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Autore Discussione: Andrea Garibaldi. Babele del testamento biologico  (Letto 2453 volte)
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« inserito:: Novembre 16, 2008, 05:31:01 pm »

La Binetti: «Conciliare il valore della vita e della libertà»

Babele del testamento biologico

Sei progetti diversi solo nel Pd

In più ci sono le tre proposte di legge del Pdl e una della Lega. Creato un «comitato ristretto», ma le divisioni restano


ROMA — Da quarantott'ore si leva un coro, da destra e da sinistra: subito una legge sul testamento biologico, la possibilità di scrivere a quali cure si voglia essere sottoposti, anche in caso di incoscienza. Ma dire «ci vuole una legge» non significa nulla. Quale legge? In realtà nel Partito democratico esiste — non è una novità — un profondo contrasto fra l'anima laica e quella cattolica. E nel centrodestra c'è la tentazione di votare la legge a maggioranza, con l'appoggio — appunto — di una parte di Pd e dell'Udc. In commissione Sanità, al Senato, giacciono dieci proposte, sei del Pd (una dei radicali), tre del Popolo della libertà e una della Lega. Mai questa materia è approdata alla discussione in aula, ma nel 2005 un testo fu votato all'unanimità in commissione al Senato. Diceva che «ogni trattamento sanitario è subordinato all'esplicito ed espresso consenso dell'interessato».

Ma cos'è e cosa non è «trattamento sanitario»? Oggi il contrasto è proprio qui. Il nodo è: «Idratazione e alimentazione ». Indirettamente nelle proposte degli illustri medici del Pd, Marino e Veronesi, ed esplicitamente nella proposta radicale, bere e mangiare sono considerati trattamenti sanitari, ove avvengano con ausili esterni. La legge di Ignazio Marino (credente, ma laico) lascia piena libertà al malato, o al suo fiduciario, di decidere se utilizzare ogni risorsa della scienza, oppure no. Nella proposta Baio Dossi (uguale a quella di Paola Binetti alla Camera) invece «idratazione e nutrizione sono sempre e comunque garantite al paziente». E questo ultimo concetto si ritrova nelle proposte Pdl. Quella del presidente della commissione, Tomassini, dice: «Idratazione e alimentazione parentale non sono assimilate all'accanimento terapeutico ». Difficile conciliare, quindi come andrà a finire? «Se non ci sarà accordo — dice Tomassini — la legge passerà a maggioranza». E il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella: «Binetti e cattolici democratici possono votare con noi».

Nel Pd, per sanare le fratture, è stato creato un «comitato ristretto», che non trova la quadratura. Paola Binetti la vede così: «Io voglio conciliare il valore della vita e la libertà. Nutrizione e idratazione sono forme di sostegno vitale». E spiega: «Lavoreremo nel Pd perché cresca l'anima cattolica. Chiedo agli ex popolari di interpellare la loro coscienza... ». Nel Pdl, differenze meno marcate. In Forza Italia c'è un gruppo di ex socialisti e radicali come Margherita Boniver e Della Vedova: alla Camera hanno ripresentato la legge approvata in commissione nel 2005. E Berlusconi? Ai tempi del caso Terry Schiavo disse di condividere «in pieno» un articolo di Baget Bozzo dove addirittura si leggeva: «L'eutanasia è l'atto di un uomo libero ». Sette giorni dopo dichiarò: «In casi simili solo Dio può decidere. Io non avrei staccato la spina». Il presidente Tomassini confida che presto la commissione varerà un testo e entro la primavera il Senato consegnerà una legge alla Camera. Si tratterà della versione voluta da maggioranza e cattolici democratici? «Se così — dice Marino — ci saranno centinaia di cause in tribunale». Sulla scia di Eluana.

Andrea Garibaldi
16 novembre 2008

da corriere.it
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