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Autore Discussione: Roma, il nudo da passeggio  (Letto 3133 volte)
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« inserito:: Luglio 24, 2007, 10:41:59 am »

24/7/2007
 
Roma, il nudo da passeggio
 
 
CARLO ROSSELLA
 
Taki, nella sua rubrica High Life sullo Spectator «Beautiful Rome». Anne Hathaway «Dreaming Roma». Sienna Miller «Fantastic Rome». Anna Wintour, direttrice di Vogue «Rome is romantic and charming». I personaggi dello star system hanno elogiato nelle settimane scorse la Roma di Valentino, tutta sfilate ed eleganza, discrezione e stile. Hanno portato a Londra ed a New York una immagine della capitale bella e sconvolgente come una foto di Mario Testino per Vanity Fair.

Ma la Roma estiva, accaldata, sudata, lucida di creme ed abbronzanti, nuda e cruda è ben diversa dalla chic Roma del gran sarto di piazza Mignanelli.

È la Roma di via del Corso, che marcia seminuda verso la meta. Certi pomeriggi basta fermarsi in largo Goldoni e guardare le due colonne umane che provengono una da via Condotti e l’altra dal Corso, verso e da piazza del Popolo. Su dieci donne, almeno cinque mostrano molto più del necessario. Seni straripanti sotto le micro magliette. Ombelichi spesso emergenti da pance adipose. Fondi schiena che fanno intravedere tutto il possibile. Gambe in completo plein air, su su fin quasi all’ultimo piano. La pelle di queste guerriere è in genere abbronzata o rossa di calore, specie nelle viaggiatrici nordiche. Le nude affrontano in modo sfacciato le svestite, soprattutto se sono in gruppo.

Le più aggressive sono le spagnole e le sudamericane, capaci di entrare in quello stato, e per rinfrescarsi anche nelle chiese come San Carlo al Corso, ben vigilate per fortuna da sacrestani molto rigorosi.

Ma non solo le donne danno spettacolo. Uomini e ragazzi non sono da meno: canottiere, hot pants, mezzibusti nudi, bicipiti ben oleati e tatuati. Fontana di Trevi è di fatto una spiaggia in piena Roma. Le passeggiate archeologiche sono il trionfo dello spogliarello turistico. Solo a South Beach (Miami) si vede così tanta carne in giro. La città santa assume tratti da spiaggia popolare. Ovviamente attorno a tutto questo nudo prospera il peccato di desiderio. Ho visto gruppi di seminaristi abbastanza turbati da quei corpi di donne in mostra. Sul Corso può venire il torcicollo a forza di voltarsi e guardare. Ma anche certe signore non trascurano qualche occhiata al palestrato dai capelli lucidi di brillantina e la mini canottiera nera.

In largo Goldoni si respira sesso alle cinque della sera. Rispetto all’anno scorso le zone scoperte sono aumentate, come la temperatura. E che succederà l’anno venturo quando, a causa dell’effetto serra, la stagione estiva sarà ancora più torrida? L’area del nudo dalle borgatare e dalle turiste si estenderà ad altri ceti sociali oggi ancora fedeli al lino e alla cotonina? Walter Veltroni dovrebbe dedicare nel programma del partito democratico qualche riga anche a questi devastanti effetti climatici. Ed estetici.

Ma l’impazzimento estivo tocca anche la Roma di certe feste trimalcionesche. Il settimanale Panorama, nel numero di due settimane fa, ha raccontato la capitale smutandata fra parties alla mozzarella ed eccessi post felliniani. E quasi ogni giorno su «Cafonal», la rubrica di Dagospia, il pasto nudo di dame e cavalieri è illustrato dalle impareggiabili foto di Pizzi, un paparazzo artista che dipinge la Roma torrida gaudente e molto pulp, che non ostenta la carne e il sesso in via del Corso ma negli hot parties di mezza estate. «Che dio salvi la città dal peccato», ha detto domenica scorsa, durante l’omelia di una messa celebrata in latino, un sacerdote della chiesetta tradizionalista di via Leccosa. Faceva caldo. E le signore ben coperte combattevano l’afa con bei ventagli fin de siècle.

da lastampa.it
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