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Autore Discussione: Tre miliardi e mezzo di euro stanziati per combattere la siccità in Sicilia.  (Letto 990 volte)
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« inserito:: Giugno 18, 2024, 06:42:00 pm »

Accadde in Sicilia - L'appuntamento con Repubblica Palermo
17 giugno 2024
di Massimo Lorello

Palermo bella ma troppo sporca, il mortificante verdetto dei turisti e l’indifferenza strafottente dei palermitani
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Cara lettrice, caro lettore,
più che “Benvenuti a Palermo”, in tutte le lingue del mondo dovremmo scrivere: “Vi chiediamo scusa”. Sì, dovremmo fare tutti ammenda con i turisti che accogliamo e dai quali ci congediamo mostrando loro le nostre bellissime tonnellate di immondizia. Magari qualche straniero penserà che sia una nostra tradizione da tutelare, un patrimonio (compostabile o indifferenziato) dell’Unesco. Ma la maggior parte di chi ci onora della sua presenza finisce sempre per rimarcare che Palermo è tanto bella quanto sporca.
Di sicuro, con l’immondizia hanno convissuto le amministrazioni di destra e di sinistra. Incalzato da una giornalista che chiedeva conto della sporcizia a Ballarò, il sindaco Leoluca Orlando citò i suk mediorientali: un maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi proponendo improbabili suggestioni esotiche. Il suo successore, Roberto Lagalla, ha aumentato le sanzioni contro i cittadini incivili ma verosimilmente nessuno li becca dato che la città continua a essere sporchissima. Insomma, nuove gride manzoniane che si aggiungono alle altre firmate dal primo cittadino.
Tuttavia, prendersela soltanto con chi amministra la città è parziale quanto riduttivo. Perché sono tantissimi i palermitani che, pur lamentandosi della carente, spesso inesistente, igiene ambientale, ogni giorno la mortificano con le loro inciviltà. L’immondizia è ben distribuita nelle strade, sui marciapiedi, dentro le aiuole, nei cassoni delle imprese edili. Ovunque esista uno spazio pubblico e libero il palermitano lo occupa con qualcosa di putrescente della quale deve disfarsi. Un grosso problema? Macché. Finché milioni di turisti sceglieranno Palermo, chi se ne importa dell’immondizia.
È questo l’atteggiamento che condanna da secoli la città al suo sottosviluppo: ovvero, tirare a campare finché le cose vanno bene, senza una prospettiva, una visione, il mero piacere d’immaginarsi in un contesto migliore e provare a realizzarlo. Siamo bravi, bravissimi a magnificare le nostre virtù: “Come cuciniamo noi… nessuno”. “Come siamo accoglienti noi… nessuno”. “Come siamo simpatici noi… nessuno”. Ma poi, sarà davvero così? Non esistono altri popoli che in queste discipline fanno meglio? Certo, l’affermazione: “Come sporchiamo noi palermitani… nessuno”, è davvero difficile da smentire.

Da Accade in Sicilia - La Repubblica
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 14, 2024, 06:50:30 pm »

24 giugno 2024
di Massimo Lorello

Tre miliardi e mezzo di euro stanziati per combattere la siccità in Sicilia. E siamo ancora fermi alle autobotti: un sentito ringraziamento a chi ha governato

Cara lettrice, caro lettore,
tre miliardi e mezzo di euro. Ripeto l’importo: tre miliardi e mezzo di euro. Sono i soldi nostri che la Regione siciliana ha avuto a disposizione negli ultimi 17 anni per affrontare e risolvere il plurisecolare problema della siccità. Tre miliardi e mezzo di euro nella disponibilità, in differenti tranche, dei governatori Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo, Rosario Crocetta, Nello Musumeci e ora Renato Schifani. Tre miliardi e mezzo di euro per avere oggi reti idriche che perdono, cioè buttano via, il 51,6 per cento di acqua. Tre miliardi e mezzo di euro per dighe vecchie e incapaci di capitalizzare le sempre più rare e preziose precipitazioni temporalesche. Tre miliardi e mezzo di euro per affidarci alle autobotti, come quarant’anni fa. Chiaramente se interpellati, i responsabili di questo disastro, diranno che la colpa è di chi c’era prima o di chi è venuto dopo, di chi guidava l’ufficio al piano di sopra o l’ufficio al piano di sotto. Delegare la colpa è il modo migliore per igienizzare la propria coscienza. Dopo avere dirottato le responsabilità sugli altri, i nostri eroi continueranno a coltivare le loro ambizioni pubbliche e private, continueranno a pontificare sui problemi della Sicilia e su come risolverli. Tanto ci sarà sempre qualcun altro a cui addossare le colpe dello sfascio. Tre miliardi e mezzo di euro: l’importo va ricordato fino alla fine dell’articolo.

Da ACCADE IN SICILIA  la Repubblica
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