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Autore Discussione: Chavez: «I bombardieri russi sono un avvertimento agli Usa» (!?)  (Letto 2876 volte)
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« inserito:: Settembre 12, 2008, 04:43:45 pm »

Il presidente commenta l'arrivo dei due aerei militari in Venezuela

Chavez: «I bombardieri russi sono un avvertimento agli Usa»

«Con Mosca siamo alleati strategici. Il nostro non è più un paese povero e solo»

 
 
CARACAS - I due bombardieri russi TU-160 arrivati mercoledì in Venezuela sono da intendersi come un «avvertimento» agli Stati Uniti. Lo ha detto Hugo Chavez. «La Russia è con noi, siamo alleati strategici - ha precisato il presidente venezuelano -. È un messaggio all'impero».

«IL VENEZUELA NON E' PIU' SOLO» - Leader della sinistra radicale e grande oppositore degli Stati Uniti nella regione, Chavez ha aggiunto che il Venezuela non è più un paese "povero e isolato".

VOLI DI ADDESTRAMENTO - I due bombardieri russi TU-160 sono atterrati mercoledì in Venezuela per svolgere "voli d’addestramento", secondo la versione ufficiale di Mosca e di Caracas. La Casa Bianca ha fatto sapere di voler seguire "da molto vicino queste manovre".


11 settembre 2008

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 12, 2008, 04:54:19 pm »

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Prima intervista televisiva per la candidata repubblicana alla vicepresidenza

La Nato va allargata e se gli stati membri sono aggrediti bisogna aiutarli

Palin, debutto tv da "donna forte" "Pronti alla guerra con la Russia"

 

WASHINGTON - Sarah Palin va alla guerra. Nel suo debutto in tv da candidata alla vicepresidenza, manda un avvertimento a Mosca: l'America vuole l'estensione della Nato ad altri paesi ex sovietici e se la Russia facesse un bis dell'invasione della Georgia, è pronta anche a un conflitto armato.

"Ucraina e Georgia meritano di entrare nella Nato", dice Palin a Charles Gibson, il giornalista della Abc che ha avuto l'esclusiva dell'intervista più attesa in questi giorni negli Usa. Se Tbilisi fosse stata già parte dell'Alleanza o se la Russia invadesse uno stato membro, aggiunge, gli Usa potrebbero entrare in guerra con Mosca, "perché questo è l'accordo che prendi quando sei un alleato della Nato: se un altro paese viene attaccato, devi aspettarti di venir chiamato in aiuto".

Palin ci tiene a chiarire che non ha "battuto ciglio" quando John McCain le ha offerto la candidatura alla vicepresidenza: "Non puoi avere esitazioni, ho la sicurezza e la preparazione che servono". All'intervistatore che le chiede se si sente pronta anche a subentrare al presidente, se al 72enne McCain accadesse qualcosa, la governatrice risponde di sì senza esitazioni.

La governatrice dell'Alaska, che in passato ha definito la guerra in Iraq "un compito indicato da Dio", si dice poi "convinta che vi è un progetto per questo mondo e che questo progetto sia per il bene". "Penso che vi sia grande speranza e grande potenziale per ogni paese - afferma - per vivere e veder protetti i suoi diritti inalienabili che sono dati da Dio. Credo che questi siano i diritti alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità. Questo, a mio giudizio, è il grande piano del mondo". Si tratta dei tre diritti affermati nella Dichiarazione d'Indipendenza americana.

Palin era sparita in sordina dall'Alaska due settimane fa, senza che nessuno se ne accorgesse, per spuntare all'improvviso al fianco di McCain come candidato vicepresidente. Adesso è tornata a casa, con un esercito di giornalisti al seguito, accolta come un'eroina locale e trasformata in protagonista della politica nazionale. L'intervista, che la Abc intende proporre a puntate in vari programmi del network fino a sabato, era molto attesa, perché Palin resta un personaggio per ora semisconosciuto per il grande pubblico.

La pausa in Alaska durerà poco. Gli strateghi repubblicani pensano di riunire in fretta la coppia McCain-Palin, che ha dimostrato un ottimo 'feeling' in questi giorni di campagna elettorale. Di solito il candidato presidente e il suo vice si dividono nelle ultime settimane di campagna, per coprire più terreno. Ma l'idea di McCain adesso è di tenere al suo fianco la popolare Palin, un po' come avvenne nel 1992 con l'allora inseparabile coppia Bill Clinton-Al Gore, che conquistò l'America con il proprio look giovanile e sconfisse il presidente in carica, George Bush padre.

L'11 settembre della Palin è stato accompagnato da immagini ad effetto che sembrano destinate a rafforzarne il personaggio "giù al sud", negli altri stati degli Usa. Proprio nel giorno dell'anniversario dell'attacco all'America del 2001, quando il patriottismo statunitense è al massimo, la governatrice ha partecipato a una cerimonia dell'esercito per salutare il figlio Track, in partenza come soldato per l'Iraq. Il bagno di folla al suo arrivo all'aeroporto di Fairbanks, con 3.000 persone alcune delle quali erano in attesa da sei ore per vederla, servirà inoltre ai repubblicani per insistere sull'immagine di governatore più popolare d' America.

(12 settembre 2008)

da repubblica.it
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