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Autore Discussione: Panetta: il Sud deve diventare la scommessa di tutta Italia  (Letto 714 volte)
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« inserito:: Settembre 21, 2024, 06:21:48 pm »

Panetta:
il Sud deve diventare la scommessa di tutta Italia

di Angelo De Mattia

Le regioni meridionali, ha affermato il governatore, presentano condizioni di stabilità geopolitica ed economica, sono dotate di una forza lavoro sottoutilizzata e rappresentano un mercato di sbocco di 20 milioni di abitanti. Si devono cogliere queste opportunità per una nuova fase di rilancio del Sud
Ultim'ora news 20 settembre ore 9

Un tempo si sarebbe detto che si trattava di un manifesto per il Sud o comunque di un Piano non solo per l'economia ma anche per la società meridionale. Un Piano, offerto a governo e parti sociali, in cui si presentano i diversi fattori per il rilancio dell'economia, ma non appare nessuna considerazione che riguardi il credito, le banche, il settore: è il discorso tenuto ieri dal governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta a Catania, che si segnala, sia pure con la suddetta osservazione, per la completezza dei dati, il rigore dell'analisi e il carattere interessante delle proposte.
Lo scenario attuale nel meridione
Sulle condizioni e sulle ragioni del divario tra il Sud e il resto del Paese si formulano inedite considerazioni, partendo dal rilevare come le regioni meridionali con un terzo della popolazione italiana generano solo un quinto del pil e un decimo del prodotto manifatturiero. La convergenza a livello nazionale ha avuto qualche fase storicamente interessante, poi si è vieppiù allontanata per profilarsi come obiettivo non illusorio con gli interventi dopo la pandemia, con le misure successive per la casa, il Pnrr, i fondi di coesione eccetera. Una ripresa che però va analizzata sotto il profilo strutturale e del consolidamento produttivo innescato dalla precedente recessione, ma anche per gli effetti di misure temporanee. Quanto ai servizi pubblici, alla giustizia e all’ambiente in senso lato nell’area si rilevano progressi ma, dice Panetta, vanno valutati con cautela.
•   Leggi anche: Sul Mezzogiorno Panetta può giocare al rilancio
In sostanza, quel che si ricava dal discorso è la politica economica e sociale nazionale che ora deve cogliere la nuova situazione e agire di conseguenza. Infatti il governatore osserva che nel contesto internazionale gli shock geopolitici registrati negli scorsi anni, come la pandemia, la crisi energetica e soprattutto le guerre, stanno conducendo a valutare i rischi della delocalizzazione delle imprese e favorendo processi di rilocalizzazione nei confini nazionali per fronteggiare i problemi della sicurezza di investimenti e forniture. Le regioni meridionali, rileva il governatore, presentano condizioni di stabilità geopolitica ed economica, sono vicine ai grandi centri economici europei, segnalano avanzamenti nel campo delle nuove tecnologie, sono dotate di una forza lavoro sottoutilizzata e rappresentano un mercato di sbocco di 20 milioni di abitanti. Si deve allora cogliere tempestivamente questa occasione straordinaria per una nuova fase di rilancio del Sud.
Il ruolo del settore pubblico e privato
Si dovrebbe far leva, anche senza eccedere, su un atteggiamento ottimistico, pur nella consapevolezza delle difficoltà che si ricavano dalle divergenze che riguardano non solo la vita economica, ma anche quella civile e i diritti degli abitanti dell'area. Centrale, si rileva nel discorso, è il ruolo degli investimenti, in particolare pubblici nel campo infrastrutturale, ma fondamentali sono anche le azioni per rafforzare la legalità, per contrastare l'economia sommersa, per fornire certezze a investitori e operatori.
Alcune delle tesi sostenute, che escludono l'opportunità del ricorso a misure meramente assistenziali o redistributive, riprendono posizioni ribadite in passato da studiosi della «questione meridionale».
•   Leggi anche: Unicredit guarda all’estero. Ma al Mezzogiorno chi ci pensa?
La non trattazione di nessun aspetto riguardante le banche tuttavia non è certo una dimenticanza ma una scelta precisa che si può interpretare in vario modo. Il governatore può ritenere che, se agisce adeguatamente la politica economica, i finanziamenti bancari non mancheranno oppure può pensare che per le banche occorra affrontare un discorso a livello nazionale oppure una trattazione a parte ovvero, ancora, valutare che non vi sia nulla da modificare o riformare al riguardo (cosa che sarebbe difficile condividere). D'altro canto, chi tace non può essere interpretato, allora attendiamo prossime favorevoli occasioni. E ricordiamo l'illusorietà della via finanziaria allo sviluppo dell'economia meridionale sostenuta trent’anni fa. La mancanza di un semplice richiamo si avverte però maggiormente in un discorso che per il resto si presenta organico e in diversi punti innovativo.
È stata importante la citazione conclusiva di Donato Menichella sulle condizioni professionali e morali per far ben funzionare la Cassa per il Mezzogiorno. Un’osservazione e un monito validi anche oggi. Se il Mezzogiorno è la scommessa per la crescita dell'intero Paese, come ha detto Panetta, allora bisogna attivare tutte le misure possibili per vincerla. Va ricordata un'altra celebre frase di Menichella in risposta a chi vedeva ostacoli per la realizzazione di una determinata iniziativa: in dialetto l'allora governatore diceva: «Queste sono le carte e con queste devi giocare». (riproduzione riservata)
MF - Numero 185 pag. 3 del 20/09/2024
Da Milano Finanza.

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