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Autore Discussione: Operai e studenti delle medie: in 60mila a Torino  (Letto 2446 volte)
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« inserito:: Ottobre 30, 2008, 11:45:49 pm »

Operai e studenti delle medie: in 60mila a Torino


Tonino Cassarà


Sono tanti. tantissimi. Decine e decine di migliaia, ma nessuno osa sbilanciarsi sui numeri degli imponenti cortei che stanno scivolando per le vie del centro di Torino. All’inizio della mattinata, mentre gli studenti con i loro striscioni colorati continuavano ad affluire da ogni angolo della città, fonti della questura avevano parlato di 20mila persone. Due ore dopo però gli studenti delle medie non erano ancora riusciti ad uscire da Piazza Arbarello dove si erano concentrati già a partire dalle otto. Cinquanta, forse 60mila dice, Guido, cineoperatore della Rai che di cortei a Torino ne ha seguiti per un quarto di secolo. Dire quanti è impossibile, gli studenti sono riusciti a spiazzare tutti, dai sindacati ai partiti e forse anche le stesse forze dell’ordine. Usano infatti una strategia tutta loro, la strategia dell’anguilla: scivolano via. Non si fermano, arrivano in Piazza Castello dove avrebbe dovuto tenersi il comizio sindacale, ma non entrano in piazza. Continuano a muoversi come non ci fosse una meta, se ne vanno in giù verso Piazza Vittorio, proseguono su Via Roma.

L’anguilla continua a sfiorare Piazza Castello, ma non si ferma scivola via. L’adesione delle scuole è stata pressoché totale, e ai ragazzi si sono aggiunti i genitori e anche qualche nonno. Non fosse per la disastrosa situazione che l’ha prodotta, quella di oggi, complice il sole splendente, sarebbe una indescrivibile giornata di festa. Alle otto stamattina davanti a Palazzo Nuovo c’era già grande fermento, all’interno si smantellava quanto era servito per la notte bianca appena trascorsa, mentre all’esterno si preparava il furgone che avrebbe aperto la testa del corteo degli universitari. In Via Po, davanti al Rettorato, gli studenti di farmacia avevano intanto creato il loro punto di raccolta che andava a coincidere con quello degli amministrativi. Poco più in su il concentramento di medicina che ballando al ritmo di samba continuava ad applaudire al passaggio degli striscioni delle scuole medie che andavano in su verso l’appuntamento degli istituti superiori. A Piazza Arbarello il clima di festa si era scatenato forse anche più presto. I primi ad arrivare sono stati gli studenti della prima cintura, Orbassano, Pianezza, Rivalta, sono gli studenti degli istituti tecnici cresciuti in anni migliori all’ombra delle fabbriche ora in via di dismissione. Intanto arrivano anche gruppi di operai, ci sono alcuni della Fiom, quelli della Alenia.

Probabilmente molte tute blu sono genitori dei ragazzi che sfilano prestando poca attenzione alle sigle. Di fatto non ci sono bandiere di nessun partito, non ci sono quelle dei sindacati. Solo gli striscioni con i nomi delle scuole, e molti ragazzi hanno al collo la sciarpa con i colori della squadra del cuore. I “grandi” restano spiazzati, non si sentono slogan, ma l’anguilla scivola e urla come fosse ad un concerto dove lo studente è la star del momento. L’urlo da concerto è il filo conduttore che permette di seguire le onde dei cento spezzoni, anche ad occhi chiusi. Una ragazzina guarda la telecamera che la inquadra e saluta “Ciao mamma”, come ad un concerto appunto. Intanto però il concerto c’è davvero ed è in Piazza castello.

Nell’atrio del Teatro Regio, il Maestro Silvio Gasparella dirige gli orchestrali che eseguono il finale della II Parte dell’Aida. “Suoniamo – dice Mauro Barra, Rsu al regio- per solidarizzare con gli studenti, ma soprattutto per dare un segnale in difesa della cultura. I tagli del Governo faranno collassare la scuola, l’Università, il cinema e certamente il Teatro. Purtroppo viviamo nell’Italia della Tv e i provvedimenti per la cultura sono presi da incompetenti”. Davanti al palco allestito dal sindacato iniziano a raccogliersi gli insegnanti. Anche qua se si chiede quanto è grande il corteo, nessuno osa sbilanciarsi. Toso, segretario regionale della Cisl: “non do numeri. è incalcolabile. Certo siamo di fronte ad un corteo imponente e per le scuole forse mai visto, ma una presenza così massiccia non stupisce. I modi e i contenuti del decreto sulla scuola coinvolgono le famiglie e qualsiasi governo avrebbe avuto il dovere di confrontarsi in maniera costruttiva con chi dal decreto viene travolto. La piazza chiede una scuola buona, è qualificata ad un confronto col Governo, ma la politica sembra sorda alla ragionevolezza e, errore imperdonabile, procede convinta delle sua autosufficienza”. Altre manifestazioni intanto si stanno svolgendo in tutto il Piemonte, mentre sotto il palco di Piazza Castello a Torino si sente finalmente uno slogan: “Gelmini, Gelmini, non siamo burattini”, a scandirlo sono gli insegnanti mentre l’Anguilla continua a scivolare per vie della città.

Pubblicato il: 30.10.08
Modificato il: 30.10.08 alle ore 15.13   
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