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Autore Discussione: Rapina a domicilio  (Letto 2302 volte)
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« inserito:: Agosto 11, 2008, 10:09:56 pm »

Rapina a domicilio

di Giorgio D'Imporzano


Giorno e notte, da soli o in squadra. Ecco come colpiscono i ladri d'appartamento: i professionisti del crimine che rovinano le vacanze degli italiani  Se questa estate andremo al mare, solo i soldi e tanto amore, e vivremo nel terrore che ci rubino l'argenteria... Nell'agosto di trent'anni esatti fa Rino Gaetano cantava l'incubo di ogni famiglia in vacanza: tornare e trovare la casa svaligiata. E ancora oggi il 63 per cento degli italiani è unito dalla stessa paura, che nemmeno i pattuglioni metropolitani di soldati riesce a cacciare. Perché i professionisti non temono nemmeno le ronde in tuta mimetica.

Ivan il serbo non conosce le parole di 'Nuntereggae più', ma in materia è un'autorità indiscussa: "Prima di scegliere un appartamento guardo i vasi sul balcone, i fiori ti dicono tutto sul conto corrente di chi ci vive". A 45 anni è il re dei ladri di Milano, tanto che in questura lo hanno soprannominato '110 e lode'.

Grande giocatore di scacchi, un tempo era il campione dei borseggiatori, girava in metropolitana col 'cappotto cammello', e con l'aria del dottore distinto sfilava il portafogli alle signore dopo avergli ceduto il posto a sedere. Se anche si accorgevano del furto non sospettavano mai di lui, che tirava su 20 milioni di lire al mese. Poi, dopo essere stato pizzicato tre volte dall'antiborseggio, ha fatto il salto di categoria e ora non c'è serratura che gli resista. Questa è la sua stagione di caccia.

I trucchi dei proprietari di case possono forse funzionare con i dilettanti ma c'è ben poco da fare per proteggersi da predatori come Ivan, che lavorano con bande organizzate. L'appuntamento è in piazza Cinque Giornate, a Milano. Il tempo delle presentazioni e Ivan sa già elencare tutto quello che il cronista ha addosso: sigarette, portafogli nella tasca posteriore, soldi in quella davanti e due cellulari nel piccolo borsello.

L'occhio svelto di quando lavorava in metropolitana gli è rimasto: "Quando sei in strada devi studiare la vittima, vedere come è vestita, seguirla e scoprire dove abita. In casa sua, per esempio, non entrerò mai", dice sorridendo.
Un valido consiglio per difendersi dai ladri di agosto? "Portare tutto in una cassetta di sicurezza in banca, lì noi non entriamo", risponde sicuro Ivan. E sentenzia: "Perché non esiste una casa inviolabile".

Le bande di professionisti sono composte da almeno tre persone, gente del mestiere con anni di esperienza: "Uno fa il palo, un altro è di supporto e guida la macchina e quello con 'le palle' entra e fa il lavoro sporco". Altro che Capannelle che mangia pasta e fagioli nei 'Soliti ignoti'.

La sua banda non sfonda il muro sbagliato con il crick, ma sceglie la zona dove colpire e studia l'obiettivo per giorni, non solo osservando i fiori, ma anche studiando la posizione delle telecamere, gli allarmi, le luci accese o spente, le cassette della posta gonfie di lettere. "Noi leggiamo sempre la cronaca nera e se un furto in un quartiere ha avuto molto risalto sui giornali, per un po' abbandoniamo quella zona perché chi ci abita alza la guardia".

Per ogni intralcio nel portare a segno un colpo, c'è un rimedio facile. Le scatole dei sistemi d'allarme vengono forate con un trapano e riempite di schiuma espansa, come quella che usano gli idraulici. "Poi ti fumi una sigaretta e in due minuti la sirena si disattiva da sola".

Servono a poco anche le porte blindate e le serrature sempre più complicate: "Quando non basta lo spadino usiamo il piede di porco, lo infiliamo sotto la porta, la facciamo uscire dai cardini e in altri cinque minuti siamo dentro". Una volta in casa, oltre all'esperienza, è il fiuto che guida Ivan e quelli come lui.

La prima stanza che viene 'visitata', di solito, è la camera da letto, "perché è lì che i proprietari nascondono denaro e gioielli". Frugano nei materassi con la cerniera, sopra gli armadi e sotto al letto. Poi si passa alle altre stanze;nel bagno si guarda tra i cosmetici e dentro il cassone del water, dove spesso vengono nascosti i gioielli imbustati in un sacchetto; in cucina si rovista nei barattoli che sono nel congelatore; nel soggiorno vengono aperti tutti i libri, i dvd e i cd alla ricerca del contante oppure si smonta col cacciavite la scatola del televisore, dove c'è lo spazio per nascondere vari oggetti.

La banda sa quanto tempo ha a disposizione e quanto rumore può fare per non svegliare i vicini. E capita che, se l'alloggio promette bene, ci passino l'intera notte. La 'perquisizione' viene fatta con i guanti e difficilmente la scientifica troverà impronte. Non a caso quasi nessun furto in appartamento viene risolto, o almeno non grazie ai rilievi eseguiti dopo il colpo.

La gang poi ricerca la cassaforte, in genere mimetizzata dietro i quadri o negli armadi. Ma anche quelle murate non offrono grande resistenza: "In molte case basta un grosso cacciavite per smurare la cassaforte dalla parete. Poi la portiamo via e con calma, in un posto isolato, cominciamo a picchiare con una mazza da cantiere sul retro, dove il metallo è meno spesso. Tanta fatica in realtà rende poco, perché a questo punto entra in campo il ricettatore".

Una categoria che non conosce crisi, tradizionalmente composta da italiani, spesso anziani, e qualche volta da nomadi. Ivan e i suoi complici sanno a chi rivolgersi per gli orologi, per i gioielli e per gli hi-fi, ma può capitare la persona giusta che acquista tutto in blocco: mille euro al chilo per l'argento, 9 euro al grammo per l'oro, 6 mila euro a carato se il brillante è bello.

Il dirigente della Squadra mobile della questura di Milano, Francesco Messina, spiega che, soprattutto nelle metropoli, i furti vengono commessi da diverse figure criminali. Ci sono quelli che improvvisano e si infilano in una porta lasciata aperta perché "l'occasione fa l'uomo ladro"; gli zingari; le bande straniere, composte da sudamericani o slavi e, ormai quasi estinti, gli italiani, che si sono ritagliati la fetta di mercato dei furti di opere d'arte su commissione.

I nomadi, soprattutto i rom, si sono specializzati nei colpi veloci, messi a segno di giorno. "Escono dai campi la mattina e colpiscono dove capita; entrano nelle case e cercano solo l'oro e gli oggetti a portata di mano, senza mettere a soqquadro l'appartamento perché non hanno tempo da perdere".

Del tutto diversa è la strategia delle bande organizzate. Per il capo della Mobile milanese contro di loro "occorre avere un approccio investigativo identico a quello utilizzato per la criminalità organizzata, con intercettazioni, intelligence e indagini tradizionali". I cileni, per esempio, sono in grado di progettare i furti in ogni minino dettaglio. Veri funamboli, fisicamente preparati, agiscono col buio e nei fine settimana, solo nelle zone centrali, le più ricche, ma non sono mai armati, perché l'obiettivo è il bottino e se vengono scoperti si danno alla fuga.

Qualche mese fa, proprio a Milano, la polizia è riuscita ad arrestare una gang cilena: custodiva una mappa dettagliata di una porzione di strada dove aveva effettuato numerosi furti, con tanto di orari delle portinerie, indicazione delle telecamere di sorveglianza e vie di fuga.

Una banda di serbi invece era così organizzata da autotassarsi per pagare le spese legali a un complice finito in carcere, rimpiazzato da un altro specialista fatto arrivare apposta dai Balcani. Con ladri del genere a poco servono le indagini alla 'Csi', mentre sono fondamentali i sopralluoghi ben fatti. "Per questo è importantissimo che i proprietari che scoprono di aver subito un furto non tocchino niente, non entrino nemmeno nell'appartamento, e chiamino subito le forze dell'ordine".

Dei furti in appartamento messi a segno da professionisti del genere, carabinieri e polizia hanno una banca dati aggiornata quotidianamente. Così, quando si indaga su un colpo importante, si parte da una lista di sospetti, di cui si controllano gli alibi e a cui si tenta di associare le eventuali tracce lasciate sul luogo del delitto. Insomma, non si tratta più dei soliti ignoti, ma semmai dei soliti sospetti.

(11 agosto 2008)


da espresso.repubblica.it
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