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« inserito:: Marzo 06, 2023, 11:30:51 am » |
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Perché Elly: alla rinascita della sinistra serve un’ideologia
POSTED ON: 2 Marzo 2023 COMMENTS: 0 CATEGORIZED IN: Politica Italia WRITTEN BY: Contributo a Contropiede
Un contributo di Nadira Haraigue. Lunedì 27 febbraio, the day after, è stata una giornata passata a leggere. Leggere la gioia, l’incredulità ma anche commenti velenosi fino alla mancanza di rispetto sull’impresa epica della nuova Segretaria del PD. Quelli dell’estrema destra sono ovvi. Ma quelli che gravitano nell’area centrale sempre meno attraente (le urne, tutte, lo confermano). Poi si razionalizza e si pensa che vabbè sarà che brucia. Non tutti sappiamo perdere e anche chi sa perdere, magari non lo sa fare sempre. Soprattutto quando tutti i sondaggi sono a favore e quando tutti i pianeti paiono perfettamente allineati per il raggiungimento di quell’obiettivo. Tralascio anche la fuoriuscita “perché il PD è diventato di sinistra” di Fioroni che, con tutto il rispetto, avevo perso dai radar come se fossi stata colpita dall’amnesia di Dori la pesciolina blu. Ma poi arriva la dichiarazione di Gori (come sapete tutti i riflettori erano puntanti su di lui perché avrebbe dichiarato – uso il condizionale perché lui dice che è stato mal interpretato – che sarebbe uscito qualora avesse vinto Elly Schlein). Tutto la norma e tutto in linea con il Gori pensiero niente di così eclatante. Tranne per questo trafiletto in foto.
Vado in ordine: 1. “Elly si trova di fronte un partito con diverse fratture, tra Nord e Sud, generazionali, ma anche di culture politiche”. Ma Gori che è dirigente del PD da anni, esattamente cosa ha fatto per sanare la frattura tra Nord e Sud? Non è stato quello che ha votato il referendum per l’autonomia della Lombardia nel 2017? La frattura generazionale, lo sa che Elly Schlein ha aggregato un mondo che dal PD non si è mai avvicinato perché è un partito senza identità? E non sto parlando dei GD o dell’operazione di Brando Benifei con “Coraggio PD”. Sto parlando di quei ragazzi dei FFF o altri ancora anonimi che sono venuti a votare o che hanno fatto votare i propri genitori perché ancora under 16? Cosa ha fatto il PD nel quale milita Gori da anni per questi giovani se non dare loro dei contentini? E ancora, le fratture sulla cultura politica, che posizione ha tenuto Gori nei confronti delle persone con orientamento più socialdemocratico che liberaldemocratico se non quello di bollarli come “sinistra” ma nel senso dispregiativo del termine. O ancora dal palco dire “non bisogna vergognarci di parlare di ricchezza” quando noi parliamo di povertà o di disuguaglianza. Cosa hanno fatto coloro che la pensano come Gori e che non hanno preso bene la sua vittoria se non etichettare Elly come Corbyniana o Sandersiana? 2. “Deve avere la capacità di ricucire”. Cercate di leggere più volte questa frase. Cioè il PD ha passato anni a fare le barricate (per citare un termine usato per commentare la vittoria di Elly) tra bande, a contare le percentuali per piazzare i propri, a usare il manuale Cencelli anche per distribuirsi gli strapuntini e mettere le bandierine nei territori, a fare le larghe intese in nome di una responsabilità sempre più spiccata (e sempre più imbarazzante) pur di stare attaccati al potere, nonostante il malcontento dei militanti che sono diminuiti sempre di più e Elly “deve” avere la capacità di ricucire? E lo deve fare perché lo dice Gori, con questo far paternalistico tipico di chi non accetta che un/a giovane spicca il volo, altrimenti cosa succede? Non sarà capace? Ma se avesse vinto Bonaccini, questo pensiero gli sarebbe venuto in mente? Elly Schlein ha vinto e ha avuto un mandato dal popolo del PD e con questo saprà, come dichiarato da lei, essere la Segretaria di tutte e tutti. 3. “Dipenderà da lei se terrà o non terrà il PD nella sfera atlantica, se terrà o no la posizione di Letta sulla guerra in Ucraina, se affronterà con pragmatismo il tema del lavoro”. Ora, premettiamo che lei ha vinto le primarie parlando del suo programma che era un reale manifesto e quindi da qualche parte, è stata giudicata più vicina alle persone che l’hanno votata rispetto a Bonaccini. Questo significa che lei deve rispettare questo patto con i propri elettori e non deve seguire le orme di Letta o di nessuno perché è lei la Segretaria. Ma Gori lo ha letto il suo programma? Tralascio il punto sulla sfera atlantica perché è un’insinuazione veramente imbarazzante per chi la esprime perché presta il fianco a coloro che si sono affrettati a chiamarla “Mélenchon”. Il passaggio sulla guerra in Ucraina nel programma lo ha letto? Lo scrivo qui: “Il sostegno di tanti Paesi ha permesso all’Ucraina di continuare a esistere senza capitolare. Serve un maggiore sforzo politico e diplomatico dell’Unione europea, insieme ai nostri alleati e in seno alla Comunità internazionale, per creare le condizioni che portino ad un cessate il fuoco e all’avvio di una Conferenza di pace multilaterale che possa portare alla fine della guerra. Sosteniamo e sosterremo il popolo ucraino con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi, per ristabilire il diritto internazionale e i principi su cui si fonda la convivenza pacifica fra i popoli. Senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvano i conflitti, e che non possiamo attendere che cada l’ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta”. Ci sono ambiguità? Parlare anche di Pace non significa escludere l’aiuto. Oppure dobbiamo esprimerci solo di guerra per essere credibili? Sul lavoro, il piano di Elly è chiarissimo ed è estremamente pragmatico. Magari non piace a Gori, ma questo è un altro discorso. “Voltare nettamente pagina dopo gli errori del “Jobs Act” e del “decreto Poletti” sulla facilitazione dei licenziamenti e la liberalizzazione dei con¬tratti a termine. È necessaria una lotta serrata alla precarietà e allo sfruttamento, ponendo fine alla concorrenza al ribasso sul terreno delle tutele e dei salari. Bisogna limitare il ricorso ai con¬tratti a tempo determinato a partire da quelli di brevissima durata, come hanno fatto in Spagna coinvolgendo organizzazioni datoriali e sindacali, e rendere strutturalmente più convenienti per le imprese i contratti stabili”. Forse non è pragmatico perché parla prima dei lavoratori e non delle imprese? O forse perché bisogna superare il Jobs act? Gori forse non si è accorto che questo era scritto anche nel nostro programma elettorale alle politiche e, sì, non siamo stati votati perché non eravamo credibili. Perché allora non l’ha detto a Letta che doveva essere più pragmatico? Infine, la Spagna sembra a Gori un pericoloso paese di estrema sinistra? Nel programma di Elly si parla di aumentare i contratti a tempo indeterminato per combattere la precarietà come fa la Spagna. La realtà è questa, Elly Schlein non doveva vincere e invece ha vinto. Come ha detto lei a caldo “e anche questa volta non ci hanno viste arrivare”. (viste con la e). È riuscita nell’impresa di portare gente a votare. Gente fuori dal PD, quelli che non ci votavano più. Ha invertito il risultato uscito dalla convenzione dei circoli che ha visto Bonaccini vincere – ma non stravincere – con la partecipazione di 150.000 iscritti. E tra questi 150.000 vi sono anche i pilotati dai padroni delle tessere, dei circoli e dei territori. Togliamo il velo dell’ipocrisia e diciamocele le cose. Abbiamo visto numeri imbarazzanti in alcune zone dove i capibastoni sono degli imperatori. Ma più di un milione di persone hanno partecipato alle primarie e noi vogliamo puntualizzare sul fatto che i primaristi hanno ribaltato la situazione come per delegittimare Elly Schlein? Proprio quando, per anni, il PD ha lamentato un disamoramento micidiale e un allontanamento del proprio elettorato di riferimento. Gli elettori, legittimati dallo statuto – ancora in vigore – hanno deciso, sfidando la pioggia e il vento e mettendosi in fila con in mano documenti e 2 euro, che la persona più credibile fosse Elly Schlein. E cioè, senza mettersi d’accordo, senza ascoltare nessuno, hanno deciso di comunicare al PD qual è la rotta da seguire: la radicalità. E chi avrà il coraggio di sovvertire questo mandato, si prenderà questa responsabilità e dovrà poi avere il coraggio di andare di nuovo dinnanzi ai cittadini a chiedere il voto. È l’ora della radicalità e del cambiamento. E gli elettori hanno deciso che, a guidare l’opposizione contro Donna Giorgia, ci volesse un’altra Donna, Femminista, Progressista, Ecologista. Una donna dalle mille sfaccettature culturali e valoriali. Una donna che conosce perfettamente lo scenario nazionale e internazionale, che sa benissimo quale blocco sociale rappresentare, e che urla dai palchi: “mai più il PD dovrà approvare il memorandum con la Libia”. (punto sul quale Bonaccini non ha mai dato una risposta e punto mai così attuale). Una donna che non ha bisogno di un padrino o del permesso di un uomo per salire la difficile strada verso l’apice. L’ha fatto e ci è riuscita. Per anni il PD ha teorizzato la fine delle ideologie permettendo ai peggio populisti di ogni schieramento di farsi strada e permettendo alle destre di teorizzare la loro e vincere. È stato un errore e i primaristi, nostri elettori, sono venuti a dircelo sbattendocelo in faccia in un silenzio surreale, con una sola croce sul nome Schlein. Elly Schlein sa che il partito deve rigenerarsi e la rigenerazione chiede un cambiamento radicale, qualcosa di totalmente nuovo, totalmente diverso da quello che c’era prima. Lo sguardo femminile e femminista è la novità che serve perché è sempre mancato. Ed è dannatamente pragmatico, caro Gori. È tempo che la sinistra si trasformi in qualcosa di forte e che abbia idee molto chiare sull’uguaglianza, sull’economia, sulla libertà, la giustizia, e questo significa avere ideali e piattaforme lontane dall’inerzia e dalla tiepidità a cui siamo stati abituati per troppi anni. Il partito del “ma anche”. È tempo, quindi, di uscire dal letargo perché i tempi nuovi, i nostri tempi, sono già iniziati. È l’occasione giusta per ritrovare vitalità e la carica che non è andata perduta ma che, in questi anni, non si è manifestata. La sinistra di Elly consiste nel rappresentare ciò che non rappresentavano più i politici, ed è esattamente questo che gli elettori hanno capito. Più di 1.000.000 persone sono venute a votare e, di queste, quasi 600.000 hanno scelto Elly Schlein. Sono nostri elettori e non possiamo dire loro che il loro voto non vale quanto quello degli iscritti. Finché non si cambia lo statuto. E finché ci interessa che non voltino le spalle per andare altrove. Gli elettori hanno scelto una linea precisa e tutti, la famosa classe dirigente, devono lavorare con umiltà e mettersi a disposizione per ricucire, non il PD, ma il contatto con la realtà e con i bisogni dei cittadini tutti. “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. (Martin Luther King)
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