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Autore Discussione: Cossiga compie 80 anni 'Csm braccio armato Anm'  (Letto 3240 volte)
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« inserito:: Luglio 27, 2008, 12:11:04 am »

2008-07-26 17:31

Cossiga compie 80 anni 'Csm braccio armato Anm'


ROMA - "Non mi piace il lodo Alfano e non l'avrei votato. Inoltre, con gli emendamenti che hanno portato hanno accresciuto il potere dei giudici in modo inenarrabile, perché adesso sono loro a decidere chi processare o meno, chi processare prima o dopo". Lo ha detto Francesco Cossiga, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, in una lunga intervista a Sky Tg24.

In questa circostanza, continua il presidente emerito della Repubblica, "il Csm è il braccio armato, il killer dell'Associazione nazionale magistrati". Quanto all'operato del governo Berlusconi, Cossiga afferma: "Non sono d'accordo sulla limitazione alle misure di sicurezza del problema dell'immigrazione che è molto più grosso. Dobbiamo comprendere che il fenomeno dell'immigrazione è ormai inarrestabile".

GLI AUGURI PER L'OTTANTESIMO COMPLEANNO
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Presidente Emerito, Senatore a vita Francesco Cossiga, in occasione del suo ottantesimo compleanno, la seguente lettera: "Non può certamente mancarti l'augurio affettuoso di chi come me ha condiviso con te decenni di impegno nel Parlamento e nella vita politica democratica. Ci incontrammo per la prima volta, colleghi deputati, a Montecitorio, cinquant'anni fa: e da allora le diversità e divergenze ideali e politiche e le collocazioni in distinte responsabilità nell'esercizio di molteplici ruoli istituzionali, non ci hanno mai impedito di riconoscerci in quei valori e principi condivisi che hanno segnato la storia e guidato l'evoluzione dell'Italia repubblicana, sulle basi della Costituzione elaborata nel fervido clima unitario del 1946-1947. Il mio augurio si rivolge naturalmente, nello stesso tempo, a te come mio predecessore nella suprema magistratura dello Stato. Anche in quella funzione non temesti di esporti a polemiche e controversie, che tuttavia non potevano che lasciare intatta la tua figura morale, sempre animata da profonda passione democratica. E oggi ti sento ancora vicino, nell'attenzione per l'opera di chi è stato dopo di te chiamato alla responsabilità di Capo dello Stato, e nell'impegno infaticabilmente teso a dare un costante contributo al dibattito pubblico nella assoluta indipendenza delle tue posizioni. Ti auguro dunque, con sentimenti di antica e schietta amicizia, lunghi anni di benessere e serenità personale, e di intensa operosità intellettuale e politica".

SCHIFANI A "VETERANO DELLA REPUBBLICA" - "Caro Presidente, è con grande piacere che, dopo aver festeggiato i tuoi cinquant'anni di carriera politica, ti rivolgo ora un augurio sincero e affettuoso per il nuovo e importante traguardo dei tuoi ottant'anni". Così il Presidente del Senato Renato Schifani, in un messaggio al Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga in occasione del suo compleanno. "La vivacità intellettuale e l'ironia - prosegue il Presidente Schifani - con le quali sai portare il tuo straordinario tesoro di esperienza e di conoscenze nell'attuale realtà politica istituzionale e sociale, sono qualità che ammiro profondamente e, sia pur detto, ti invidio. Per il momento - conclude il Presidente del Senato - sono felice e onorato di 'presiederti' nel nostro Senato. Per il futuro mi auguro di poter contare a lungo sulla tua voce sempre giovane di veterano della Repubblica".

FINI, TUO TRAGUARDO BENE PREZIOSO - "Caro Presidente, per il tuo 80° compleanno desidero inviarti i miei auguri più calorosi uniti al sincero riconoscimento del tuo impegno al servizio delle Istituzioni e del Paese". Questo il messaggio di auguri che il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato al Presidente Emerito e Senatore a vita Cossiga per i suoi 80 anni. "Il traguardo che oggi hai raggiunto - prosegue Fini - è un bene prezioso per tutti noi che continuiamo ad ammirare ed apprezzare la tua lucidità intellettuale, il tuo spessore culturale e la tua brillantezza nell'analisi politica. Ti giunga l'augurio, caro Presidente, più vivo ed affettuoso per un futuro ricco di grandi soddisfazioni".

GASPARRI, GRAZIE PER STOP A DISCRIMINAZIONI DESTRA - "Lunga vita a Francesco Cossiga. Questo è il miglior augurio per gli ottant'anni di un protagonista della vita repubblicana". Lo ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. "Il suo impegno nelle istituzioni, il suo modo appassionato di interpretare la politica anche in ruoli istituzionali di massimo rilievo, il suo coraggio nello scardinare luoghi comuni, fanno di Cossiga un assoluto protagonista della vita italiana". "Da destra - aggiunge l'esponente di An - non possiamo non ricordare il suo contributo decisivo per porre fine a discriminazioni e ad atteggiamenti inaccettabili che per decenni avevano penalizzato la destra italiana". "Grazie Presidente Cossiga. Da lei - conclude Gasparri - ci aspettiamo ancora tanti stimoli, tanti colpi di piccone, tanta passione civile".

ROTONDI, OTTANT'ANNI DI ONESTA' - "Auguri al presidente Cossiga, ottant'anni di onestà, senso dell'amicizia, spirito ironico e straordinariamente acuto; ottant'anni nel mondo senza diventare del mondo". Così Gianfranco Rotondi, segretario della Dca, al Presidente Emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, che oggi compie ottant'anni. 

da ansa.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 05, 2009, 05:20:25 pm »

5/9/2009 - INTERVISTA

"Cossiga aveva sottovalutato l'estrema destra"
   
Il ricordo dei turbolenti mesi che portarono alla caduta del governo e all'avvento di Forlani


CORRISPONDENTE DA NEW YORK

Francesco Cossiga era molto agitato, emotivo, in quel periodo e alla guida del governo lo sostituì Arnaldo Forlani, assai più calmo, con le caratteristiche del pacificatore». Così l'allora ambasciatore Usa in Italia Richard Gardner (ambasciatore degli Stati Uniti in Italia dal 1977 al 1981, ndr) ricorda i turbolenti mesi seguiti alla strage di Bologna, che portarono alla caduta del Cossiga II.

Ambasciatore, dov’era quando avvenne l'attentato alla stazione di Bologna?
«Quel weekend eravamo ospiti di Letizia Boncompagni nella sua villa vicino a Lucca. C'erano i Fanfani, i Rognoni, i Maccanico e il ministro dell'Industria Bisaglia. Stavamo attorno alla piscina quando qualcuno portò a Rognoni, ministro dell'Interno, la notizia. All'inizio si pensò a un incidente, poi divenne chiaro che si era trattato di esplosivo. Poco dopo un elicottero militare atterrò sul prato della villa per portare Rognoni a Bologna».

Dalle carte declassificate del Dipartimento di Stato emerge un presidente del Consiglio italiano molto debole, vulnerabile. Lei che ricordo ne ha?
«Ci vedemmo l'8 settembre. Cossiga mi disse di non preoccuparmi troppo delle tensioni fra Psi e Dc, erano normali al ritorno delle ferie e il governo sarebbe rimasto in piedi. Invece avvenne il contrario: sul super-decreto la maggioranza andò sotto alla Camera 297 a 298 voti, mancarono i voti di due Dc usciti dall'aula al momento del voto».

Che cosa indebolì Cossiga?
«Molti lo accusavano di aver sottovalutato il terrorismo di destra, concentrandosi solo contro quello di sinistra. Non ho mai avuto prove concrete di questo ma era l'atmosfera di quel momento. Per questo Craxi disse che Cossiga sembrava “consumato”, anch’io ebbi questa impressione. Cossiga cadde quando ero a Washington con Bisaglia per una missione energetica che riguardava l'Eni, per ridurre la dipendenza dell'Italia dall'estero».

A sostituire Cossiga arrivò Forlani. In cosa era diverso?
«Forlani era l'opposto di Cossiga. Era calmo, pacato, il riconciliatore che in quel momento serviva all'Italia per garantire continuità e stabilità. Uno dei migliori italianisti del Dipartimento di Stato paragonò Forlani a un giocatore di calcio capace di governare il gioco senza mai esporsi fino a fare gol».

Nelle carte lei fa riferimento alla presa di posizione dell'Amministrazione Carter del 12 gennaio 1978, favorevole a ridurre l'influenza del partito comunista in Italia. Di che cosa si trattava?
«L'11 gennaio andai alla Casa Bianca, incontrai il consiglio per la sicurezza e vidi il presidente Carter. La presa di posizione si era resa necessaria perché “La Repubblica” aveva scritto in più occasioni che l'Amministrazione Carter non si opponeva a un ingresso del Pci nel governo. Il testo fu letto il 12 marzo durante il briefing del portavoce del Dipartimento di Stato. Si esprimeva “preoccupazione”, riferendosi alle recenti e numerose prese di posizione filo-sovietiche del Pci, e si auspicava una “riduzione” dell'influenza del Pci sulla vita politica in Italia, sottolineando comunque che dovevano essere gli italiani e nessun altro a decidere da chi farsi governare. Quest'ultimo concetto riaffermava il “position paper” del marzo precente».

Che cosa c'era in quel «position paper»?
«Ci avevo lavorato con Zbignew Brzezinki, consigliere per la sicurezza, prima di iniziare la mia missione in Italia. Segnava la fine delle politiche precedenti di Nixon e Kissinger. Vi si affermava che l'Italia era uno Stato democratico, che non vi sarebbero più state interferenze o manipolazioni e che non avremmo più finanziato partiti o leader politici italiani. Al tempo stesso si ribadiva che il sostegno dell'America andava a quelle forze politiche che avevano i nostri stessi valori di democrazia e libertà, che non erano quelli del partito comunista».

da lastampa.it
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