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« inserito:: Maggio 27, 2009, 11:01:13 am » |
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I finiani e il velinismo: «Elettori a disagio»
ROMA — Allora, dentro il Popolo delle Libertà ci sono proprio due anime. Una, secondo il direttore di Libero, Vittorio Feltri, se ne infischia del tormentone di Noemi con Berlusconi, dato che gli italiani «vorrebbero peccare come lui». L’altra anima stava sulla prima pagina del Secolo d’Italia, che fu il giornale di An, e ora è un «quotidiano nel Pdl»: ieri ha attaccato il «velinismo maschilista» di Feltri, e ha spiegato che Berlusconi è stato votato «da un'Italia normale e migliore ». Firmato Annalisa Terranova, già «femminista di destra». Sullo sfondo, il duello, sottile e inesorabile, fra il presidente del Consiglio e il presidente della Camera Fini, che ha attorno un’area di ex An, fedeli, pugnaci. Va segnalato, sempre ieri, un altro capitolo, fra testate online. L’Occidentale, vicino a Forza Italia, scrive: «Presidente Berlusconi cosa aspetta ad andare ad elezioni anticipate e a mandare tutti a casa, presidente della Camera incluso?». Il titolo citava «quella minoranza del Pdl che va all'attacco continuo del premier». Ffwebmagazine, organo di FareFuturo, la fondazione di Fini, nota ironico «sagacia, coraggio, sobrietà », dell’Occidentale. I finiani scavano come vecchie talpe e i berlusconiani cominciano a irritarsi...
Il Secolo ieri ha dato voce a borbottii crescenti. Dice Alessandro Campi, direttore scientifico di FareFuturo: «Noemi e le veline hanno generato disagio fra molti elettori moderati e disagio fortissimo fra mamme e nonne, base fondamentale per Berlusconi. Così il premier rischia di intaccare il rapporto simbolico con chi voleva il cambiamento della macchina pubblica, il rinnovamento dei gruppi dirigenti ». Ma voi siete minoranza nel Pdl? «Molti dirigenti pensano queste cose, ma la paura di offendere il principe copre tutto».
Al Secolo la direttrice Flavia Perina dice: «Il nostro articolo è anche un richiamo ai parlamentari Pdl affinché tornino sul terreno delle riforme, meno burocrazia, meno tasse. Non è vero che tutti gli italiani aspirino a peccare come Berlusconi, che vorrebbero letterine e villa in Sardegna».
Feroce è la reazione della parte di An al fianco del premier. Il ministro La Russa: «C’è del vero in quel che scrive il Secolo, ma io non lo leggo. Anziché fare critiche per fare scandalo, dovrebbe cercare una sua identità e suoi lettori. Feltri è più spontaneo». Il capogruppo al Senato Gasparri: «Non parlo del Secolo, non intendo fargli pubblicità».
Il vicepresidente della Commissione antimafia, Fabio Granata, è invece fra i consiglieri di Fini: «C’è una destra che sulle donne mantiene una visione più legata a rispetto, eguaglianza, sensibilità. E’ ora di aprire dentro il partito una discussione politica. Le idee di Fini al congresso — laicità, cittadinanza, integrazione, legalità — sono considerate 'minoritarie' solo da chi dirige i gruppi parlamentari ». «Una donna che fa politica — dice il deputato e giornalista Marcello De Angelis — si entusiasma se sente parlare la Marcegaglia o la Perina, non per la metratura delle cosce. Il Parlamento riempito di bellocce è una ferita sanguinante... ». E Benedetto Della Vedova, ex radicale, ricorda come il senso della presenza politica del Pdl sia la rivoluzione liberale, magari con più donne nella classe dirigente: «Saremo giudicati non dalla pancia ma dalla testa della gente».
Il professor Campi dice che nei panni di Berlusconi si preoccuperebbe: «Fra una settimana, per inerzia, sarà votato, ma sul lungo periodo... Non ha avuto consenso perché è simpatico, ma perché aveva un progetto politico».
Andrea Garibaldi
27 maggio 2009 da corriere.it
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