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Autore Discussione: Enrico Mattei Il sogno di un’indipendenza energetica  (Letto 2529 volte)
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« inserito:: Giugno 23, 2008, 10:29:49 am »

Enrico Mattei 29 aprile 1906

27 ottobre 1962

Il sogno di un’indipendenza energetica

 
Enrico Mattei nasce il 29 aprile 1906 ad Acqualagna (Pesaro). La famiglia è modesta, il padre brigadiere dei carabinieri.
Finite le scuole elementari, Enrico frequenta la scuola tecnica inferiore. Il padre lo fa assumere nella fabbrica di letti di Scuriatti come verniciatore di letti di metallo, nel 1923 entra come garzone alla Conceria Fiore. La carriera di Mattei nell'Azienda è rapida: prima operaio, poi, a soli vent'anni, direttore del laboratorio e infine collaboratore principale del padrone della Conceria.

Nel 1929 cominciano a sentirsi gli effetti della crisi economica generale e anche la Conceria Fiore chiude, Mattei è seriamente colpito da questo avvenimento, che tenta in ogni modo di evitare. Tutto quello che aveva costruito in anni di lavoro sembra completamente cancellato. Il suo prestigio nel paese ne avrebbe sofferto in modo insanabile. Non resta che cambiare ambiente, cercando fortuna altrove. Giovanni Fiore gli dà delle lettere di ringraziamento e di presentazione per uomini d'affari che conosceva, ed una liquidazione che Enrico definirà più tardi come "superiore a quella stabilita dalla legge".

Si trasferisce a Milano dove continua la sua attività industriale; nel 1934 fonda l'industria Chimica Lombarda. Lo sviluppo dell'impresa assume un ritmo veloce, cresce rapidamente anche il fabbisogno di materie prime. Mattei tenta di trovare una propria fonte attraverso l'integrazione verticale dell'impresa. Condotta un'analisi attenta delle possibilità offerte dalla pesca nel Mar Rosso, prepara un progetto per la creazione di una flottiglia da pesca e di uno stabilimento per il primo trattamento del pescato. Presenta il progetto al ministero delle Corporazioni e chiede una concessione per la pesca industriale in Eritrea, sperando di ottenere dalla pesca di squali e delfini i grassi che gli servono.
Il fratello Umberto si reca nel Mar Rosso in maggio. Ma la conservazione del pesce e la sua lavorazione in loco, si mostrano difficili, e dopo un primo atteggiamento positivo del Ministero, il progetto viene insabbiato, forse anche per l'opposizione degli altri operatori italiani del settore.

In quegli anni, ha scritto Boldrini, "vivemmo assieme, quasi isolati, mentre maturavano le sventure della patria...Quando giunse il momento, per non servire ai tedeschi, Mattei chiuse la sua fabbrica, sottrasse gli operai alle razzie, continuando a corrispondere loro i salari e li ebbe collaboratori clandestini nella difesa degli impianti tecnici e delle merci immagazzinate, con cui avrebbero ripreso insieme il lavoro alla fine della guerra".

Mattei si diploma ragioniere e si iscrive all'Università Cattolica. Nel maggio 1943 incontra Giuseppe Spataro attraverso il quale entra in contatto con i circoli antifascisti milanesi. Viene creato, nel 1944, un Comando militare Alta Italia del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) di cui Enrico Mattei fa parte per la Dc.

Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia, Enrico Mattei venne incaricato di liquidare le attività dell'Agip ma Mattei sceglie di disattendere questa indicazione; nel 1953 fonda l'Eni.

Con la stessa intraprendenza e tenacia che lo aveva caratterizzato tutta la vita, Mattei riesce ad affermare il ruolo strategico dell'energia nello sviluppo economico italiano e a ispirare fiducia nel possibile miracolo dell'indipendenza energetica.

E' abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo diverrà uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, saprà offrire all'azione diplomatica dell'Italia. E' tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse. Nel film "Il caso Mattei" il protagonista dice a un giornalista: "Il petrolio fa cadere i governi, fa scoppiare le rivoluzioni, i colpi di stato, condiziona l'equilibrio nel mondo...se l'Italia ha perso l'autobus del petrolio è perché gli industriali italiani, questi grandi industriali, non se ne sono mai occupati...non volevano disturbare la digestione dei potenti... Il destino di milioni e milioni di uomini nel mondo in questo momento dipende da 4 o 5 miliardari americani... La mia ambizione è battermi contro questo monopolio assurdo. E se non ci riuscirò io, ci riusciranno quei popoli che il petrolio ce l'hanno sotto i piedi".

Il 27 ottobre 1962 il "Morane Saulnier 760" di Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia). Ad oggi sono ancora discordi le opinioni sulla natura dell'incidente mortale occorso a Mattei, da varie ipotesi confermate da testimonianze di mafiosi pentiti negli anni '90, sembrerebbe che fosse stata piazzata una bomba sull'aereo e che si fosse trattato quindi di un sabotaggio. Totale incertezza si ha sui possibili mandanti, si va da ipotesi che vanno dalla CIA, alle "Sette Sorelle" (le sette grandi multinazionali del petrolio nate per lo più alla fine dell'Ottocento ad opera di alcuni famosi petrolieri), a interessi politici italiani rivali di Mattei.

Testo originale a cura di Silvio Carioni


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L'antagonista.



Clare Boothe Luce ambasciatore a Roma
2 marzo 1953

Il presidente degli Stati Uniti Eisenhower designa come nuovo ambasciatore a Roma la signora Clare Boothe Luce, cinquant'anni, ex deputata repubblicana del Connecticut e moglie in seconde nozze dell'editore di famose riviste come Life e Fortune, Henry Luce. La signora Luce è chiamata direttamente da Eisenhower ad una carica mai rivestita prima da una donna, lei, che ha sempre occupato una posizione di rilievo nelle file del partito repubblicano e all'apice della sua carriera politica è stata perfino proposta alla vice presidenza americana. Simpatizza molto per l'Italia e gli italiani, si è convertita al cattolicesimo dopo la morte della figlia, e tutto ciò potrà portare giovamento alle esigenze e agli interessi del suo paese. 


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