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Autore Discussione: "A Bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non ne usciremo vivi"  (Letto 2727 volte)
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« inserito:: Febbraio 03, 2008, 07:43:18 pm »

CRONACA

IL RETROSCENA.

Giulio Facchi, ex subcommissario per la raccolta differenziata racconta il rapporto con Impregilo: "Così iniziò la catastrofe"

"A Bassolino dissi: attento al contratto se lo firmi non ne usciremo vivi"

dal nostro inviato CARLO BONINI

 
COLOGNO MONZESE (Milano) - Accampato in un ufficio del "Conapi", Consorzio nazionale piattaforme e imballaggi, vive un uomo di 53 anni che della catastrofe napoletana sa molte cose. "Su cui - dice - non ha più senso tacere". Si chiama Giulio Facchi. Nel 1998, dopo l'esperienza di assessore all'ambiente nella giunta provinciale di Milano del centro-sinistra, il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi lo spedisce a Napoli come subcommissario per la raccolta differenziata. Ci resta fino al 2004. È uno degli occhi e delle orecchie di Antonio Bassolino. Ne diventa amico. Ne rimane travolto.

Da subcommissario, alla sua porta bussano tutti. "Amici di amici" per consigliargli di "non rompere i coglioni". Il Sisde. Due commissioni parlamentari. La Procura di Napoli, che sulla sua testimonianza costruisce l'istruttoria che travolge Bassolino, l'Impregilo e lui stesso, che si ritrova imputato. "Rimborsi aerei per tornare ogni 15 giorni dalla famiglia a Milano; 180 euro di traghetti Capri-Napoli-Capri in un agosto in cui feci le ferie del pendolare".

Dice Facchi: "Non si comprenderanno mai a pieno le ragioni della catastrofe fino a quando non sarà chiaro cosa accadde tra Napoli e Roma nel 2000". Impregilo-Fibe ha appena vinto la gara per la realizzazione di due termovalorizzatori e di 7 impianti per la produzione di combustibile da rifiuti, le "ecoballe". Antonio Bassolino, neopresidente della Regione e nuovo commissario all'emergenza, è di fronte a una scelta.

Bassolino succede ad Andrea Losco (oggi consigliere regionale del Pd, per 15 mesi governatore della Campania dopo il ribaltone Udeur che ha fatto cadere la giunta Rastrelli di centro-destra). È lui, sin lì, ad aver proceduto all'assegnazione definitiva della gara. Alla definizione dei primi subappalti, alla formazione delle commissioni di collaudo. Ha ridisegnato gli uffici del commissario, affidandone le chiavi a una trimurti che opera in palese conflitto di interesse.

Cura la parte legale Enrico Soprano (il cui studio assiste anche gli interessi di Impregilo). Curano la parte tecnica Salvatore Acampora e Raffaele Vanoli. Il primo, futuro "ingegnere capo" del progetto del termovalorizzatore di Acerra dopo averne scritto il capitolato di gara (Impregilo ne liquiderà la parcella di oltre un miliardo di lire). Il secondo, felice di abbracciare di fronte a una macchina fotografica un truffatore come Mario Scaramella, l'uomo della futura calunnia Mitrokhin.

Quando Bassolino diventa governatore, il governo D'Alema si sfalda. Ronchi lascia il ministero dell'Ambiente, dove arriva Willer Bordon. Cambiano i presupposti per cui Impregilo-Fibe si è infilata nell'avventura campana. Immaginava di poter incassare dalla produzione del suo termovalorizzatore di Acerra 296 lire il kilowattora (cifra riconosciuta dall'accordo Cip6 sullo sfruttamento di fonti di energia rinnovabile), ma il nuovo "certificato verde" ha abbassato la sovvenzione a 180 lire. Non sta scritto evidentemente da nessuna parte che i costi di quello che è un rischio di impresa debbano far ridiscutere un contratto, ma è esattamente ciò che accade.

"Bassolino - dice Facchi - si scava la fossa". Accade a Roma, in una riunione a palazzo Chigi, cui partecipano il governatore, l'avvocato Soprano, Vanoli, Facchi, Bordon. Bassolino convince il governo a riconoscere a Impregilo-Fibe ciò che chiede. Viene cancellato ogni riferimento all'accordo di programma che, come previsto dal bando di gara, avrebbe obbligato il vincitore a fare i conti con le indicazioni della committenza. Viene riconosciuta la tariffa originaria prevista dagli accordi Cip6.

È un passaggio cruciale. Si legge negli atti parlamentari della commissione di inchiesta "Russo": "L'eliminazione dell'accordo di programma cancella la possibilità di un'ulteriore negoziazione del contratto con Impregilo-Fibe, indispensabile per superare la sostanziale genericità del progetto. A cominciare dai tempi di realizzazione degli impianti, dagli obblighi nelle more della sua realizzazione".

Facchi ricorda: "La mattina della firma del contratto con Impregilo, presi Bassolino da parte. Gli dissi: "Antonio, se firmiamo siamo fottuti. Non ne usciremo vivi". Lui si infuriò. Naturalmente, non aveva letto una sola riga del contratto, perché per lui, quel che contava era "la questione politica". Il resto era "roba da tecnici"... Cominciò a gridare: "E allora me lo spieghi tu cosa succede se non firmo? Non abbiamo più discariche disponibili!". "Mi spieghi che succede quando tra qualche mese avrò i rifiuti in strada e dovrò pagare ad Enel (la concorrente di Impregilo uscita sconfitta dalla gara, ndr) 120 lire per chilo di rifiuto smaltito, quando invece ne pagherò 80?" "Me lo spieghi cosa diremo tra dieci mesi, quando saremo in campagna elettorale?"".

Con il bando di gara, gli accordi firmati da Bassolino con Impregilo hanno poco a che vedere. L'operazione si tramuta in un simulacro di project financing, ciò che non è mai stata. Impregilo è libera di scegliere i terreni degli impianti e sulle casse pubbliche grava un nuovo, imprevisto onere, che è quello di soccorrere finanziariamente chi ha vinto la gara per pagare i siti di stoccaggio temporanei delle "ecoballe".

Sappiamo come è andata a finire. Non sappiamo perché Impregilo, firmato nel 2000 il contratto con Bassolino, impieghi quattro anni per chiedere e ottenere dal ministro dell'Ambiente del nuovo governo di centro-destra (Matteoli), l'autorizzazione ad allacciare il futuro termovalorizzatore di Acerra alla rete Enel, condizione imprescindibile per metterlo in funzione. Facchi sorride: "Perché? Perché Impregilo entra subito in sofferenza finanziaria e, di fatto, le banche che la sostengono diventano le vere interlocutrici del Commissario. Ottengono nuove clausole contrattuali che gli consentano di sfilarsi, come avverrà, in caso di inadempimento di Impregilo, senza doverne sostenere i costi".


(3 febbraio 2008)

da repubblica.it
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