Enrico Letta pensa che la malattia della democrazia italiana consista in quelli che chiama “cambi di casacca” e cioè, spiace dirlo, nell’esercizio di un libero e costituzionale diritto da parte degli eletti, di cui, peraltro, non si è mai sentita una vera lamentala da parte dell’opinione pubblica, se non istigata da campagne antipolitiche.
Non si accorge, Letta, di imbucarsi in un assurdo. Perché, sottoposto a rigoroso esame, il concetto di casacca neanche reggerebbe. La casacca è quella del partito in cui si è eletti? Difficile definirla così, perché un partito, uno stesso partito, può avere linee politiche differenti, ad esempio, tra ambito locale e nazionale, e scegliere un apparentamento in Europa e cose leggermente o fortemente diverse nel proprio paese. Qual è oggi la casacca, per dire, di un eletto in Forza Italia, magari al Parlamento europeo.
È un popolare, e di conseguenza in Italia un centrista, o è un sovranista di destra, come vorrebbe la casacca delle sue alleanze nazionali? Ma anche il Pd non è esente da questi slalom ideologici e programmatici. Insomma, forse Letta ha scelto il momento storico meno adatto per scagliarsi contro quelli che, nel linguaggio di chi di solito non ha troppo a cuore il processo democratico, si chiamerebbero voltagabbana.
È, semmai, questo il momento di rompere schemi, di, appunto, voltare gabbane, come, non coerentemente, il Pd si appresta a fare chiedendo reciprocità ai 5 stelle. Mentre si occhieggia al centro, ci si studia da sinistra con le parti non sovraniste del centro. O forse Letta crede alla leggenda della vittoria futura tutta a sinistra? Perché, sì, i socialdemocratici tedeschi (che comunque non stanno insieme alla sinistra sinistra di Linke), hanno quest’anno il vento a favore, ma puntano al 26% o poco più. E cosa se ne farebbero senza qualche ritocco alla casacca e qualche bavero da rivoltare? La fedeltà alla linea è l’ultimo rifugio di chi non ha un’idea in testa.
La fedeltà alla linea imposta per legge (forse la più stupida delle riforme costituzionali possibili) non è neanche un rifugio.
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