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Autore Discussione: GIUSEPPE MUSSARI. Chiavi etiche per sfide da manager  (Letto 2565 volte)
Admin
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« inserito:: Settembre 09, 2008, 10:04:53 am »

9/9/2008
 
Chiavi etiche per sfide da manager
 
 
GIUSEPPE MUSSARI*
 
Il ciclo economico internazionale attraversa una fase gravida di rischi, contraddistinta dalla speculazione di breve periodo; una fase miope, che vede le contraddizioni gravare su strati sempre più ampi e più poveri dell’umanità.

Questo porta alla necessità di una profonda riflessione sul tema dell’approccio etico all’economia reale e finanziaria. Per questo, è senza dubbio utile coniugare questa premessa con la vita di un sistema aziendale complesso, pienamente inserito nel mercato, ma non per questo succube delle distorsioni che esso produce.

Per un’azienda di servizi la leva strategica fondamentale sta nel coltivare e promuovere la generazione e la crescita della conoscenza, dei clienti, dei dipendenti (e, se ci si riesce, dell’intera collettività), in base al principio per cui «ottenere un successo significa aver prima ottenuto il successo degli altri». Ogni azienda, in primis quelle bancarie e finanziarie, giocherà la lotta per la leadership sulla relazione con i clienti (vero elemento differenziante) e sulla condivisione responsabile e consapevole dei fini con il proprio patrimonio umano.

Nel nuovo rapporto che l’impresa stabilisce con il mercato il vero bene di scambio diviene la conoscenza, ovvero l’insieme di rapporti e di capitale immateriale che ogni organizzazione e ogni individuo accumula nel corso della propria esperienza. Quello che si sa conta molto di più di quello che si ha.

Al contrario di capitale e lavoro (che sono utilizzabili in quantità «finite»), la conoscenza ha un grande vantaggio: se comunicata e condivisa, rappresenta una risorsa «infinitamente» rinnovabile e «scambiabile» sul mercato. In questo quadro, la ricerca dei talenti e la formazione continua sono elementi fondamentali nel processo strategico dell’azienda e nella sua valutazione economica: sono asset che generano valore e che devono misurarsi e confrontarsi con i risultati gestionali.

Nella costruzione logica fin qui delineata manca ancora un tassello: la fiducia.

Il livello di conoscenza e di approfondimento delle esigenze della clientela ha chiarito che la sfida della fiducia è soprattutto culturale. Solo attraverso la condivisione degli interessi possiamo sperare di costruire un percorso evolutivo di contaminazione cognitiva e culturale che permetta a noi e a tutti i nostri stakeholder di crescere insieme.

Nell’attuale sistema competitivo, in ogni caso, appare di fondamentale importanza la capacita di «continuità nel tempo» del sistema azienda, la capacità, cioè, di generare valore nel proprio processo di trasformazione, lungo una virtuale rete che lega la collettività generale. In questo senso la generazione di valore nel processo di trasformazione è il punto chiave della competitività strategica di ogni organizzazione e, quindi, quanto più elevata è questa capacita e, soprattutto, quanto più è stabile nel medio-lungo periodo, tanto più un’organizzazione legittima la propria continuità nel tempo.

Il senso pieno del valore non si trova allora nel risultato, magari «ottimo» ma fine a se stesso, di breve periodo, bensì nella sua continuità, in definitiva nella tenuta, nel tempo, del rapporto di fiducia che si è stati capaci di instaurare.



 (*) presidente del Monte dei Paschi di Siena.
Sintesi dell’articolo pubblicato su «Atlantide» - quadrimestrale della Fondazione per la Sussidiarietà diretto da Giorgio Vittadini - d’imminente uscita nelle librerie e nelle edicole. 

da lastampa.it
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