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« inserito:: Luglio 17, 2007, 12:32:41 pm » |
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16/7/2007 - IN VIOLAZIONE DELL'EMBARGO DECISO DA EUROPA E USA Amnesty denuncia: Dall'Unione europea armi per il regime birmano Una fornitura di elicotteri da guerra superaccessoriati è pronta a partire dall'India
Una posizione comune del Consiglio dell'Unione europea che risale al 28 ottobre 1996 ed è stata puntualmente rinnovata, stabilisce contro la Brimania, o Myanmar che dir si voglia, «l'embargo sulle armi, munizioni e attrezzature militari e la sospensione degli aiuti non umanitari o dei programmi di sviluppo». E' giusto ricordarlo nel giorno in cui Amnesty International e Safeworld, insieme a altre Ong, denunciano il progettato invio nel Paese del Sudest asiatico di missili, pistole e motori «made in Ue».
Nel rapporto diffuso oggi da un gruppo di Organizzazioni non governative europee e internazionali, si legge che il governo indiano sta per trasferire a Myanmar l’Advanced Light Helicopter (Alh), un elicottero d’attacco prodotto in India, ma che non potrebbe funzionare senza componenti essenziali di provenienza europea. Questo caso, sottolineano le Ong, mette in evidenza quanto siano indispensabili e urgenti controlli piu’ rigorosi dell’Ue in materia di armi.
Se questo trasferimento andasse in porto, scrivono, Belgio, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Svezia potrebbero mettere a repentaglio l’embargo imposto dall’Ue nel 1988 nei confronti di Myanmar. I vari modelli dell’Alh sono infatti un vero concentrato di tecnologia comunitaria: contengono lanciamissili fatti in Belgio, missili, pistole e motori francesi, freni prodotti in Italia, serbatoi per il carburante e scatole del cambio britanniche, equipaggiamenti per l’autodifesa fabbricati in Svezia. Aziende tedesche hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo del design.
Vale forse anche la pena ricordare che ci son o pochi dubbi sull'utilizzo di queste forniture, dal momento che la Birmania/Myanmar ha una storia ricca e ampiamente documentata di gravi violazioni dei diritti umani, che le Nazioni Unite hanno descritto come diffuse e sistematiche, tra cui esecuzioni sommarie, torture e il reclutamento di bambini soldato.
Certo, il pretesto fragile-fragile per questo genere di affari è che nessuno degli stati coinvolti, di per sè, viola specificamente qualche divieto: salvo fornire un elmento che assemblato e utilizzato da parti terze, estrranee all'accordo, come l'India, diventa micidiale.
A peccare non è solo la vecchia Europa. Ci sono anche aziende statunitensi coinvolte nella produzione di equipaggiamento militare per l’Alh, a dispetto dell’embargo sulle armi pure imposto dagli Usa a Myannar.
Ecco l'elenco completo dei «componenti» e di chi li fornisce, diffuso da Amnesty: Belgio: lanciamissili prodotti da Forges de Zarbrugge FZ. Francia: motori prodotti da Turbomecca, pistole prodotte da GIAT, missili prodotti da Matra Bae Dynamics.
Germania: componenti per il controllo del volo e del motore prodotti da SITEC Aerospaces sviluppo del design da parte di Eurocopter. Italia: sistema frenante prodotto da Elettronica Aster SpA.
Regno Unito: sistema idraulico fornito da APPH Precision Hydraulics Ltd; equipaggiamento per il galleggiamento, sistema di serbatoi di carburante autosigillanti fornito da FPT Industries; serbatoi per il carburante, equipaggiamento per il galleggiamento e scatole del cambio forniti da GKN Westland. Svezia: equipaggiamento di autodifesa fornito da Avitronic, un’azienda di cui Saab AB e’ comproprietaria. da lastampa.it
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