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Autore Discussione: Sofia Ventura, Sogno una destra decente  (Letto 2510 volte)
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« inserito:: Maggio 22, 2009, 06:24:07 pm »

Donne di carattere

Sogno una destra decente

Nel Pdl è vista da molti come la guastatrice che ha innescato il putiferio sulle veline. Ma Sofia Ventura ribatte: «Il pensiero unico non fa per me».
 
Sofia Ventura, docente in Scienza della politica all’Università di Bologna


È una donna infedele. Nel senso che non potrebbe mai giurare fedeltà cieca e assoluta a nessun leader. Neanche a Gianfranco Fini, che pure stima «moltissimo». E infatti anche a lui, qualche tempo fa, ha dedicato un articolo critico, accusandolo di essere «troppo moderato» in tema di laicità. Sofia Ventura, docente in Scienza della politica all’Università di Bologna, autrice dell’attacco contro le veline pubblicato sul web-magazine di “Fare Futuro” (la fondazione presieduta da Fini) è un personaggio cui non difetta la franchezza. Anzi. Perciò dice senza troppi peli sulla lingua che si sente «scippata della destra» perché quella rappresentata da Silvio Berlusconi è un’altra cosa e non è che le piaccia granché, anche se la vota.

Ventura, lei è sempre stata una “rompiscatole”?
«Be’, quando feci la prima esperienza politica vera e propria, nei radicali - dopo essere stata nella gioventù liberale - entrai subito nell’ala dei dissidenti.
Con Negri, Teodori e Calderisi contro il padre- padrone Marco Pannella. Insomma, entrai per uscire, perché poi facemmo la Lista referendum nel ’92».

Il rapporto con Fini?
«L’ho incontrato solo una volta, proprio al convegno su Sarkozy. Mi ha fatto un’ottima impressione. Ho tenuto la mia relazione, lui era seduto lì vicino e quando ho finito si è presentato. Devo dire che il mondo della politica non è fatto di galantuomini e persone educate: lui invece è stato molto elegante nei modi. Poi non ho più avuto occasione di vederlo».

Che c’entra, non ha mai visto neanche Filippo Rossi, il direttore del web-magazine su cui ha pubblicato il famigerato articolo, eppure lo sente spesso e volentieri.
«Fini non è il mandante del mio articolo. Io faccio di testa mia. Ho scritto un intervento contro il referendum dove dicevo che il Pdl doveva cambiare atteggiamento sulla Lega e non lo avevo nemmeno concordato con Rossi».

Ha rimproverato anche Fini, una volta, giusto?
«Sì, perché in occasione degli ottant’anni del concordato aveva fatto un discorso troppo moderato, per me che sono una laica dura. Anzi, secondo il mindstream del Pdl, sono laicista, relativista e quanto di peggio si possa aggiungere. Ho mandato l’articolo e me lo hanno pubblicato».

Niente censure a Fare futuro...
«Sono liberi: con loro si può discutere di tutto. Non sopportano il pensiero unico e purtroppo il Pdl ha questa tendenza al pensiero unico».

E alle veline multiple.
«L’intervento sulle veline era una provocazione intellettuale. Non ho pensato di andare a toccare qualcosa di molto privato del presidente del Consiglio. Che abbia questo malvezzo lo si sussurra anche tra gli uomini del premier, però poi quando si pone il problema, silenzio: nessuno osa parlare perché mi dicono che sia un argomento tabù, lì dentro. Comunque, non volevo fare gossip ma aprire un dibattito serio su come avviene il reclutamento in politica: ora vanno di moda le veline e i servi».

Berlusconi lo ha conosciuto?
«Mai e credo che a questo punto non lo conoscerò più».

Come lo considera?
«Lui è un leader carismatico. E un altro problema che “Fare futuro” ha posto è proprio quello del partito carismatico. Ho letto lo statuto del Pdl perché agli inizi di aprile, a Parigi, ho partecipato a un convegno sulla transizione italiana. Non mi aspettavo chissà che cosa, però devo dire che ci hanno messo dell’impegno a costruire questa struttura piramidale dove tutto dipende dall’alto».

Comunque Fini al congresso del Pdl ha annunciato che lui rappresenterà la minoranza.
«È una cosa importante, perché va contro il pensiero unico, anche se secondo me nel Paese la maggioranza degli elettori di centrodestra la pensa come Fini, che è minoranza solo nel partito. Sinceramente io non so se riuscirei a stare nel Pdl se non ci fosse Fini, che rappresenta una prospettiva di cambiamento. Lui sogna una destra decente».


Maria Teresa Meli
21 maggio 2009(ultima modifica: 22 maggio 2009)

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