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Autore Discussione: Pietro Greco - Il dilemma della Terra: più benessere o più ambiente  (Letto 2871 volte)
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« inserito:: Gennaio 28, 2008, 05:29:25 pm »

Il dilemma della Terra: più benessere o più ambiente

Pietro Greco


La sostenibilità sociale sul pianeta è migliorata quasi ovunque nell'ultimo quarto di secolo. La sostenibilità ecologica, invece, è peggiorata. In soli cinque paesi, al mondo, lo sviluppo umano è aumentato senza che, contemporaneamente, aumentasse anche la pressione umana sull'ambiente. In un solo paese lo sviluppo risulta sia socialmente che ecologicamente sostenibile. Nel resto del mondo i due determinanti della sostenibilità divergono. A queste conclusioni è giunto Mathis Wackernagel, padre del concetto di «impronta ecologica» e direttore esecutivo del Global Footprint Network di Oakland, in California, «misurando lo sviluppo sostenibile, nazione per nazione» e dandone notizia sulla rivista Ecological Economics insieme a un gruppo di collaboratori.

L'idea di Mathis Wackernagel è che la sostenibilità dello sviluppo, lungi dall'essere un concetto ambiguo e inafferrabile è un concetto scientifico ben definito, il cui valore può essere misurato con sufficiente precisione. Lo sviluppo sostenibile, come proponeva già nel 1987 la Commissione Brundtland nel rapporto Our Common Future, è la somma di due fattori: lo sviluppo socialmente sostenibile e lo sviluppo ecologicamente sostenibile. Il primo può essere misurato nazione per nazione mediante l'Hdi, l'indice di sviluppo umano proposto, tra gli altri, dal premio Nobel per l'economia Amartya Sen e largamente utilizzato dalle Nazioni Unite. L'Hdi a sua volta tiene conto di quattro fattori (aspettativa di vita alla nascita, alfabetizzazione della popolazione adulta, scolarizzazione, reddito pro capite). L'Hdi viene espresso con un numero compreso tra 0 e 1. Le Nazioni Unite considerano 0,80 come il valore soglia tra un medio e un alto sviluppo sociale. Mathis Wackernagel propone questo stesso valore come un indicatore della sostenibilità. I paesi con uno sviluppo sociale sostenibile hanno un Hdi almeno pari a 0,80.

Ebbene, misurando l'Hdi di 93 diversi paesi di cui si dispone di dati completi si può verificare che la sostenibilità sociale è raggiunta solo in alcune regioni del mondo: l'Europa, il Nord America, l'Oceania. È prossima alla sostenibilità l'America Latina, l'Asia orientale e il Medio Oriente risultano ancora lontani dalla soglia limite e l'Africa lontanissima. Il mondo, in media, ha un indice di circa 0,70: pur producendo ricchezza come mai nella storia, è al di sotto della soglia della sostenibilità sociale. Tuttavia in quasi tutti i paesi nell'intervallo di tempo compreso tra il 1970 e il 2003, l'Hdi è aumentato. La sostenibilità sociale, dunque, migliora: malgrado enormi disuguaglianze e contraddizioni.

Anche la sostenibilità ecologica può essere misurata, sostiene Mathis Wackernagel. Un buon indicatore è «l'impronta ecologica», perché misura l'uso delle risorse naturali da parte degli uomini e le mette in relazione con le risorse che la Terra può rigenerare. La soglia critica è pari a 1. Lo sviluppo di un paese è sostenibile solo se il rapporto è inferiore a 1. Ebbene l'indice è di circa 3 in Europa e balza addirittura a 5 in Nord America. Significa che gli occidentali consumano da 3 a 5 volte più risorse naturali di quanto potrebbero. L'indice risulta sostenibile solo nell'Asia orientale e in Africa. Ma al di là dei valori assoluti, c'è la tendenza storica. Un po' in tutto il mondo il rapporto tende ad aumentare. E la sostenibilità ecologica a diminuire.

La prima conclusione è, dunque, che i due indicatori della sostenibilità, quello sociale e quello ambientale, sono disaccoppiati. A tratti divergenti. La sostenibilità sociale aumenta, mentre quella ambientale diminuisce. Dove c'è maggiore sostenibilità sociale c'è, in genere, una minore sostenibilità ecologica. E viceversa. Tra il 1970 e il 2003 in soli cinque paesi (Burundi, Congo, Costa D'Avorio, Malawi e Uruguay) la sostenibilità sociale è aumentata senza che, contemporaneamente, peggiorasse la sostenibilità ambientale. Un solo paese al mondo può vantare uno sviluppo totalmente sostenibile, ovvero con un Hdi superiore a 0,80 e un'impronta ecologica in rapporto alla biocapacità globale inferiore a 1. Questo paese è Cuba dove, però, mancano le condizioni minime per un'altra imprescindibile dimensione della sostenibilità: la democrazia.

Sono passati oltre vent'anni dal rapporto in cui la Commissione Brundtland sosteneva che lo sviluppo è tale se è sia socialmente sia ecologicamente sostenibile. In queste due decenni il mondo è cambiato. Siamo entrati nella società globale della conoscenza. Ma le domande di fondo restano ancora senza risposta. Come rendere sostenibile lo sviluppo? E come realizzare uno sviluppo sostenibile attraverso la partecipazione democratica di tutti i cittadini del pianeta?



Pubblicato il: 28.01.08
Modificato il: 28.01.08 alle ore 7.00   
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