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Autore Discussione: «Stagnazione per l'economia italiana»  (Letto 2332 volte)
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« inserito:: Giugno 26, 2008, 03:48:53 pm »

Obiettivo inflazione programmata coerente con necessita' di non perdere competitivita'

«Stagnazione per l'economia italiana»

Il rapporto di Confindustria: la crescita del Pil nel 2008 si fermerà a +0,1%. Per il 2009 salirà solo a +0,6%


ROMA - Il centro Studi di Confindustria prevede «una sostanziale stagnazione per l'economia italiana»: la crescita del Pil, quest'anno, si fermerà allo 0,1%, in forte «rallentamento dall'1,5% del 2007». Per il 2009 - si legge negli «scenari economici» di viale dell'Astronomia - è previsto invece fermarsi allo 0,6%.

INFLAZIONE - L'obiettivo di inflazione programmata all'1,7% quest'anno e all'1,5% negli successivi, come previsto dal Dpef, «è credibile e coerente con la necessità di non perdere ulteriore competitività» aggiunge il il Centro studi di Confindustria (Csc) sempre nel «Rapporto sugli scenari economici», evidenziando che «l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie può essere recuperata solo con maggiore efficienza e concorrenza, liberalizzando i mercati e migliorando la logistica».
 
Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia (LaPresse)
Il Csc aggiunge che «interventi fiscali mirati possono aiutare i nuclei familiari più colpiti». Già dalla seconda metà del 2008 in Italia ci sarà un raffreddamento dei prezzi prevede il centro studi di Confindustria, che sottolinea come a dicembre il tasso di inflazione dovrebbe attestarsi intorno al 3%. In media viale dell'Astronomia stima l'inflazione al 3,4% per cento nel 2008 e al 2,5% nel 2009. «Questo scenario si basa sulla stabilità del prezzo del petrolio a livelli record attuali e sulla moderazione delle altre materie prime» avverte però. Questo ridurrà progressivamente la spinta sui prezzi delle componenti energetica e alimentare, al netto delle quali, l'inflazione, «dopo essere salita al 2,2% a maggio, calerà restando vicino al 2%». Il rapporto sottolinea la presenza di «tensioni sui prezzi alla produzione: + 4,1% in aprile quelli per i beni di consumo, ma al netto degli alimentari l'incremento annuo è contenuto (1,4%) e non si discosta da quello degli ultimi anni». Il graduale rientro della dinamica dei prezzi al consumo proseguirà nella prima metà del 2009 arrivando a 2,2% a giugno. «Negli ultimi anni - sostengono gli studiosi del Csc - l'inflazione non ha avuto rilevanti effetti distributivi e solo di recente sta colpendo un pò più le fasce della popolazione con reddito minore».

CONSUMI - I consumi interni tuttavia «sono attesi in marcato rallentamento nel 2008: +0,2% annuo, dall'1,4% del 2007». Per il Csc la causa principale è l'erosione del potere d'acquisto dovuta all'aumento dei prezzi energetici e alimentari.

RETRIBUZIONI - Nel 2008 si profila una «sostanziale stagnazione delle retribuzioni reali»: l'incremento delle retribuzioni per dipendenti, pari al 3,5% e legato al rinnovo di molti contratti, sarà infatti «vanificato» dal «brusco aumento» dei prezzi al consumo attesi registrare un aumento del 3,4%. Una situazione che si manterrà anche nel 2009. Lo sottolinea sempre il Centro Studi di Confindustria. Negli ultimi dieci dieci anni comunque - precisa il Rapporto - la crescita del potere d'acquisto delle retribuzioni reali in Italia «è stata modesta, ma comunque maggiore del lento incremento della produttività del lavoro». Questo andamento «smentisce l'opinione diffusa, ormai una vox populi, di una riduzione del potere d'acquisto delle retribuzioni». Vi è «stato guadagno, non una perdita del potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti», si legge negli «scenari economici» di Csc. Nell'intera economia le retribuzioni lorde per «unità di lavoro dipendente sono aumentate - dal 1997 al 2007 - del 7,5% cumulato, più dell'incremento dei prezzi al consumo, con una variazione media annua dello 0,7%. Nello stesso periodo il Pil per unità di lavoro è salito del 4% cumulato, lo 0,4% medio anno».

DISOCCUPAZIONE - In linea con la stagnazione del pil, anche l'occupazione rallenterà, prevede il Csc, secondo cui il ritmo di crescita dei posti di lavoro vedrà «un leggero aumento» dello 0,1% nel 2008 e dello 0,4% nel 2009, dall'1% del 2007. Allo stesso tempo, dopo dieci anni, rileva il rapporto sugli scenari economici, si fermerà la discesa del tasso di disoccupazione, che è previsto in rialzo al 6,4% quest'anno (dal 6,1% del 2007) e al 6,5% nel 2009.

CONTI PUBBLICI - «Lo sforzo da compiere per il riequilibrio dei conti pubblici appare impegnativo ma il risanamento è a portata di mano» spiega ancora il Csc, giudicando i primi passi del governo sulla manovra economica che attende il Paese. «È positivo che il nuovo ministro dell'Economia abbia fatto propri sia gli obiettivi delineati dal Dpef 2008-2011 , che prevede il pareggio di bilancio nel 2011, sia le linee di intervento predisposte dal suo predecessore, come dimostra la volontà di dare seguito alla riduzione della spesa corrente primaria di oltre due punti di Pil», dicono ancora gli economisti di viale dell'Astronomia. A rasserenare gli industriali, «nonostante il peggioramento congiunturale che appesantisce il deficit dello 0,6% del pil tra il 2009-2011», la realizzazione da parte del governo Berlusconi di «quella continuità di azione bipartisan che altre volte è mancata nella pilitica di bilancio e che è indispensabile per azzerare il deficit e piegare il peso del debito».

da corriere.it

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