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Autore Discussione: SACCONI: «LA CGIL È ISOLATA». (ma se sono i più grandi! ... ndr).  (Letto 3373 volte)
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« inserito:: Novembre 13, 2008, 03:07:22 pm »

SACCONI: «LA CGIL È ISOLATA».

Firmato accordo per dipendenti ministeri

Università, è rottura tra i sindacati

La Cisl si sfila dalla protesta di venerdì

Cgil: «Sciopero generale il 12 dicembre». Epifani attacca Berlusconi per l'incontro con Cisl, Uil e Confindustria
 
 
ROMA - All'indomani dell'incontro «riservato» a palazzo Grazioli fra Berlusconi, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil Bonanni e Angeletti, si consuma la rottura tra i sindacati confederali, anche se Cisl e Uil negano che sia stata una trattativa segreta. Dopo il vertice di martedì tra la Gelmini e i sindacati, la Cisl si sfila dallo sciopero dell'università già programmato per venerdì 14, mentre la Uil prende tempo. Nettamente contraria la Cgil che, oltre a confermare le mobilitazioni del 14 e del 15 (lavoratori del commercio), indica una data per lo sciopero generale contro la politica economica e sociale del governo: il 12 dicembre, data che coincide con la mobilitazione proclamata dai metalmeccanici della Fiom. Lunedì la segreteria deciderà i dettagli della protesta, che sarà di almeno 4 ore. L'indicazione è quella di organizzare la mobilitazione a livello provinciale o regionale. È quindi escluso che ci sia una manifestazione nazionale a Roma.

ACCORDO MINISTERI - Una divisione, quella con la Cgil, che si è riproposta in serata nel rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. L'accordo, che farà da apripista a tutti gli altri comparti del pubblico impiego, è stato firmato da Cisl, Uil, Confsal, ma non da Cgil, Rdb e Flp-Cse. Prevede un aumento di 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una coda del precedente contratto. La Fp-Cgil con il segretario nazionale Alfredo Garzi ha ribadito la valutazione negativa della proposta dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) perché «riprende il protocollo di Palazzo Chigi del 30 ottobre: l'incremento resta fermo al 3,2% distante quindi dall'inflazione reale, e non c'è certezza sul recupero del salario accessorio tanto che nel testo si rimanda a successive leggi».

CISL: «AVANTI CONFRONTO» - I settori università e ricerca della Cisl hanno deciso di revocare lo sciopero sull'università «perché c'è stato un passo avanti che potrebbe aprire una nuova fase nel confronto con il governo e il ministro Gelmini con il documento sottoscritto si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra governativa sull'università e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma - ha spiegato Antonio Marsilia, segretario generale Cisl Università -. Vogliamo proseguire il confronto per arrivare a una riforma condivisa». «Ho proposto di rinviare lo sciopero di venerdì, programmato prima che il governo approvasse le linee guida e il decreto, e di continuare un proficuo lavoro di approfondimento dei problemi» aveva detto la Gelmini invitando i sindacati a «non avere un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della volontà del governo di individuare le migliori soluzioni per riportare l'università italiana a livelli di eccellenza e combattere gli sprechi».

IL DOCUMENTO - Nell'incontro di martedì è stato firmato, con esclusione appunto della Flc-Cgil, un documento per l'individuazione delle risorse contrattuali per il biennio economico 2008-2009 (per tutti i settori); la restituzione dei tagli al fondo per il trattamento accessorio; la stabilizzazione di precari, utilizzo del turn over e ampliamento dotazioni organiche (ricerca); il reperimento di risorse aggiuntive per il contratto Afam (Alta formazione artistica e musicale) 2006-2009 e stabilizzazione per docenti e tecnici amministrativi precari del comparto; apertura immediata di specifici tavoli di confronto per università, Afam e ricerca per definire le linee di riforma dei comparti. «Il ministro ci ha assicurato che gli impegni assunti saranno ratificati dal governo - ha aggiunto Marsilia -. Mi sembra un buon punto di partenza per dare vita a una condivisa e moderna politica riformatrice delle istituzioni più importanti per il progresso civile ed economico del Paese».

LA UIL NON CONDIVIDE - Anche la Uil sta ragionando sulla revoca dello sciopero del 14, ma non condivide la scelta della Cisl. «Non si sciopera per simpatia, ma perché non si hanno risposte concrete su problemi concreti - spiega il segretario Uil Università Alberto Civica -: dal ministro Gelmini eravamo insieme, non so come abbiano sentito delle rassicurazioni sui problemi sul tavolo». Lo sciopero di venerdì, prosegue Civica, anche senza la Cisl «sarà un momento importante di grande partecipazione, perché è uno sciopero sentito: per poterlo revocare bisogna dire alla gente che si sono risolti problemi reali e al momento non è così». Civica spiega che durante l’incontro con Gelmini era stata fissata una scadenza alle 12 di giovedì per «ottenere dai ministeri competenti delle risposte esaustive alle richiesta che abbiamo fatto». Se dunque entro le 12 di giovedì non ci sarà alcun segno, «lo sciopero si farà».

EPIFANI: «NESSUN RISPETTO» - «Ho rispetto delle decisioni prese dalla Cisl, ma francamente non le comprendo - dichiara Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil -. Abbiamo scritto insieme la piattaforma della protesta e siamo stati insieme all'incontro con il ministro Gelmini che è stato del tutto interlocutorio e che riguardava solo una parte di quella piattaforma. Pur apprezzando alcune dichiarazioni di buona volontà del ministro ad affrontare alcune criticità relative al problema del precariato e dei contratti complessivamente vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l'impianto del decreto Brunetta». Poi attacca l'esecutivo: «Il governo sta lavorando per dividere i sindacati, come dimostra la cena a cui sono stati invitati Bonanni e Angeletti e non Epifani. Ma se i sindacati si lasciano dividere rischiano di indebolirsi, rischiano di perdere la loro autonomia». Anche Guglielmo Epifani attacca: «Quello che è accaduto martedì sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti. Il presidente Berlusconi dimostra così di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sul tema della crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli "riservati" li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l'Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa».

BONANNI: «NESSUNA TRATTATIVA» - Un'ipotesi, quella dell'incontro «riservato», smentita sia da Bonanni che da Angeletti. «Non c'è stata nessuna trattativa con il governo - ha detto il leader della Cisl al Tg2 -. Epifani aveva bisogno di clamore per coprire un errore: quello di proclamare uno sciopero velleitario da solo». Il segretario della Uil, ospite martedì sera a Ballarò, aveva negato di essere stato ricevuto dal premier (guarda il video).

SACCONI: «CGIL ISOLATA» - Intanto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi attacca la Cgil parlando a Radio 24: «Il problema è che la Cgil si è isolata dalla altre organizzazioni, non ha sottoscritto il primo documento sulla modifica del modello contrattuale, che invece è stato condiviso da Cisl, Uil e Confindustria. Si è sottratta alla responsabilità di firmare l'accordo quadro per l'impiego pubblico come si è sottratta all'accordo sul commercio, come purtroppo sta facendo in molte circostanze. Spero che intervenga una riflessione all'interno di quella organizzazione, perché il fatto di isolarsi da tutti gli altri attori sociali non può non generare riflessioni sulla linea seguita fin qui. Rifletta la Cgil sul fatto di mettere veti su tutto. Gli incontri informali avvengono continuamente, sono nella prassi delle relazioni industriali».

MANIFESTAZIONE NAZIONALE - Intanto gli universitari si stanno organizzando con pullman, treni e viaggi fai da te: venerdì arriveranno a Roma da tutta Italia per partecipare alla manifestazione nazionale contro i tagli dei finanziamenti e la riforma messa a punto dal ministro Gelmini. Una protesta, quella dell'Onda, rimasta in piedi nonostante il decreto legge «tecnico» varato giovedì dal Consiglio dei ministri e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che detta nuove norme sui concorsi, alleggerisce il blocco del turn over, stanzia più risorse per gli atenei migliori e incrementa borse di studio e posti letto per gli studenti. A Roma sono in programma due cortei di studenti e il movimento «no Gelmini» raggiunge anche Parigi: un movimento spontaneo di studenti italiani ha organizzato un presidio venerdì 14 novembre alle 11 davanti al consolato italiano.


12 novembre 2008(ultima modifica: 13 novembre 2008)
da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 19, 2009, 12:28:03 am »

ECONOMIA     

Il ministro del Welfare si scaglia contro gli avversari politici accusandoli di dipendenza da una classe "parassitaria e cinica"

Sacconi: "Salari bassi? La colpa è di sinistra e borghesia cialtrona"

La replica di Epifani: "L'Ocse conferma la necessità della detassazione"

E di Franceschini: "Noi avremmo ridotto il prelievo fiscale, il governo ha fatto l'opposto"
 


ROMA - La vera responsabile del basso livello dei salari italiani, emerso dall'annuale classifica redatta dall'Ocse, è, a detta del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, "la sinistra, prigioniera di una borghesia parassitaria e cialtrona". "Noi siamo con orgoglio il partito dei lavoratori - ha affermato Sacconi a Sky-tg24 pomeriggio - e il Pdl lancia la sfida alla sinistra. Io accuso la sinistra italiana dei bassi salari generati dagli anni '90, una sinistra prigioniera di borghesie parassitarie e ciniche che hanno idealizzato la moderazione salariale come modo di entrare in Europa e non invece l'incremento di produttività".

"Noi siamo molto liberi - ha aggiunto il ministro - da quelle borghesie cialtrone e ciniche che hanno imposto alla sinistra la linea della moderazione salariale. Noi siamo per far crescere i salari e crescere la partecipazione. L'unico modo possibile è in azienda - ha concluso il ministro - dove si possono distribuire i dividendi dei risultati che si raggiungono".

Immediata la replica del segretario della Cgil Guglielmo Epifani: "Sacconi non ha letto bene le statistiche internazionali che confermano quello che noi abbiamo sempre detto: c'è bisogno non solo di detassare il secondo livello, ma anche il reddito da lavoro a livello nazionale".

Conversando con i giornalisti a margine dell'Assemblea delle Camere del Lavoro, Epifani ha infatti ricordato che "l'Ocse conferma quello che la Cgil sta dicendo da tempo, e cioè che il problema della perdita del potere d'acquisto è che l'Irpef negli ultimi anni mangia tutto quello che va in produttività". "Per questo abbiamo chiesto la restituzione del fiscal drag e le detrazioni sui redditi dei lavoratori dipendenti", conclude il leader della Cgil.

Anche Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd, indica nel governo il responsabile del basso livello salariale italiano: "Per un governo che ha fatto del 'meno tasse per tutti' uno dei tanti slogan permanenti, aver impoverito gli italiani, ma soprattutto i lavoratori dipendenti, è proprio un bel record".

E il leader del Pd Dario Franceschini rincara la dose: "Stanno scoprendo adesso che in Italia c'è un problema stipendi e pensioni basse. Noi avevamo preso un impegno se avessimo vinto le elezioni, di partire immediatamente da li con la riduzione del prelievo fiscale sugli stipendi più bassi per aumentare il potere d'acquisto. Il governo ha fatto tutt'altro".

(18 maggio 2009)
da repubblica.it
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