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Autore Discussione: Violeta Benini: «Ecco perché ho scritto il manuale per gli orgasmi felici»  (Letto 2397 volte)
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« inserito:: Dicembre 03, 2022, 03:07:17 pm »

15 NOVEMBRE 2022   LEGGI SUL WEB

 Ciao,
quando si parla di sesso tendiamo ad associarlo al piacere e poche volte al dolore. Nel libro «Voglio venire», Violeta Benini- ostetrica specializzata in riabilitazione del pavimento pelvico, conosciuta su Instagram come «Divulvatrice» - spiega alcuni esercizi per evitare queste problematiche. Per lei il centro di tutto è il pavimento pelvico, a Chiara Barison dice: «Non sai quanto ti potrebbe migliorare la vita. Le persone credono che sia per le gravide, donne in menopausa. Che è la stessa informazione che viene data da tanti professionisti sanitari, che fanno la valutazione pelvica solo in quei casi. Tutti invece amano gli orgasmi».
A seguire parliamo del Mediterraneo, il mare-madre di tutti. Cristina Cattaneo e Caterina Bonvicini raccontano il 19 novembre, nell'ambito di BookCity, l'orizzonte infinito della tragedia. Ne scrive Marta Serafini.
Sempre sabato 19, alle ore 21, al Corriere della Sera c'è «Donne, vita, libertà. Ricordando Maria Grazia Cutuli», l'evento in memoria di Maria Grazia Cutuli, giornalista del Corriere uccisa in Afghanistan nel 2001. Protagoniste del dibattito le ragazze afghane, iraniane e ucraine (l'evento è gratuito e ci si prenota qui).
E parlando di premi, quello letterario Eroine d'Oggi del magazine «Io Donna» quest'anno lo ha vinto Ilaria Tuti con il suo romanzo «Vento cucito alla terra».
Poi trovate la rubrica Appunti per cambiare rotta, dove questa settimana Silvia Morosi consiglia un libro, un fumetto e un film. Infine, la rubrica. Una questione di possibilità oggi dedicata ai corsi di educazione finanziaria del progetto Donne al Quadrato.

Da non perdere
Il festival Pazza Idea: a Cagliari dal 25 al 27 novembre. Workshop, performance, spettacoli teatrali e presentazioni legate al tema del Futuro.
SCRIVETECI mandandoci suggerimenti, spunti, racconti a questo indirizzo mail: la27ora@corriere.it
a cura di Virginia Nesi e Greta Privitera

La27ora
Violeta Benini: «Ecco perché ho scritto il manuale per gli orgasmi felici»

di Chiara Barison
«Voglio venire» rappresenta il piacere nelle sue innumerevoli forme. È per chi non ha mai provato un orgasmo, per chi ha smesso di provarlo o per chi vuole esplorare meglio i confini del piacere. Violeta Benini è un'ostetrica specializzata in riabilitazione del pavimento pelvico e questo libro è la sua seconda fatica letteraria (la prima è stata «Senza Tabù», entrambi pubblicati da Fabbri Editore). Oltre in libreria, potete seguirla su Instagram dove è nota come Divulvatrice (@violetabenini) ed è seguita da oltre 200mila persone. «Voglio venire. Benvenuti orgasmi felici, addio dolore e difficoltà» è da consultare come un manuale, una guida agli orgasmi da tenere sul comodino e leggere al bisogno oppure da divorare tutto d'un fiato per soddisfare le proprie curiosità.

Titolo più azzeccato di così non si poteva.
«Non è merito mio, in queste cose sono una frana e ho un umorismo incomprensibile. L'idea è venuta a mia sorella Veronica dopo che le ho raccontato di cosa avrebbe parlato il libro. Stessa cosa per il sottotitolo, questo però è il regalo della mia amica Elena».
Il senso comune associa il sesso al piacere, tu invece parli di dolore. A qualcuno potrebbe sembrare strano, per spiegarlo racconti anche la tua esperienza personale.
«Sì, io stessa di punto in bianco ho iniziato a provare dolore durante i rapporti sessuali. Avevo le mucose devastate e mi si formavano taglietti. Siamo tutte diverse e le cause lo sono altrettanto, le storie delle mie pazienti lo dimostrano. Il tipo di dolore e la sua localizzazione possono aiutare a comprendere l'origine. C'è chi non resiste alla stimolazione perché è troppo sensibile, quindi un dolore esterno da primo contatto. C'è chi invece prova dolore interno, o una sensazione di chiusura del muscolo. In altri casi ancora può mancare del tutto l'eccitazione. Per ognuna di queste problematiche ci sono dei percorsi da intraprendere e nel libro spiego alcuni esercizi (le illustrazioni sono di Sara Candida, n.d.r.)».

Scrivi chiaramente che è un libro per tutti, anche per chi (crede) di avere rapporti appaganti.
«Se tu conosci solo il tuo orticello ti illudi che vada bene così. C'è un misto di ignoranza, paura per aver sperimentato cose alle quali il corpo o il partner non hanno dato il riscontro che ci si aspettava. Tanti agli incontri mi dicono "ah ma io sto già bene così". Il giorno in cui mi renderò conto che non avrò altro da scoprire sarà uno dei giorni più tristi della mia vita. Banalmente un nuovo sex toy da provare in compagnia è qualcosa che può modificare radicalmente le cose e dare un brivido di novità».

Su orgasmi e pavimento pelvico spieghi che scarseggiano gli studi scientifici. Perché?
«Oltre ai pochi studi, ci sono essenzialmente due scuole di pensiero: alcuni sessuologi ritengono che la vagina non sia fatta per provare piacere. Ci sono però degli studi effettuati su donne con danni spinali, in cui quindi la clitoride è insensibile, ma che sono in grado di provare orgasmi stimolando il fornice anteriore. Vengono ritenuti studi poco attendibili perché effettuati con pochi partecipanti. In medicina in generale la questione è ancora più grave perché molti farmaci non sono testati sulle donne. I sintomi delle donne vengono presi spesso meno sul serio, e comunque possono essere diversi rispetto agli uomini per la stessa patologia. Così come il dolore mestruale, che viene liquidato dai professionisti come una cosa normale».
Spieghi che il centro di tutto è il pavimento pelvico, una parte del corpo che quasi non siamo consapevoli di avere.
«Io volevo scrivere un libro sul pavimento pelvico ma non l'avrebbe comprato nessuno, se non lo conosci non sai quanto ti potrebbe migliorare la vita. Sono cose che non si sanno, le persone credono che sia per le gravide, donne in menopausa. Che è la stessa informazione che viene data da tanti professionisti sanitari, che fanno la valutazione pelvica solo in quei casi. Tutti invece amano gli orgasmi».
 
Mediterraneo, il mare-madre di tutti. Due donne per raccontare i blocchi navali
di Marta Serafini
Di cosa parliamo quando parliamo di blocchi (navali)? Di banalità della cattiveria umana? Di ideologia che sommerge ogni cosa e contrappone posizioni? Di politica e regole? Di diritto internazionale? Di legge del mare?
La banalità della cattiveria porta i barconi al largo, la paura li affonda. Qualcuno tende una mano perché è giusto, è umano. Qualcun altro contesta questo gesto.
Cristina Cattaneo e Caterina Bonvicini intervengono insieme, il 19 novembre a Villaggio Barona, ore 11:30, a Milano, nell’ambito di BookCity per raccontare l’orizzonte infinito della tragedia, il disastro del Mediterraneo, partendo dai dettagli, dalla verità dei corpi, per impedire all’immaginazione di farsi manipolare. Per trovare parole esatte, tenere insieme i vivi e i morti e perché il mare appartiene a entrambi. «Tous de la même mère. La mer Méditerranée», il titolo dell’incontro.
Cattaneo, medico legale, lavora per restituire un nome alle vittime e ha catalogato 1.484 naufraghi; 1.254 sono le persone che Bonvicini ha contribuito a salvare nei suoi diciannove soccorsi. I corpi vivi dicono dei morsi dei denti sulle gambe dei sopravvissuti; i resti di un bambino con la pagella scolastica cucita nel giubbotto sono il racconto dei morti. «Mediterraneo, A bordo delle navi umanitarie» di Caterina Bonvicini e «Naufraghi senza volto.Dare un nome alle vittime del Mediterraneo» di Cristina Cattaneo sono da leggere insieme, respirando a ogni bracciata. Due libri da cui partire per tentare di rispondere.

 Appunti per cambiare rotta
di Silvia Morosi
Oggi, un libro, un fumetto, un film
 
«Non possiamo avere successo quando metà di noi rimane indietro», sono le parole pronunciate da Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del premio Nobel della storia. Parole che ci ricordano la necessità di costruire una cultura di genere condivisa, che mette le donne al centro della ripartenza economica. Donne che diventano e sono protagoniste attive e consapevoli dello sviluppo e non sono lasciate indietro, costrette a scegliere tra figli e lavoro, o ostacolate nell’accesso ai vertici.
 
Elin Wägner, Ragazze di città, Harper Collins, 2022
Un cambio di prospettiva e un tuffo nel passato. Siamo a Stoccolma, nei primi anni del Novecento: osserviamo le vite di quattro impiegate che dividono un appartamento, minuscolo, e cercano di cavarsela in un mondo dominato dagli uomini, dove ostilità e abusi di potere sono all’ordine del giorno («Ho solo 25 anni, ma ho sentito dire che di solito le impiegate le vogliono più giovani e con i genitori, perché sono più economiche», racconta una di loro. «In ufficio ci facevano patire la fame e ci promettevano di meglio, senza mai mantenere la parola», spiega un’altra). Elisabeth, Eva, Baby e Emmy devono lavorare duramente per mantenersi in cambio di un salario che ne garantisca la «semplice» sopravvivenza.

Eppure, la «Banda di Norrtull», come amano definirsi, trova tra le mura di casa l’occasione per discutere, ragionare e immaginare un mondo diverso. Questo testo mai tradotto in Italia ci dà l’occasione di scoprire quella che viene considerata, a ragione, una pacifista pioniera del movimento (eco)femminista svedese. Una donna che si è, con coraggio, resa impopolare di fronte ai totalitarismi crescenti.
 Silvia Ziche, …E noi dove eravamo?
Feltrinelli, 2018
Tanti/e di noi conoscono da anni l’autrice e la protagonista di questa graphic novel.  Anche in queste pagine Lucrezia non si smentisce e torna a riflettere su tanti diritti che – frutto di conquiste importanti e sofferte – diamo oggi per scontati. Come? "Chiacchierando" con alcune figure del passato che non trovarono il modo di far sentire la loro voce. In queste pagine si sorride e si pensa, perché il cammino per difendere i traguardi è ancora lungo, e va percorso insieme. Uomini e donne.
 
Sole, cuore, amore di Daniele Vicari (2017, su Amazon Prime)
Avere 35 anni, svegliarsi alle 4 ogni mattina, 7 giorni su 7, e affrontare – stretti nel proprio cappottino rosso – due ore sui mezzi pubblici, prima di fare ritorno a notte fonda. Lavorare in un bar per 800 euro al mese, in nero, utili a tenere in piedi una casa, 4 figli e un marito disoccupato. Vivere ogni giorno come una battaglia, anzi una guerra, sostenute da un'amica che diventa sorella. La vita di Eli è tutto tranne che «sole, cuore, amore», citando la famosa canzone. Questo film, scoperto anni fa nel cineforum del mio quartiere, è una fotografia, sempre attuale, di una nuova working class al femminile che non trova voce ma si prende carico di un welfare spesso inesistente. Un tributo alle tante Eli che combattono (e alla Eli a cui questo film è ispirato, e che non c'è più), per restare a galla e per le persone che amano. Invertiamo la rotta.
 
Una questione di possibilità
Qui trovate link a bandi, premi, borse di studio dedicati alle donne. Un luogo utile per trasformare i desideri in realtà. Anzi, se avete qualcosa di interessante da segnalarci, scrivete pure a la27ora@corriere.it
Global Thinking Foundation ha ideato Donne al Quadrato, un progetto no-profit di alfabetizzazione finanziaria e inclusione sociale composto da oltre 100 volontarie (molte sono mentor esperte di finanza, contabilità, legge e investimenti). Insieme offrono corsi gratuiti, online e in presenza, per promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne e ragazze, ma anche le loro scelte economico-finanziarie, imprenditoriali e professionali per l’indipendenza economica e la realizzazione personale e lavorativa. Tra gli obiettivi del progetto: prevenire la violenza economica, supportare le vittime di abuso economico e favorire una corretta gestione del risparmio per evitare situazioni di sovra-indebitamento.

I prossimi corsi sono il 24 e il 25 novembre, il 1 e il 2 dicembre 2022. Ci si iscrive qui.
https://api-esp.piano.io/story/estored/313/7871/-1/5383429/474204/vib-claip9z5h179201ioe55r2kum?sig=93209cc5cb81fb7a751a7375c044955bd1ab500125d59874c6f351c0e2e3bd7c
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