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Autore Discussione: Intercettazioni, oltre 70 mila firme per l'appello di Repubblica  (Letto 2660 volte)
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« inserito:: Giugno 12, 2009, 06:58:49 pm »

In poche ore piovono decine di migliaia di adesioni.

C'è quella di Saviano

Si schierano Cofferati, Guido Rossi, Massimo Ghini, Pierfranceso Favino

Intercettazioni, oltre 70 mila firme per l'appello di Repubblica

L'autore di "Gomorra": "Si cancella un importante strumento per la ricerca della verità"

 

ROMA - Oltre 70mila adesioni in poche ore. Settantamila cittadini che ci mettono la faccia con nome, cognome, città e professione per affermare che il disegno di legge sulle intercettazioni approvato oggi alla Camera "è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini". Cittadini qualsiasi e, insieme, intellettuali, magistrati, politici, uomini e donne di spettacolo. A cominciare da Roberto Saviano. L'autore di "Gomorra" ha detto: "Sulle intercettazioni ci vuole più rigore: da parte di tutti, procure e giornalisti. Questo è certo. Ma quello che sta avvendendo con questa legge è rischiosissimo: così si cancella un importante strumento per la ricerca della verità".

L'appello di Repubblica ha un titolo che pone due questioni di pura democrazia: "I giornali hanno il dovere di informare, i cittadini hanno il diritto di sapere". Qualcosa che, con l'entrata in vigore della legge, diventerà più difficile, a volte quasi impossibile. Anche per questo le adesioni crescono rapidamente. Firmano il giurista milanese Guido Rossi e l'avvocato e docente di Diritto Penale, Carlo Federico Grosso, il quale spiega: "Questa legge costituisce una gravissima violazione della libertà di stampa e del diritto/dovere di informare i cittadini su ciò che accade nel corso delle indagini preliminari. Sotto questo profilo è a mio avviso illegittima dal punto di vista costituzionale.
Aggiungo che la pesante sanzione pecuniaria prevista a carico delle società editrici di giornali rischia di determinare un arbitrario controllo della proprietà sulla linea del giornale. Il che di nuovo lede la libertà dei giornalisti". Aderisce anche la giurista e scrittrice Eva Cantarella.

Tra gli scrittori, ecco i nomi di Claudio Magris, Andrea Camilleri, Vincenzo Cerami, Ernesto Ferrero, Silvia Ballestra e Gianrico Carofiglio.

E si aggiungono i nomi dell'ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati (fresco parlamentare europe), del sindaco di Genova, Marta Vincenzi, dei governatori di Liguria ed Emilia Romagna, Claudio Burlando e Vasco Errani.

Dal mondo dello spettacolo aderiscono i registi Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Francesca Comencini, Paolo Sorrentino, Mimmo Calopresti, Silvio Soldini, Daniele Luchetti, Davide Ferrario, Marco Risi, Maurizio Nichetti e Riccardo Milani; gli attori Pierfrancesco Favino, Massimo Ghini, Isabella Ferrari, Fabrizio Gifuni, Moni Ovadia, Patrizio Roversi; il produttore Domenico Procacci, il conduttore Alessandro Cecchi Paone, il musicista Mauro Pagani, i cantanti Vinicio Capossela, Piero Pelù e Andrea Mingardi e interi gruppi come gli Skiantos, i Modena City Ramblers, gli Africa Unite e molti altri.

L'attore Leo Gullotta firma e aggiunge una considerazione: "E' l'ennesima prova che viviamo in un paese dove la libertà di tutti è in pericolo, un segnale gravissimo, uno schiaffo alla democrazia"

E arriva l'adesione di don Andrea Gallo, quella di Daria Bonfietti, senatrice e presidente dell'Associazione delle vittime della strage di Ustica, dell'ex procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola, dei presidenti della Provincia di Milano, Filippo Penati, e di Genova, Alessandro Repetto, del segretario della Cisl di Bologna, Alessandro Alberani.

(11 giugno 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 13, 2009, 09:55:05 pm »

Il leader del Pd replica al premier

Franceschini: «Non mi lascio intimidire da Berlusconi»

«Il suo invito alla stampa a non dare spazio all'opposizione è una minaccia, ma non mi fa paura»
 

ROMA - «Quando il presidente del Consiglio invita a non fare pubblicità sui giornali che dicono cose sgradite e poi, con una pezza peggiore del buco, dice di riferirsi allo spazio da non dare al leader dell'opposizione, in tutto il mondo queste cose si chiamano in un solo modo: intimidazione». Ha replicato così il segretario del Partito democratico Dario Franceschini in una conferenza stampa convocata nella sede del partito per condannare duramente le affermazioni del premier Silvio Berlusconi a Santa Margherita Ligure. «Berlusconi non mi ha mai fatto, non mi fa e non mi farà mai paura. Può avere tutti i soldi che ha, ma non mi lascio intimidire, perché - ha proseguito Franceschini - io seguo la mia coscienza e utilizzo i mezzi che ho che sono quelli di fare il mio dovere per il mio partito e il mio Paese. Credo che questo sia davvero per tutti, la stampa libera, la magistratura, il Parlamento sottoposti ad attacchi, il momento della dignità e del coraggio». Franceschini è tornato sulla quella che ritiene «un'ossessione» del premier il quale «mischia questioni personali e questioni giudiziarie a battute anche in sedi ufficiali dove ci attenderebbe invece risposte alla crisi che investe l'Italia. Ho paura che ci sia un forte rischio di assuefazione rispetto alle parole del presidente del Consiglio, ma non ci sarebbe nulla di più pericoloso in una democrazia».

FASSINO: «HA SUPERATO IL LIMITE» - Sulle frasi di Berlusconi è intervenuto anche Piero Fassino: «Ha superato il limite. E, ancora in campagna elettorale per i ballottaggi, usa spregiudicatamente il suo ruolo, le sue funzioni, i suoi megafoni nel tentativo da un lato di colpire la libera informazione e dall'altro di delegittimare il ruolo democratico dell'opposizione e del suo leader, addirittura dileggiato e minacciato attraverso una nota ufficiale di Palazzo Chigi, cosa che non si era mai vista prima nel nostro Paese». Fassino osserva come Berlusconi «provi fastidio che ci sia un leader dell'opposizione, che ci sia un'opposizione, che ci siano opinioni diverse delle sue». «La sua mentalità autoritaria - sostiene l'ex segretario dei Ds - lo porta a diffidare della stessa democrazia e dei suoi strumenti fondamentali. Il suo disprezzo delle regole lo porta ad aver paura di chi queste regole ha difeso e continuerà a difendere fino in fondo. Ma noi non ci lasciamo intimidire».

GENTILONI: «VUOLE SPOSTARE LA PUBBLICITA' SUI SUOI MEDIA» - «Berlusconi con una mano cerca di intimidire l'opposizione e con l'altra di spostare più risorse dai diversi mezzi di informazione a quelli di sua proprietà. L'invito a non fare pubblicità ai media disfattisti non è altro che l'invito ad accentuare la tendenza già in atto: nei primi quattro mesi del 2009, rispetto ai primi quattro mesi del 2008, c'è stato uno spostamento massiccio di pubblicitá dalla stampa e dalla Rai verso Mediaset». Sono queste le osservazioni di Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Pd. «Il risultato - ha aggiunto - è che giornali e Tv pubblica perdono ricavi pubblicitari con una percentuale doppia rispetto a Mediaset e senza che questo abbia alcun rapporto con gli ascolti Tv. L'invito di Santa Margherita è dunque doppiamente grave sia sul piano politico sia perchè è l'esibizione del conflitto di interessi».


13 giugno 2009

 da corriere.it
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