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Autore Discussione: Il ritratto di Isabella Rauti, figlia del leader storico dell'Msi, la nuova ...  (Letto 2695 volte)
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« inserito:: Aprile 29, 2008, 05:15:10 pm »

Non ama apparire, prende le distanze dagli Usa e dalle multinazionali

Tra padre pesante e marito rampante

Il ritratto di Isabella Rauti, figlia del leader storico dell'Msi, la nuova «first lady» della Capitale

 
Isabella Rauti è una persona seria, un tipo schivo, una donna di cultura (è professore a contratto di Storia delle istituzioni politiche). Una dalla vita personale e politica non semplice ma sempre affrontata con dignità. Forse non ci teneva a diventare first lady. Sicuramente non sarà stata contenta delle prime battute romanacce su di lei (anche da destra), genere «e ora avremo una first lady che si chiama come un botto di Capodanno».

Dai botti detti rauti, così detti a causa di Pino, leader missino poi secessionista; negli anni 70 indagato e poi prosciolto in alcune inchieste sul terrorismo; insomma suo padre. Tra padre pesante e marito rampante, spesso ha dovuto scegliere. Come nel '96: lei si candidò alle politiche con la Fiamma Tricolore, il marito Gianni con An. Lei non fu eletta, ma prese il 6 per cento nel collegio di Roma 1 (grazie alla destra divisa vinse Veltroni, allora).

Rauti e Alemanno hanno un figlio adolescente, Manfredi, e un matrimonio che non è sempre stato idilliaco. Dopo una separazione, si sono risposati in chiesa. Lei non è una tipica «fascetta» da bar degli anni di piombo, oltretutto, «casomai ero una militante». Niente borse firmate e scarpe a punta, casomai borse di Tolfa e Clarks, come le «zecche» di sinistra. E ripercorrendo le sue scarse uscite pubbliche viene fuori una donna che non si sa se sia più a destra o più a sinistra del marito.

Delle loro candidature separate disse a Claudio Sabelli Fioretti su Sette: «I vecchi schemi borghesi vogliono che la moglie segua il marito. Però bisogna stabilire che tipo di coppia si vuole essere». E poi: «Antiamericana lo sono sempre stata. Non amo quello stile di vita» (non la si vede bene a Villa Certosa, neanche, a pensarci). E poi: «Io ero no global quando non c'erano ancora i no global... C'è un'anima della destra che condanna le multinazionali» (i rapporti del marito ministro dell'Agricoltura con le grandi aziende alimentari italiane non devono averla fatta impazzire, possibile). E ancora: «Mi piace Nanni Moretti, ho visto tutti i suoi film» (l'ha detto prima del Caimano, ma insomma). E di recente, in campagna elettorale, dopo aver accompagnato il marito a Ballarò, ma pur sempre sbrigativa, sempre zecca nera «de Balduina», il suo quartiere storico: «Non mi piacciono le mogli che assumono atteggiamenti decorativi». Donne lietamente decorative ce n'è già abbastanza, nel Pdl. Ci si aspetta una prima dama riluttante, quindi, a Roma (e si aspettano con interesse nuove interviste).

Maria Laura Rodotà
29 aprile 2008

da corriere.it
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