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« inserito:: Novembre 25, 2009, 03:35:51 pm » |
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La rivolta dei poeti: «Berlusconi, giù le mani dalla democrazia»
di Pietro Spataro
Tanto, dicono, sopravviene rapido e crudo l’oblio». È un verso della poesia di Roberto Roversi che pubblichiamo qui accanto. Una delle tante che compongono questa «antologia della ribellione » che gira sull’on line da qualche giorno e sta suscitando grande interesse.Unastranezza nell’Italia di oggi. Trenta poeti (giovani e vecchi, del Nord e del Sud) si mettono al lavoro e scrivono versi per protesta: contro la minaccia incostituzionale di Berlusconi, per difendere il valore della resistenza e della memoria. Sembrava un’impresa impossibile. Quando Davide Nota, che è un giovane poeta di ventotto anni pieno di passione, ha cominciato a telefonare a noi più anziani, in pochi avremmo scommesso sulla riuscita. Pensavamo a Pasolini e misuravamo la distanza tra il suo grido e questa «Italia rotta» di oggi. Racconta Davide: «Tutto è cominciato quando Berlusconi ha proposto di cambiare nome alla Festa della Liberazione. Ne abbiamo parlato io e Gianni D’Elia e all’inizio si pensava a una cosa così, duepoesie contro l’oblio». Poi invece le poesie sono diventate di più: per la precisione quarantadue. I poeti sono trenta e sono diversi tra loro: ci sono i «grandi vecchi » come Roberto Roversi, quelli della generazione di mezzo come Gianni D’Elia, Maurizio Cucchi e Franco Buffoni. Ma poi soprattutto ci sono tantissimi giovani: quelli che sono lanuova generazione che esprimeforse la rabbia più fresca e battagliera. Questa antologia insomma è un altro segno che qualcosa si muove nel mondo della cultura. «Si tratta di una rivolta della coscienza - spiega Gianni D’Elia - Assistiamo a un attacco al diritto che fa spavento. È ilmomentodi farecomediceva Dante: “Così gridai con la faccia levata”. Nonpossiamo permettere che la cultura sia travolta dalla tv». Aggiunge Franco Buffoni: «Cerchiamo di far sentire un fiato civile in un’epoca di disinteresse. Siamo noi i veri liberali, mica loro».
Nata per difendere la Costituzione e i valori dell’antifascismo la raccolta strada facendo ha assunto anche un taglio diverso. È diventata il grido di dolore contro la decadenza dell’Italia. «Un tentativo di resistenza contro l’orrore che abbiamo attorno - dice Maria Grazia Calandrone - Abbiamo il dovere di batterci contro questa catastrofe, cominciando dalla scuola che deve fornire gli strumenti per capire. Siamo circondati da una cultura della paura e del sospetto che fa venire i brividi». Aggiunge Flavio Santi: «Questa destra è pericolosa. Noi tentiamo di scalfire il muro di silenzio. I poeti ci sono ancora, questo vogliamo dire: per fermare l’omologazione per cui tutto va bene e tutto è uguale». È la prima volta forse nella storia d’Italia che trenta poeti si mettono insieme per gridare più forte. L’antologia sta girando nei vari social metwork, appare su alcuni siti importanti (Micromega, Reset italia, Nazione Indiana e daoggi anche sul sito dell’Unità). È una piccola cosa, ma spesso dalle piccole cose viene il meglio. È un modo per dire no a quello che Leopardi chiamava «il servilismo verso l’imperio dell’autorità». E oggi purtroppo in giro se ne vede un bel po’. Servirà? Direbbe Franco Fortini: «La poesia / non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi».
Un appunto in prosa di poesia Roberto Roversi
Largisce pace la pace e la guerra di guerra risuona. La guerra dice la pace fiacca e induce all’ozio l’uomo calcolatore. La guerra dice che la guerra è inevitabile furore e il grido degli uomini in battaglia strappa nel cielo penne e penne agli angeli peccatori. Tanto, dicono, sopravviene rapido e crudo l’oblio con mazza e scudo a scalciare il sudario dei ricordi che hanno acidula voce e sono bagnati nel fiume di sangue degli anni (senza pietà) Ma i pensieri di ferro rovente non sono la rana buttata in un fosso sperduto. Il furore a Cassino Varsavia Stalingrado Dresda Coventry Berlino tutta Italia spianata porte d’inferno aperte ogni giornata. Calpestare l’oblio il viaggio dei ricordi non è mai finito là c’ero anch’io.
Golpe sottile Giuliano Scabia
Si aggira nelle menti, nei media, un golpe sottile, un assopimento spettacolare indotto da paura e dissolversi delle visioni. L’ora è venuta di lasciare il novecento con le sue catastrofi e bellezze, ma dicendo: siamo orgogliosi di ciò che fu fatto per il bene, non lo rinneghiamo: voi, col vostro Gran Porcone e le sue Madonne velinose andate pure alle glorie delle falsate storie. Dignità e valore è libertà, durezza e verità, amore delle città, non tresca, non truffa, non menzogna. Ciò che bisogna adesso è: SVEGLIA ITALIA! Scrollati dal fango che t’ammalia!
Nella piatta illusione del tempo Maurizio Cucchi
Nella piatta illusione del tempo, Nella comunità precaria Dei morti e dei vivi, Non si cancella l'offesa, non si modifica Il senso della storia. Nel presente Totale la vittima E l'assassino conservano Espressioni diverse, facce Opposte: il nero Resta nero e la storia Non lo stinge, non lo sbiadisce. Mai.
La Liberazione Gianni D’Elia
Sciagurata sineddoche d’Italia, la parte per il tutto del peggiore carattere affarista, Smisuralia d’iniquo e ingiusto, sovrano e signore. Italiano del Duemila, tutta aria di denaro e potere, il solo amore, bassa statura, che animo non varia, di riccastro ed impresario in calore. Insigne erede di sozza fazione, ossessa forza, che il Paese caria dagli schermi e dai fogli del padrone, liberaci di te, ci manca l’aria. Per quanto studi per l’eterna azione cammini già la tua vita mortuaria, sei già nel tuo pacchiano Partenone, sciagurato diffuso in terra ed aria. S’aspetta che tu vada, odioso clone, Primo, Secondo e Terzo Berluscone, tu, già fuori della Costituzione, contro i cives e la Costituzione, tu e la tua burlesca Liberazione!
Credono di essere il paese Lina Salvi
Credono di essere il paese, ma sono fuori dallo Stato, appiccando il fuoco con viso coperto, a tradimento, alle baracche di quei nomadi, che con un euro comprano tre mattoni per una casa nel loro paese, i nostri sono scappati incuranti, nelle auto ritoccate, i bambini a decine chiedono notizie dei loro compagni, perplessi, in un’altra storia.
Altra preghiera Pietro Spataro
Liberaci dal vuoto del potere dall'ideologico concorrere violento dai tribunali di partito, dall'erosione del libero discorrere degli uomini allontanaci dalle urla di governo dagli elenchi fraudolenti dei nemici dall'odio che scava a fondo e lascia lungo la via un'aspra solitudine forma essiccata del pensiero decadenza inarrestabile, inquietudine
Soprattutto e con ogni forza Raimondo Iemma
Metto in comune un bicchiere. Sorrido a uno sconosciuto cerco altre parole telefono a un amico di cui da tempo non ho notizie riconosco la voce di sua madre. Quanto più sgomenta la sofferenza di ogni uomo per la ferocia dei suoi pari quanto più subdolo diventa il nuovo vocabolario di inchiostro bianco cenere non smetterò di credere nella felicità e nel domani nell'idea che queste due parole abbiano tanti significati quanti sono gli uomini. Soprattutto e con ogni forza non cederò alla tentazione di opporre disprezzo al disprezzo nonostante tutto vorrò praticare il coraggio e l'amore. Ho voglia di stare al mondo e lottare.
Aprile Davide Nota
Se ne vanno, la notte, silenziosi, in lenta carovana, gli occhi al suolo, i morti che di noi ancora sono morti e se ne vanno silenziosi. Il vento tra le foglie del castagno, il passo tra le felci, il legno franto, il canto delle rane nello stagno, il pianto scivoloso del canale… Scompaiono, di notte. Torneranno come le pietre che la terra inuma? Sapere i loro segni che consuma la pioggia non ci basta a ricordare che vivi ci sognarono e son morti.
25 novembre 2009 da unita.it
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