La riforma di Eurolandia: sussidi comuni, un Tesoro europeo e conti pubblici sani
Il progetto finale per il rilancio dell'area è stato messo a punto dai quattro presidenti dell'Unione, Draghi, Juncker, Tusk e Dijsselbloem e verrà presentato oggi ai capi di Stato e di governo.
Ecco l'anticipazione
Di ALBERTO D'ARGENIO
22 giugno 2015
ROMA. In una settimana i capi di Stato e di governo si giocano il futuro dell'euro e dei suoi 330 milioni di cittadini. Oggi il summit d'emergenza sulla Grecia mentre giovedì e venerdì i leader europei torneranno a Bruxelles per il normale vertice di inizio estate. Doveva essere quella l'occasione per presentare il rapporto dei 4 presidenti sulla nuova governance dell'euro. Ma la sua approvazione viene anticipata a oggi, per mostrare ai mercati che Eurolandia va avanti e si rinforza anche nel caso di eventuale default greco. In 25 pagine Draghi (Bce), Juncker (Commissione), Tusk (Consiglio) e Dijsselbloem (Eurogruppo) disegnano il nuovo governo della moneta unica. Il testo non piacerà a tutti i premier, per alcuni potrebbe essere poco ambizioso, ma comunque introduce diverse innovazioni nella catena di comando di Eurolandia e dovrebbe essere approvato.
INTERATTIVO
Road map di dieci anni
Nei prossimi 10 anni i capi delle istituzioni Ue vogliono ammodernare l'euro agendo su 4 pilastri: Unione Economica, Unione Finanziaria, Unione Fiscale e Unione Politica. È prevista una road map per portare a termine la ristrutturazione della divisa comune con tre diverse tappe. Il primo "stage" parte dal primo luglio 2015 e si chiude il 30 giugno 2017. Si prevede una manutenzione "senza cambiare i trattati". Per le due tappe successive nulla viene specificato, lasciando aperta la possibilità di modificarli. Il secondo stage parte dal primo luglio 2017 mentre il terzo si chiuderà nel 2025. Quest'ultimo non prevede però azioni specifiche con i 4 presidenti che si limitano a scrivere: "Quando le due tappe precedenti saranno completate l'eurozona sarà stabile, prospera e attrattiva per gli altri paesi che volessero entrarci ". Dunque un nocciolo duro, quello dell'euro, che va avanti, un'Unione più blanda per gli altri che possono però raggiungere i pionieri.
La filosofia è tedesca, riforme e conti a posto e poi solidarietà con una crescente cessione di sovranità: "I governi dovranno accettare una crescente condivisione delle decisioni sui loro bilanci e sulle loro politiche economiche. Un successo nella convergenza economica e nell'integrazione finanziaria apre la strada ad alcuni gradi di condivisione dei rischi".
Unione economica
Lo stage 1 di questo primo pilastro prevede la creazione di un Euro area System of Competitiveness Authorities. In ogni stato membro nascerà un'autorità indipendente che "dovrà controllare che i salari evolvano in linea con la produttività e valutare i progressi delle riforme ". La Commissione terrà in considerazione le loro conclusioni per scrivere le indicazioni ai singoli governi e valutare se mettere un Paese sotto procedura per deficit eccessivo o per squilibri macroeconomici.
Proprio la procedura per squilibri macroeconomici - finora mai azionata - dovrà essere usata di frequente anche "per incoraggiare le riforme strutturali ". Dunque "forzando" i governi ad agire (è un commissariamento che prevede anche sanzioni). Se questo passaggio è rivolto ai governi restii a fare riforme impopolari, il paragrafo successivo parla alla Germania: la procedura sarà lanciata "anche contro chi accumula surplus di bilancio senza stimolare la domanda interna". In questa fase di "convergenza" c'è l'impegno ad accompagnare riforme e risanamento con "una politica sociale da Tripla A".
Nello Stage 2 dell'Unione economica si legge: "Nel medio periodo il processo di convergenza per rendere più resistente l'euro deve diventare più vincolante concordando una serie di standard di alto livello definiti nella legislazione europea che ogni governo dovrà raggiungere. La sovranità sarà condivisa, ci saranno decisioni forti a livello di area euro e di singoli paesi. Gli standard comuni riguarderanno mercato del lavoro, competitività, ambiente economico, pubblica amministrazione e politica fiscale. Le procedure per squilibri macroeconomici potrebbero esser usate non solo come strumento per prevenire e correggere squilibri, ma anche per spingere le riforme verso gli standard comuni ". Dunque una stretta ancora più potente sulle riforme ma dal 2017 "chi centrerà gli obiettivi potrà accedere al Meccanismo per l'assorbimento degli shock". Dovrebbe essere un nuovo bilancio comune della zona euro pensato per aiutare i governi a reagire a ondate di disoccupazione in caso di crisi.
Unione Finanziaria
Lo stage 1 prevede il completamento dell'Unione bancaria per rendere gli istituti di credito più forti e garantire i risparmiatori in caso di shock sistemici. Nascerà poi una Unione dei capitali (Capital Markets Union) che assicuri "fonti di finanziamento diversificate per le aziende rispetto al credito bancario e dia una maggiore integrazione ai mercati finanziari ".
Unione Fiscale
Punta a garantire conti pubblici in ordine. Stage 1: "L'attuale governance deve essere rinforzata con la creazione di un European Fiscal Board che darà una valutazione indipendente sulla qualità dei bilanci nazionali ". Stage 2: "Per muovere verso una vera Unione Fiscale serve un sistema di stabilizzatori comuni (ammortizzatori sociali, ndr) per reagire agli shock". Come anticipato sull'Unione economica, potranno accedervi i paesi che avranno fatto le riforme.
Unione politica
Prevede di aumentare il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali nelle decisioni di politica economica di Bruxelles. Si doterà l'Eurogruppo di un presidente a tempo pieno (non più un ministro in carica). Infine rispetto alle prime bozze non è più prevista la trasformazione del Fondo salva- Stati in un Fondo monetario europeo (ci si limita a dire che , insieme al Fiscal Compact, sarà incorporato nel diritto comunitario). C'è però una novità nello stage 2, dunque dal 2017: la creazione di un ministero delle Finanze europeo: "Il Patto di Stabilità resta l'ancora per la stabilità e la fiducia nelle nostre regole di bilancio. Ma una vera Unione Fiscale richiede una condivisione maggiore delle decisioni di politica di bilancio. Questo non significa centralizzare tutti gli aspetti della politica sulle entrate e sulle uscite, i governi continueranno a decidere sulle tasse e sull'allocazione delle poste di spesa ma con l'evoluzione della zona euro sempre più decisioni dovranno essere prese collettivamente e per questo sarà necessario creare un Tesoro dell'eurozona". Una cessione di sovranità che darà sempre più peso a Bruxelles nelle decisioni economiche.
© Riproduzione riservata
22 giugno 2015
Da -
http://www.repubblica.it/economia/2015/06/22/news/la_riforma_di_eurolandia_sussidi_comuni_un_tesoro_europeo_e_conti_pubblici_sani-117397398/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_22-06-2015