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Autore Discussione: La Confindustria intraprende così (Gheddafi se barate vi caccio... li conosce!)  (Letto 2684 volte)
Admin
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« inserito:: Giugno 13, 2009, 09:23:01 am »

Marcegaglia: zona franca e incentivi per le aziende italiane in Libia
 
       
       
ROMA (12 giugno) - Il leader libico Muammar Gheddafi ha incontrato oggi anche il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia. «Credo proprio di poter dire che siamo in presenza di una svolta nei rapporti bilaterali», ha detto la Marcegaglia sottolineando l'importanza della presenza sia delle imprese italiane in Libia, (da Eni a Enel, da Trevi a Impregilo, da Tecnimont a Finmeccanica, solo per citarne alcune), sia della presenza libica in Italia (Unicredit).

Zona franca per imprese italiane. Le imprese italiane che vorranno investire ed operare in Libia per lo sviluppo del Paese potranno insediarsi in una «zona franca» che godrà di un trattamento economico e fiscale «speciale», dall'esenzione per 5 anni delle tasse sul reddito ai prezzi scontati di elettricità e gas, ha poi ha annunciato la presidente di Confindustria al termine dell'incontro con il leader libico, definendola «di un'opportunità straordinaria».
 
da ilmessaggero.it
« Ultima modifica: Giugno 13, 2009, 10:05:00 pm da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 13, 2009, 09:24:52 am »

Il colonnello a Confindustria, Marcegaglia: con la Libia una svolta storica

Ma poi gli imprenditori provano a consegnare depliants al colonnello

Gheddafi avverte gli industriali "Se pagate mazzette vi caccio via"

di VINCENZO NIGRO

 

Continua la visita romana di Muammar Gheddafi: il leader libico ha incontrato questa mattina gli industriali italiani nella sede della Confindustria. All'Eur il colonnello ha aggiunto ai messaggi politici lanciati ieri alcune indicazioni per le aziende italiane. Innanzitutto ha confermato di aver intenzione di riservare un ruolo privilegiato alle società italiane che lavorano in Libia; ma d'altronde l'Italia ha accettato di pagare ben 5 miliardi di dollari in 20 anni come risarcimento per i danni di guerra, una somma che dovrebbe essere destinata a costruire infrastrutture che sanno affidate proprio a società italiane.

Secondo messaggio: chi continuerà con la corruzione se ne andrà dalla Libia. Il colonnello ha chiaramente minacciato le ditte che dovessero rispondere alle richieste di "bakshish" che in Libia come nel mondo arabo sono una costante di ogni transazione economica. "Ci sono imprese che sbagliano pensando di lavorare guadagnandosi la benevolenza dei libici. Ma se lo scopriamo queste imprese andranno via. Noi puniremo anche i libici, dovesse essere anche il figlio di Gheddafi". Il leader libico ha parlato di "virus della corruzione": "Abbiamo fatto la rivoluzione oltre che contro il colonialismo anche contro la corruzione. Siamo molto sensibili su questo aspetto. L'impresa che vincerà è solo quella che soddisferà il popolo libico. Non dite di essere all'oscuro, vi ho avvertito", ha concluso minaccioso Gheddafi.

Un riferimento alla politica intrecciata agli affari Gheddafi lo ha fatto quando è tornato a fare un paragone tra la sinistra e Berlusconi: "Se in Italia ci fosse la sinistra al governo, le fortune delle imprese sarebbero minori. Finché c'è Berlusconi le opportunità saranno maggiori".

Nel suo intervento la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha inquadrato la collaborazione economica tra i due Paesi in quella che ha definito "una vera svolta nei rapporti strategici tra Italia e Libia". Il copione dell'incontro ha avuto invece un crollo quando Gheddafi ha offerto ad alcuni industriali di fare qualche domanda. Evidentemente l'organizzazione di Confindustria non aveva preparato un'eventualità del genere. E' stato un assalto al microfono improvvisato: un architetto ha invitato Gheddafi alla presentazione del piano urbanistico di Bengasi che sta realizzando. Un imprenditore del settore "impianti di macellazione carni rosse" ha messo a disposizione la sua azienda "gratuitamente per l'interesse del popolo libico". Un altro si è presentato con nome e cognome, non ha voluto fare pubblicità alla sua società ma poi voleva consegnare una depliant pubblicitario al colonnello. Nessuno dei grandi dirigenti industriali presenti (c'erano i numeri uno di Eni, Enel, Finmeccanica, Unicredit, Agusta eccetera) è intervenuto per inquadrare in maniera più strategica e dignitosa le relazioni industriali fra i due paesi. Il livello è risalito solo con la Marcegaglia, che ha offerto dettagli sulla creazione di una zona franca per le imprese italiane in Libia che possa servire anche da "hub" verso gli altri paesi del Maghreb e dell'Africa sub-sahariana.

(12 giugno 2009)
da repubblica.it
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