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Autore Discussione: Polonia, vade retro Radio Maryja  (Letto 2506 volte)
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« inserito:: Settembre 09, 2007, 09:58:53 pm »

9/9/2007 (8:36)

Polonia, vade retro Radio Maryja

L'emittente che divide la Chiesa

GIOVANNI CERRUTI


VARSAVIA
Grazie a noi e alla nostra Radio Maryja le questioni polacche ora sono conosciute in tutto il mondo...». Per una volta padre Tadeusz abbandona microfono e frequenze. Meglio scrivere, adesso. Ora che la Polonia rientra in una campagna elettorale che s’annuncia spietata, meglio evitare altre denunce e altre accuse. Meglio, soprattutto, non irritare i vescovi nemici e non esporre i vescovi amici. E così padre Tadeusz Rydzyk scrive su «Nasz Dziennik», Il Nostro Giornale: il suo giornale. «Che democrazia europea è quella dove i cattolici non hanno gli stessi diritti nel chiedere finanziamenti? I deputati guadagnano troppo a nostre spese!».

Per uno come lui, abituato a definire l’Olocausto «un lucroso business» e gli omosessuali «peccatori bisognosi di cure mediche», oppure a minacciare i deputati favorevoli all’aborto («le loro teste saranno rasate a zero!»), sono ancora parole gentili. 62 anni, frate Redentorista, la potente congregazione fondata da Sant’Alfonso Maria de Liguori, secondo un sondaggio del quotidiano «Gazeta Wyborcza» per due polacchi su tre sarebbe «il personaggio che più danneggia il Paese». Labbra sottili, le lenti degli occhiali affumicate, alza la voce solo quando parla alla radio e scomunica i nemici, che cominciano ad esser troppi.

Gli ebrei, l’Europa e l’euro, i tedeschi, i russi, gli omosessuali, l’aborto, l’eutanasia, i divorziati, l’evoluzionismo, il modernismo, la politica corrotta, i politici affaristi... Gli amici sono i gemelli Kaczynski, il Premier e il Presidente, e il secondo molto meno perché ha una figlia che si è sposata due volte. Amici che, in questa campagna elettorale avranno ancor più bisogno di padre Tadeusz, dei suoi voti e del suo impero di radio, tv, giornali, scuola di comunicazione, licei e due Fondazioni. «Raggiungiamo almeno sei milioni di polacchi», dicono da Torun, la loro piccola e invalicabile capitale, a due ore da Varsavia.

I polacchi non arrivano a 40 milioni, meno della metà vanno a votare, e dunque il «pacchetto» di Radio Maryja è ambìto e pesante. Se il Parlamento sciolto venerdì sera è figlio della Polonia di Solidarnosc e delle battaglie di Lech Walesa, Padre Tadeusz in quegli anni non era nemmeno nelle retrovie. Se ne stava in Germania Ovest, a vendere auto usate prima e ad organizzare pellegrinaggi alla Madonna di Medjugorje poi. Fino al 1990, quando scopre Radio Maria proprio in Italia, da padre Livio, a Erba, la copia e la importa in Polonia. La prima trasmissione è dell’8 dicembre 1991, la festa dell’Immacolata Concezione.

Abile, spregiudicato nelle alleanze, sicuro di sè. Tanto sicuro da poter navigare con il suo microfono tra vescovi e cardinali polacchi che non lo amano, come l’Arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwsz, l’ex segretario di Papa Giovanni Paolo II. Trova sempre chi lo difende, e ancora una volta sono i suoi media ad amplificare le benedizioni. L’ultima è di ieri, firmata da Stanislaw Budzik, segretario della Conferenza Episcopale di Polonia, a nome del presidente Cardinale Dziennik Michailik: «E’ stata violata la discrezione che spetta ai nostri incontri, e le discussioni su Radio Maryja non hanno alcun valore».

Per la Conferenza Episcopale polacca padre Tadeusz non sarebbe problema. Ma se lo fosse, è da maneggiare con cautela: anche se quasi tutti delle province lontane da Varsavia sempre di milioni di fedeli si tratta. Così l’Arcivescovo di Cracovia ne parla ai vescovi il 25 agosto, sostiene che è il caso di sostituire padre Tadeusz, invoca un intervento del suo diretto superiore il Generale dei Redentoristi e lascia che il settimanale cattolico «Tygodnik Powszechny» pubblichi uno stralcio della sua scomunica. Ma l’assoluzione arriva dal Cardinale Michailik: «Il problema non esiste, non perdiamo di vista gli aspetti positivi».

I milioni di ascoltatori fedeli, e forse anche i milioni nel senso di quattrini, rendono Padre Tadeusz un’intoccabile, una potenza nella Polonia dalla politica interna fragile. L’inventore di Radio Maryja, poi, sa come usare la comunicazione: tanto da riuscire, giocando con il microfono e le parole, ed è successo giusto un mese fa a Castel Gandolfo, a far passare un suo baciamano a Benedetto XVI come incontro privato. Immaginarsi la reazione del Congresso Ebraico europeo, che da anni definisce padre Tadeusz come «Goebbels in tonaca». Il Vaticano ha duvuto precisare e smentire, ma per Radio Maryja resta verità. E insomma, in Polonia conta più la Chiesa di Roma o la Radio di Padre Tadeusz? In campagna elettorale di certo peserà più la seconda, e il redentorista con le labbra sottili e le lenti affumicate lo sa bene. Più che la fede adesso conta il voto, conta l’abbraccio con il Premier uscente, il gemello Jaroslaw Kaczynski. Anche se qualche rischio non manca: padre Tadeusz vuole la pena di morte, vuole che l’aborto sia vietato dalla Costituzione, vuole un referendum per dire no all’Europa e addirittura non vuole più ebrei in Polonia «perché si sa come sono quelli, gli dai una briciola e ti ritrovi senza nemmeno il cappotto...». Amen.

da lastampa.it
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