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Autore Discussione: Deriva trash dei repubblicani  (Letto 2086 volte)
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« inserito:: Maggio 02, 2009, 04:43:24 pm »

Il partito orfano di Bush in cerca d’identità

Insulti radio e miss omofobe

Deriva trash dei repubblicani


«Il partito repubblicano si sta com­portando come un culto apocalittico; come un gruppetto di duri e puri in at­tesa di qualche Grande Evento Catarti­co che cambierà le cose a loro vantag­gio. Perciò la realtà attuale non gli inte­ressa; il presente non è che un'aberrazione tem­poranea ». Il sito liberal Mahablog prende in giro il Gop (Grand Old Party) perché è sempre più estre­mista e sempre meno in sintonia con gli america­ni, anche bianchi e mode­rati. Molti americani, più che usare le brillanti meta­fore di Mahablog, guarda­no con stupore un partito ormai minoritario a Washington però molto impegnato ad animare la tv spazzatura; e le radio, e i siti web. E' lo stesso partito che qualche anno fa stravinceva, che dettava la sua «social agenda» (molta famiglia, niente abor­to, molta religione, molte armi da fuo­co) all'intero Paese; che schierava una vispa squadra di intellettuali neocon ascoltatissimi anche all'estero, i quali trattavano i progressisti da poveracci. E che ora viene rappresentato da una squadra surreale, con nuove figure pa­recchio pop.

Una di loro è diventata in due setti­mane più seguita di Dick Cheney (ex vicepresidente molto in pista, anche per difendere le torture con cui la Cia ha ottenuto molte «valide informazio­ni ») e di Rush Limbaugh (ampio con­duttore radiofonico con tredici milioni di fans, che ha augurato a Barack Oba­ma di fallire ed è visto dagli irriducibili come il vero leader del Gop). Si chia­ma Carrie Prejean, ha 21 anni, è Miss California, ha forse perso il titolo di Miss America per essersi dichiarata contraria alle nozze gay. Da allora (19 aprile) è ospite continua dei talk show, ha aderito e girato uno spot per la National Organization for Marriage, è andata a Washington per fare lob­bying «a favore del matrimonio tradi­zionale ». Nel frattempo flirta con l'olimpionico Michael Phelps (non de­ve essere contraria alle droghe leggere, allora, o forse lo ha redento). Il trio Limbaugh-Cheney-Miss Cali­fornia è molto apprezzato dai comici li­beral di tarda serata: a corto di materia­le perché è complicato sfottere Oba­ma, si sono buttati sui repubblicani estremi.

Hanno grandi soddisfazioni (i comici) anche da Michele Bachmann, la deputata del Minnesota che l'anno scorso voleva commissioni maccarti­ste per indagare sul Congresso. A ini­zio aprile ha spiegato alla radio che Obama vuole creare «campi di rieduca­zione » per i giovani, per convertirli al socialismo. I timori di Bachmann han­no divertito molti telespettatori e uten­ti web; ma — insieme a tutto il resto — innervosiscono i suoi colleghi più moderati, o riformisti, o semplicemen­te realisti. Per questo un gruppo di no­tabili repubblicani, preoccupati della nomea di «partito dei no» e della deri­va trash, sta lanciando un'iniziativa di «rebranding». «Brand» vuol dire «marca», e loro vogliono rendere più dignitosa e appe­tibile la marca Gop. Attraverso un nuo­vo gruppo, il National Council for a New America; si riunirà domani ad Ar­lington, sobborgo virginiano della ca­pitale, poi andrà in tour per rinconqui­stare gli stati persi. Ci saranno John Mc­Cain, Jeb Bush, alcuni governatori pre­sentabili come il giovane indiano-ame­ricano Bobby Jindal della Louisiana, conservatore non imbarazzante (per­ciò manca Sarah Palin dell'Alaska, ora meno visibile ma vera diva della deri­va Gop-trash; iniziata o forse diventata chiara l'anno scorso, ad agosto, quan­do fu annunciata la sua candidatura; che fu un successo pop sul momento e poi un disastro, come è noto).

Maria Laura Rodotà
01 maggio 2009

da corriere.it
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