Carlo Lucarelli Soltanto due domande

Soltanto due domande

di Carlo Lucarelli

Vorrei fare due domande.

La prima è al sindaco di Catania.

L’altro giorno sono stato alla commemorazione della morte di Giuseppe Fava, particolarmente significativa in questa occasione perché ricorrono 25 anni da quando è stato ucciso dalla mafia per quello che faceva e scriveva. C’era un sacco di gente, tanti ombrelli aperti –pioveva- che occupavano il marciapiede davanti alla lapide messa dagli studenti e arrivavano fin quasi in mezzo alla strada. Dove auto, autobus e furgoni facevano lo slalom tra le persone con i mazzi di fiori.
Non ho visto una transenna che limitasse il traffico, non ho visto un vigile urbano che lo regolasse, non ho visto neppure un’autorità cittadina, un assessore, un sindaco. Sembrava la cerimonia privata di un gruppo di persone che si fosse ritrovata a ricordare un proprio caro.

Ma non è così. Non è soltanto così.

Giuseppe Fava è un patrimonio della città, e la sua memoria è qualcosa che onora Catania, la Sicilia e l’Italia intera. Dovremmo custodirla tutti con passione, quella memoria, proteggerla con tenerezza. La gente lo ha fatto, la città reale lo ha fatto, attaccando mazzi di fiori ad un gancio nudo con un cappio di filo di ferro. Mi sarei aspettato di più anche da parte della città ufficiale, ma non l’ho vista.

Signor Sindaco, sono io che mi sono sbagliato? Sono arrivato tardi o mi sono distratto?

La seconda è al quotidiano catanese “La Sicilia”, di cui conosco e stimo tante persone che ci lavorano. È vero, come dice Claudio Fava, che dopo la morte di suo padre il giornale non ne pubblicò il necrologio? Perché conteneva l’imbarazzante parola “mafia”, dice lui.

Amici de La Sicilia, è vero?

09 gennaio 2009

da unita.it