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Autore Discussione: Sicurezza e lavoro, fischi per Sacconi  (Letto 3359 volte)
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« inserito:: Maggio 14, 2009, 11:08:13 pm »

Stati generali delle costruzioni

Sicurezza e lavoro, fischi per Sacconi

«Fareste meglio a risparmiare ossigeno»

Contestato il ministro del Welfare: «Come al solito ho il consenso di tutti, ma non della Cgil»
 

ROMA - La platea degli 'Stati generali delle costruzioni', dove erano presenti anche i sindacati di settore, ha interrotto con i fischi l'intervento del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, quando ha parlato del testo unico per la sicurezza approvato dal precedente governo. Il ministro stava sottolineando che è stato varato praticamente a Camere sciolte e nonostante la posizione contraria delle associazioni delle imprese.

«CONTESTATO DALLA CGIL» - «Invito chi fischia a risparmiare l'ossigeno per il cervello, perché abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza per rendere effettive le norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro», ha risposto il ministro dal palco. Più tardi il ministro è tornato a parlare della contestazione: «Non ho diviso la platea. Nella platea c'è la Cgil. Come al solito ho il consenso di tutti ma non quello della Cgil». «Io stavo dicendo - ha spiegato Sacconi - che il vecchio decreto sulla sicurezza era stato prodotto dal vecchio governo a camere sciolte, ed a mio avviso molto discutibilmente, con il solo consenso delle organizzazioni sindacali e con il dissenso di tutte le organizzazioni dei datori di lavoro incluse quelle del commercio dell’artigianato e della cooperazione legate alla sinistra».


14 maggio 2009
da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 14, 2009, 11:55:09 pm »

 
Sicurezza sul lavoro, Sacconi fischiato

Scontro tra il ministro e Bersani

L'esponente Pd: i fischi non venivano solo dalla Cgil

Sacconi: annuso a distanza comunisti e post-comunisti

 
 
ROMA (14 maggio) - La platea degli "Stati generali delle costruzioni", presenti anche i sindacati di settore, ha interrotto con fischi l'intervento del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, quando ha parlato del testo unico per la sicurezza approvato dal precedente governo. «Il testo unico sulla sicurezza - ha detto Sacconi - fu emanato in campagna elettorale e a Camere già sciolte, senza alcun consenso delle parti datoriali. Noi siamo intervenuti per rendere effettiva la sicurezza». L'uditorio si è diviso tra fischi e applausi. «Invito chi fischia - ha replicato il ministro - a risparmiare ossigeno per il cervello: c'è bisogno di tutta la nostra intelligenza per rendere effettive le norme su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro».

Sacconi: governo pronto ad un tavolo di confronto. «Siamo estremamente interessati ad un tavolo di confronto con il quale individuare metodi e obiettivi - ha detto Sacconi - In questa fase di crisi dell'economia è importante mantenere viva la base occupazionale e usare gli ammortizzatori sociali non per incentivare l'interruzione del rapporto di lavoro, ma per mantenerlo vivo. Dobbiamo fare in modo che rimanga in piedi, vivo, quel rapporto di lavoro che consenta alle imprese di ripartire. E intanto è necessario pensare già da ora al dopo crisi. E dobbiamo costruire un mercato del lavoro trasparente ed efficiente. Non è forse causa di sommersione l'eccesso di regolazione? Serve una semplificazione del rapporto di lavoro che consenta di far emergere i rapporti di lavoro».

Berlusconi: sì ad un tavolo a Palazzo Chigi. A conferma delle parole di Sacconi, il presidente del Consiglio, Berlusconi, anche lui intervenuto agli "Stati generali", ha accolto la richiesta di un tavolo interministeriale a palazzo Chigi lanciata da imprese e sindacati. E, rivolgendosi al presidente dell'Ance, l'associazione dei costruttori, garantisce: «Ho letto il suo intervento. Posso dire che, da vecchio collega delle costruzioni, ho trovato tutte giuste le richieste e le osservazioni. Dimmi cosa fare, e non c'è problema: io lo faccio».

Sacconi: ho il consenso di tutti, ma non della Cgil. «Non ho diviso la platea - ha detto Sacconi a proposto dei fischi - Nella platea c'è la Cgil. Come al solito ho il consenso di tutti, ma non quello della Cgil. Io stavo dicendo che il vecchio decreto sulla sicurezza era stato prodotto dal vecchio governo a Camere sciolte, e a mio avviso molto discutibilmente, con il solo consenso delle organizzazioni sindacali e con il dissenso di tutte le organizzazioni dei datori di lavoro, incluse quelle del commercio dell'artigianato e della cooperazione legate alla sinistra».

Bersani: fischi a Sacconi non solo dalla Cgil. «Non credo che i fischi rivolti dalla platea al ministro del Lavoro siano stati solo della Cgil - dice Pier Luigi Bersani, responsabile economico del Pd - Non è possibile capire da dove provenivano i fischi, a meno che Sacconi non abbia l'orecchio assoluto, si chiama così in musica, e sappia quindi distinguere i fischi della Cgil da quelli della Uil. Io credo invece che il sindacato abbia percepito un di più nell'intervento del ministro. C'è sempre, infatti, il tentativo di mettere un tunnel che divide. Mi è dispiaciuto che un esponente del governo sia venuto qui più per dividere che per unire. Io credo che tutto il sindacato insieme, tutto quanto, sia giustamente preoccupatissimo di avere norme vere e buone sulla sicurezza. Vediamo ora cosa verrà fuori su questo fronte. Rispetto al provvedimento varato dal vecchio governo in tema di sicurezza sul lavoro, per Bersani «se c'è qualcosa da migliorare, si può migliorare. Non si imbrogli però: se si intende abbassare l'asticella si sappia che è del tutto inaccettabile. Sulla sicurezza non si può scherzare».

Sacconi: annuso a distanza comunisti e post-comunisti. «Ho un udito raffinatissimo e un fiuto raffinato, annuso a distanza comunisti e post-comunisti»: così Sacconi ha replicato a Bersani. «Questo fiuto - dice Sacconi - si è affinato nel tempo, è frutto proprio del dialogo sociale, che non sempre si conclude con l'unanimità, soprattutto quando si ha a che fare con un interlocutore pregiudizialmente contrario».

Cgil: Sacconi sbaglia, nessuna divisione. «E' probabile - dice il segretario generale della Fillea-Cgil - che chi ha fatto della divisione del sindacato lo scopo primario della propria azione finisca per vedere quella divisione anche quando non c'è, finisca per vederla anche in questo luogo dove, al contrario, si sancisce una forte unità di intenti tra le parti sociali. Di fronte alle priorità della crisi abbiamo condiviso le scelte sintetizzate nel manifesto degli stati generali delle costruzioni a partire dalla richiesta unitaria di non modificare unilateralmente il testo unico sulla sicurezza. Di fronte a questa unità di intenti del sindacato abbiamo avuto al dimostrazione di chi, fuori luogo, sottolinea le divisioni anche quando non ci sono».

Agli "Stati generali delle costruzioni" di Roma, imprese e sindacati del settore delle costruzioni chiedono insieme l'apertura di un tavolo interministeriale a Palazzo Chigi sugli interventi per il settore: dalle misure di agevolazione fiscale ad un piano di rilancio per l'edilizia. Il tutto dopo aver siglato un protocollo d'intesa, lo scorso 5 marzo, su una piattaforma di proposte e sull'analisi delle esigenze del settore e dell'impatto della crisi economica. Il documento sottolinea la stima di «250mila occupati in meno nel 2009». La prima firma è quella dell'associazione nazionale costruttori edili, Ance. Con Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Anaepa-Confartigianato, Claai, Cna costruzioni, Fiae Casartigiani, Aniem Confapi, Agci-Psl, Ancpl, Federlavoro servizi Coonfcooperative, Agi, Ascomac-Cantiermacchine, Assoimmobiliare, Federcostruzioni con le sue associate, Finco.

Ance: crisi devastante, a rischio 250mila posti. «Duecentocinquantamila persone corrono il pericolo di perdere il posto di lavoro. 250.000 famiglie rischiano di pagare il prezzo più alto di questa crisi»: così l'associazione nazionale dei costruttori edili Ance rilancia l'allarme lavoro, per il settore, nel 2009. Il presidente, Paolo Buzzetti, lo sottolinea nel suo intervento agli "Stati generali delle costruzioni", che «vogliono essere il momento dela svolta - dice Buzzetti - dopo un importante momento di rivendicazione. Pesa la crisi, con effetti devastanti. Ma imprese e sindacati, per la prima volta insieme, alleati nell'aprire un confronto con il governo, ritengono che è possibile opporsi alla crisi e, insieme, superarle. La proposta degli "Stati generali" è quella di formalizzare con il governo un tavolo interministeriale per affrontare i tanti e vitali problemi del settore e per garantire soluzioni coerenti, frutto di un ragionamento complessivo e non di interventi spot, in risposta all'emergenza o alla crisi.

Casini: l'Ance chieda al premier il rendiconto di 365 giorni. «Chiedo ai dirigenti che oggi sono qui di rivolgere al premier Berlusconi una precisa richiesta: il rendiconto dei suoi 365 giorni di governo. Insomma verifichino quanti sono i fatti e quante le parole». Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, dal palco degli "Stati generali delle costruzioni" dell'Ance, si è rivolto così alla platea nel corso di un intervento in cui evidenzia le cose solo annunciate e poi non attuate, citando tra queste le misure per il terremoto rivelatesi poi finanziariamente coperte in modo «inadeguato. Che senso ha avuto allora - ha sottolineato - quella continua passerella a L'Aquila? Cosa dobbiamo pensare?». Casini ha poi affrontato il tema dei soldi che lo Stato deve ancora alle imprese: «Tremonti è intelligente - ha detto - è l'inventore della finanza creativa. Studi il modo di rimborsare le imprese che devono ricevere i pagamenti dallo Stato. Il continuo rinviare da parte della pubblica amministrazione e intollerabile e sta mettendo in ginocchio non solo le piccole ma anche le imprese di medie dimensioni».
 
da ilmessaggero.it
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