LA-U dell'OLIVO
Novembre 22, 2024, 09:34:52 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: I due virus: coronavirus e populismo  (Letto 2205 volte)
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« inserito:: Aprile 14, 2020, 05:29:05 pm »

«CARLO CORNAGLIA -

Dalla Russia con orrore GIORGIO CREMASCHI - La criminalità̀ del capitalismo spiegata dall’Economist»

MAURO BARBERIS - I due virus: coronavirus e populismo

Wbarberis Che fine ha fatto il populismo? Circola l’idea che si stato spazzato via anch’esso, come tante altre sciocchezze di prima. Detto altrimenti, il virus biologico scaccerebbe quello politico, spazzando via ostilità ai vaccini e alla scienza, complottismo, irrazionalismo. Tutto questo ottimismo, però, mi pare ingiustificato. Anche perché i vari populismi, dall’imperialismo di Putin all’iper-americanismo di Trump, dallo sciovinismo inglese ai sovranismi continentali, non sono affatto una sciocchezza. Sono un altro virus, che aveva già contagiato le democrazie liberali sull’onda della rivoluzione digitale, e che può trarre nuova forza dalla pandemia. I due virus non si elidono: piuttosto, si alimentano a vicenda. La loro sinergia torna a galla in questi giorni, con tanti episodi nascosti dall’emergenza.

Per semplificare, i rapporti fra Coronavirus e populismo sono passati per tre fasi. Nella prima fase, i leader populisti hanno cercato di negare l’evidenza, sul modello cinese. Come il governo di Pechino aveva isolato il medico-eroe di Wuhan, Li Wenliang, accusandolo di «diffusione di false informazioni su internet», il governo americano ancora tre giorni fa ha rimosso il comandante della portaerei Roosevelt, colpevole di voler sbarcare i propri marinai contagiati, o forse solo di averlo fatto sapere ai giornali. Anche in Italia abbiamo avuto eroi così: basta pensare al medico sospeso dal direttore del Pio Albergo Trivulzio di Milano per aver permesso ai propri infermieri di usare le mascherine, quando ancora non erano ritenute necessarie.

La fase della negazione dell’evidenza, in cui si sono distinti Trump e l’appena ricoverato Boris Johnson, ha poi lasciato il passo a una seconda fase. Seguendo il meccanismo tipico del populismo – che non è una dottrina come liberalismo o socialismo, ma uno stile politico capace di adattarsi alle situazioni – i leader populisti hanno persino cercato di cavalcare l’emergenza negata sino al giorno prima. Di qui le giravolte di Salvini, sino all’ultima svolta mistica: ma ci è andata pure bene. Mentre i nostri populisti si affidano alla Madonna, infatti, il presidente filippino Duterte invitava la polizia a sparare su chi violava la quarantena, naturalmente per il suo bene.

La terza fase, corrispondente a un ritorno alla normalità che non sarà breve né privo di ricadute, si può solo immaginare, sulla base di quanto già sta avvenendo. Pure qui il modello è asiatico, russo-cinese: ci si ispirerà ai regimi che, controllando internet, controllano anche i dati sul contagio, sicché non sapremo mai quanti morti ci siano stati davvero in Cina. Come sempre, la strada è indicata, in Europa, dal populista ungherese Viktor Orbán: dopo aver sospeso informazione e indipendenza della magistratura, ha sospeso pure il Parlamento, stavolta con la scusa di combattere il virus.

Il rischio, anche per i paesi occidentali, è aumentato da un fenomeno simile alla sindrome di Stoccolma: i reclusi, cioè noi, tendono ad amare il loro carceriere, cioè i governi. Il famoso stellone italico non ci ha abbandonato del tutto, però, se è vero che agli italiani piace l’avvocato Conte: un politico improvvisato e piacione quanto si vuole, ma che ci ha risparmiato le tante giravolte dei suoi omologhi populisti d’oltreoceano e dei loro imitatori nostrani. Il rischio, naturalmente, c’è sempre. Dopotutto, c’è già chi pensa a un governo di salvezza nazionale con tutti dentro: banchieri, virologi e populisti.

Mauro Barberis
(7 aprile 2020)
Scritto martedì, 7 aprile, 2020 alle 13:06 nella categoria Mauro Barberis. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.

5 commenti a “MAURO BARBERIS - I due virus: coronavirus e populismo”
Valentino Angeletti scrive:
7 aprile 2020 alle 17:43
Bell'articolo prof, pieno di contenuti ed ironico allo stesso tempo
Complimenti

Rossi Alberto scrive:
7 aprile 2020 alle 18:12
Credo che l'angoscia maggiore dei capi e dei fedeli del Populismo sia IL CONTROLLO, nella sua accezione più ampia. Come lei sottolinea, il bavaglio all'informazione è un pilastro essenziale del modo di interpretare il potere politico.
È un virus che faremo fatica ad estirpare.
Un cordiale saluto.

Alfredo Bianco scrive:
7 aprile 2020 alle 18:38
Ormai ho settantacinque anni, sono laureato in filosofia dei linguaggi e diplomato in counseling psicoanalitico: negli ultimi tempi ho cercato di capire due categorie mentali, quella etica o antietica del 'buonismo' e quella sociale o antisociale del 'populismo'. Già gli 'ismi' mi irritano e, invece, se ne riempiono pagine giornalistiche, centinaia di migliaia di post sui social, intere trasmissioni televisive. Così come il 'buonismo' non esiste ( al massimo parleremo di comportamenti eticamente corretti), nello stesso modo mi sto convincendo che 'populismo' è sinonimo di ci0' che Platone definiva la degenerazione della democrazia, cioè la demagogia. Etimologicamente la prima è il potere esercitato dal popolo e non da aristocratici o monarchici: la demagogia ( leggi se vuoi 'populismo') è l'inganno dei cittadini sostanzialmente con due promesse sempre identiche: 1. Diminuire, condonare o addirittura eliminare le tasse, senza far capire che i servizi alla società sono direttamente proporzionali ad esse; 2. Gettare tutto il fango possibile sulla complessa organizzazione statale di cui si lamenta la 'burocrazia' ( tra poco sentiremo parlare di burocraticismo) troppo lenta e farraginosa ( solo perchè deve accertare i requisiti della circolazione finanziaria o del rispetto delle leggi) e si auspica l'abbattimento totale di ogni tipo di regola. Che meraviglia per gli ignoranti, per gli imbecilli, per i creduloni che abboccano sempre a queste due esche dei populisti, o meglio - come direbbe Platone - dei demagoghi, che distruggono la democrazia e la stessa nozione di popolo/nazione/Stato, utilizzando qualsiasi falsità per tenerlo ben diviso con la moltiplicazione infinita delle cosiddette autonomie e di relative frontiere fisiche o simboliche. Oggi sarà il coronavirus ad abbattere confini e i frazionamenti: ci ha già legato tutti insieme in sforzi comuni per uscire dalla pandemia, che vuol dire epidemia di TUTTO il popolo del mondo. Senza, ovviamente, eccezioni per i 'populisti'...

Gianfranco Maitilasso scrive:
8 aprile 2020 alle 00:03
Complimenti, mi piace, nel lontano Novembre, 2014 a Bangkok, Tailandia, scrivevo:
"Il mondo si sta sgretolando.......guidato per mano verso il baratro da elite politiche incapaci e incompetenti, apparentemente elette da pseudo democrazie di persone, volutamente mantenute ignoranti e sotto acculturate, e, quindi, che non vedono al di là del proprio naso, ma in realtà controllate dall'egoismo e la smania di potere delle multinazionali e delle lobbies bancarie/ finanziarie.
Chi controlla il mondo sono queste ultime, le quali, ovviamente, non agiscono nell'interesse di tutti, ma in quello dei propri azionisti e potentissimi super pagati dirigenti, lasciando peggiorare le condizioni dei poveri e degli affamati, che una qualche guerra locale, da essi fomentata e finanziata, provvede di volta in volta a sfoltire.
Del resto e' un Sistema che si autoalimenta; in queste pseudo democrazie malate, formalmente, la maggioranza dei voti e' composta dai poveri e dai derelitti che, appunto, in quanto tali, e mantenuti tali, sono facilmente acquistabili in blocco, con vaghe illusorie promesse di tempi migliori e di un futuro paradiso (in collaborazione con le varie Chiese), così che, questi, illudendosi di influenzare con il voto i propri rappresentanti, delegano il potere a chi promette di piu', ma quello reale (economico) rimane nelle mani dei soliti pochi, e la loro ricchezza e potenza si accresce di anno in anno, come viene dimostrato dai fatti........
Ne' quelli che, per cultura o intelletto, hanno chiara la visione del mondo, se ne interessano giacche' perderebbero tutti i loro piccoli privilegi, e, comunque, l'esperienza dimostra che chi ci prova viene, poi, duramente punito......
Ogni tanto una "voce nel deserto" (Obama, Papa Francesco, il Dalai Lama e, moltissimi altri, per fortuna) si fa sentire, ma sono "fuochi di paglia" che non lasciano traccia........e......intanto...le stelle stanno a guardare, finche' non ci cadranno sulla testa per la vergogna...!!"
Bene, insieme con la distruzione dell'ambiente e il Covid-19, il beneamato capitalismo, con il prevalere del populismo, o della demagogia (come lei dice giustamente), ci hanno portato oltre il baratro......ci sara' un nuovo Gesu' ( sempre che sia mai esistito) che venga e, questa volta, per salvare veramente la razza umana ?.......ne dubito..........

Maria Cristina scrive:
8 aprile 2020 alle 04:35
Gentile sig. Bianchi, mi meraviglia che lei non abbia colto l' uso strumentale che i globalisti, attraverso i media, fanno della parola "populismo".
Viene indicato come "populismo", nella sua accezione esclusivamente negativa, ciò che non giova agli interessi degli oligarchi che ci governano. Che sono, attraverso i media ( noi sappiamo solo ciò che i media ci raccontano) i massimi demagoghi globali.
Lasciando perdere le caratteristiche "personali" di coloro che i media ci indicano come "populisti" ( anche queste però cambiano a seconda delle convenienze di "lassù": un esempio? Salvini: da "capitano" ad "ubriacone") e che possono ritrovarsi agevolmente in chiunque faccia politica, soprattutto in periodi di elezioni.
Le Leopolde , il "battere i pugni sul tavolo" in Europa di Renzi, i giornalieri "Renzi risponde show", gli 80 euro di Renzi non erano "populismo"? Ed il presunto, indimenticabile, teatrino spezzacuore di Veltroni che sarebbe "andato in Africa a aiutare i bambini" in caso di sconfitta? E gli infiniti "casi umani" di "minori e donne incinte", in tutte le salse e sempre più triviali con i quali ci hanno fatto accettare e foraggiare per anni il ritorno del traffico di schiavi che credevamo ormai scomparso almeno in Occidente? Più" populismo" di questo!!!

Per non parlare del massimo del "populismo" di questi giorni: Papa e reti unificate, ostensioni, processioni di reliquie, preghiere apotropaiche come se piovesse. In quanto a "populismo" a Salvini e C. fanno un baffo, ma siccome sono utili "lassù", la parola populismo non si la nomina. E qui siamo già oltre il populismo! Piombati in pieno Medioevo. Schiavi, carità e processioni. Il massimo del "populismo".
Come sempre, non conta "cosa" si dice o si faccia, ma "chi" la dice o la fa.

Quindi "populismo" è una parola che, non essendo logicamente definita, viene, nel nostro caso, usata come arma, contro tutto ciò che si vuole depotenziare. Vuoi il Reddito di cittadinanza? Sei populista ( gli 80 euro invece non lo erano?) : tradotto: se la gente non è povera e "rimane sul divano" non lavora pressochè gratis . Però attenzione: se gli cambiano nome e lo propone ad es. Renzi e non i 5stelle, il "populismo" sparisce. Dipende da "chi".

Tra poco diventerà "populista" anche la democrazia. Ci stanno lavorando.
Dopo aver depotenziato i risultati delle elezioni cambiando le leggi elettorali a seconda delle convenienze dei soliti noti "non populisti", ora tutti contro il primo caposaldo della democrazia: l' uno vale uno. Niente di più sbagliato: i "nostri" valgono di più.
Chi ha esigenze o idee diverse è "populista" occorre in ogni modo ostacolarne la partecipazione alle elezioni. Mi pare una ovvietà constatare che i "populisti", gli "ignoranti" e addirittura i "cattivi" siano sempre gli altri. Che "percepiscono", mentre la verità sta altrove e te la raccontano i padroni dei media. e noi, nonostante sappiamo che questi ultimi siano e quali "esigenze" abbiano, ci lasciamo guidare. Per non essere indicati come "populisti".
Il "popolo" è diventato una brutta parola persino per quelli de IlManifesto.

"Populista", "razzista", "egoista", "fascista" parole che hanno ormai perso il loro significato intrinseco e vengono usate solo come insulti. Per chiudere la bocca a chi la pensa diversamente. Anche solo a chi vorrebbe discutere.
E questo è il massimo del "populismo": si chiama dittatura. E' il pensiero unico.
Che sia "solo" mediaticamente imposto non fa differenza.

Quanto alla burocrazia, sono d'accordo con lei: si mira al "liberi tutti". Il massimo del "populismo". E se non ora, quando.

Da - http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=29001
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!