e poi mi piace perché non sei tu che te la canti e te la suoni".
Ha girato per la Rai "Fuori classe" in cui interpreta una professoressa. "La fiction è ancora un'altra cosa. La serie andrà in onda a ottobre, questa estate giriamo le ultime 4 puntate, mi piace perché racconta la scuola pubblica, con le frustrazione dei professori. Ho insegnato, so di che parliamo: è un mestiere complicato, una forma di genitorialità diversa; i risultati non li vedi, forse quello che hai insegnato servirà ai ragazzi dopo, quando li avrai persi di vista".
La par condicio ha spento la politica in tv. Anche la comicità? "Hanno paura di tutto, perché la comicità si mescola con la satira e li terrorizza. È paradossale quello che è successo a Ballarò, a Santoro, a Porta a porta. I politici hanno paura dei giornalisti e non capiscono che sono loro i peggior nemici di se stessi. Se non discuti di politica prima delle elezioni, quando lo fai? La gente è disamorata, se Floris, Santoro, Vespa, hanno creato affezione e attenzione sui temi politici, perché interrompere le trasmissioni? È tutto senza senso".
Lei che farà? "Parlo di politica lo stesso, il diritto di satira è consentito ma con quello che succede, cosa si può dire di più? Il vero cabaret sono loro: Zelig a Montecitorio manca solo l'orchestra".
Non le piacerebbe una trasmissione tutta sua? "Non sarei capace, il mio modo di far ridere è distruttivo: in uno show se parti distruggendo hai finito prima di cominciare. Io funziono meglio se c'è l'ufficialità, con un partner come Fazio o Baudo, o se la distruzione è dichiarata, con la Gialappa's. Non so cantare e ballare, non sono Fiorello, che è eclettico".
Però che coppia, Fiorello & Littizzetto... "Lui diventerebbe la cosa che dovrei distruggere. La stessa Clerici mi aveva chiesto di affiancarla a Sanremo, ma che andavo a fare? Mi è simpatica e rappresenta l'Italia solida, tradizionale che non voglio rovinare".
Però a "Che tempo che fa" si è infilata in un bicchiere e ha fatto il Pirlesque, prendendo in giro il Burlesque di Dita von Teese. "Ma come la giri la giri, sempre nuda resta. La faccia di Fazio, quanto gli voglio bene, era fantastica. È la mia spalla ideale".
Luciana, arriva la Festa delle donne. Meno mimose e più... "Più chiodi piantanti nel muro, più lavoretti in casa, a me delle mimose non me ne frega niente ma fissatemi una mensola".
Ha ancora senso l'8 marzo? "Ha senso perché la parità non c'è, le donne fanno una gran fatica perché gli venga riconosciuto che sono più brave. Gli uomini, invece, anche quelli ai vertici, sono per la maggior parte incapaci. Quando ci saranno donne incapaci nei posti importanti avremo raggiunto la parità. Siamo nelle mani degli uomini che fanno disastri. Pensi alla povera Polverini".
Ancora. "Ma sì, l'unica cosa che non ha fatto lei, e guardi in che guaio è finita. Per non parlare di Berlusconi, pensi come gli girano".
© Riproduzione riservata (05 marzo 2010) da repubblica.it
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