Lila Ria
Un'oretta fa ero a Milano. In corso Lodi mio padre si è lamentato per la pavimentazione "se fossi un disabile a Milano, con ste strade qua, ne direi quattro al sindaco"* e io ho pensato a...
Mio padre che quando ero piccola mi esortava/iscriveva a ogni tipo di sport. Mio padre che cronometrava i giochi della gioventù e poi, a casa, mi diceva "perché tu hai fatto i cerchi camminando anziché saltare?" "Perché ero troppo lenta, papà" "E allora?" "Allora la maestra mi ha detto di farli così" "Quella non si doveva permettere". Mio padre che in quinta elementare mi ha iscritta alla staffetta, e io che ero lentissima a correre, io che non avevo il coraggio di dirgli "papà non me la sento. Papà gli altri ridono, quando tocca a me. Papà la staffetta la fanno quelli veloci". Mio padre che mi rimproverava la lentezza nel fare tre piani di scale con lo zaino di scuola. Mio padre che diceva "ti porto qua due bei cagnoni, di quelli grossi, poi vediamo se ti fai superare da tua sorella che ha un anno meno di te".
Mio padre che non ha mai mollato.
Mio padre che mi sgridava perché non studiavo storia e geografia.
Mio padre che non c'era mai.
Mio padre che mi tirava su dal divano nel week end, quando mi addormentavo in sala, da bambina. Mio padre che ci metteva tutte e quattro nei nostri letti.
Mio padre che mi dava una cicca, quando mi accompagnava all'asilo.
Mio padre che si arrabbiava quando non volevo il latte bianco, perché era finito il nesquick.
Mio padre che l'altra sera ha detto "io non ci sono mai stato, per nessuna di voi, al vostro primo giorno di scuola. Avevo il lavoro. Avevo sempre troppo lavoro. Ho sbagliato".
Mio padre che usciva la mattina presto e rientrava verso le nove.
Mio padre che, nei giorni liberi, ci faceva il cavallone e ridevamo.
Mio padre che ha portato me e Arianna a un incontro di boxe che cronometrava, mia mamma che ha chiesto a nostra zia di portarci fuori, perché eravamo troppo piccole.
Mio padre che ci svegliava con le carezze, mia madre tirando su la tapparella di botto e gridando.
Mio padre che quando ha saputo di me è diventato piccolo.
Mio padre che mi ha vista perdere pezzi, ma non mi ha mai più sgridata.
Mio padre che a settant'anni mi dà una mano ad alzarmi. Mio padre che mi porta alle mostre in carrozzina. Mio padre che mi accompagna dal fisioterapista. Mio padre che guida al mio posto, quando ho gli attacchi di panico.
Mio padre che, tante volte mi chiedo, chissà che vita tranquilla avrebbe se io non avessi_
Mio padre che mi ha verniciato i muri dei colori che ho voluto io.
Mio padre che canta, e non ha mai cantato.
Mio padre che, a volte, balla (saltella) e mostra un lato inedito, che non ho mai conosciuto.
Mio padre che ha scoperto da poco lo spritz e lo ha voluto alla sua festa di compleanno.
Mio padre che ha fatto la festa che avrei voluto fare io, un anno fa.
Mio padre che quando ti abbraccia ti spezza la schiena.
Mio padre che è adorato dai nipoti.
Mio padre che non si è mai ubriacato; mio padre che non si è mai fatto una canna, perché aveva paura.
Mio padre che con noi parla poco. Mio padre che, con gli altri, parla tantissimo.
Mio padre che non racconta niente.
Mio padre che legge tantissimo; che cucina la pasta col pesce; che, da piccola, mi faceva le gauffres.
Mio padre che, a volte, fa gli occhi stupiti come i bambini.
Mio padre che non lascia uscire le emozioni.
Mio padre con cui mi scontro, ogni giorno, un sacco.
Mio padre di cui non sono mai stata una figlia innamorata.
Mio padre, senza il quale non potrei fare nulla, che meriterebbe solo che io gli sia grata.
[Oggi a Milano c'era l'inaugurazione di una mostra, di una persona a cui voglio bene, e volevo fargli una sorpresa. A noi (mio papà, mia mamma e io) si sono aggiunti i Patin.
Fede è arrivata poi: dopo un'ora che cercavo un posto all'aperto in cui mangiare]
*come se a cassano splendessimo.
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