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Autore Discussione: Riccardo Barlaam. «OMS ha fatto un colpo di mano ma la battaglia dell’Italia ...  (Letto 1632 volte)
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« inserito:: Novembre 18, 2018, 11:17:01 pm »

ECONOMIA E IMPRESE 15 Novembre 2018 Il Sole 24 Ore

INTERVISTA GIAN LORENZO CORNADO

«OMS ha fatto un colpo di mano ma la battaglia dell’Italia continua»


Parla l’ambasciatore italiano presso la Rappresentanza permanente Onu, a Ginevra

Gian Lorenzo Cornado è l’ambasciatore italiano alla Rappresentanza permanente dell’Onu a Ginevra, dove ha sede l’Oms. In prima linea in queste settimane per difendere gli interessi del made in Italy davanti al nuovo tentativo di introdurre obblighi di tassazione, di etichettatura e limiti al marketing sui cibi con maggiore contenuto di sale, zuccheri e grassi portati avanti dall’Organizzazione mondiale della Sanità e ripresentati in una risoluzione sul sud del mondo in esame in questi giorni alla Seconda commissione dell’Assemblea generale, a New York. Disposizione, come è noto, che se approvata metterebbe fuori legge, per così dire, prodotti di eccellenza come il Grana Padano, i vini, anche quelli nobili, per i loro contenuto di zuccheri, il Prosciutto San Daniele, la mortadella di Bologna per il sale, la Nutella.
A che punto è la battaglia in difesa del food italiano?
Continua. Il punto importante è che occorre rispettare la volontà espressa dai capi di stato e di governo il 27 settembre scorso all’Onu. A sole sei settimane di distanza riproporre un progetto di risoluzione che modifica quell’impegno e che reintroduce punti come “cibi salubri” e “cibi non salutari”, robuste misure fiscali, etichette di alert eccetera, è inaccettabile.
Perché è venuta fuori di nuovo questa questione. Che cosa succede all’Oms?
L'Oms ha una propria agenda e delle priorità. Ha preparato il documento che è stato discusso a New York in gran segreto l’anno scorso qui a Ginevra, senza consultare gli stati membri.
È normale questa procedura?
Assolutamente no. Perché a Ginevra ci sono più di 180 stati membri accreditati presso le Agenzie Onu, tra cui l’Oms. L’Oms dovrebbe intavolare un dialogo costante con gli stati membri. Anche perché gli esperti sulla salute sono qui, a Ginevra, non a New York. La sede naturale per discutere questi documenti dovrebbe essere proprio Ginevra. Ma non è successo. Questa è una prassi che l’Oms non segue. Due giorni fa ho contestato questo al Capo di gabinetto del Direttore generale dell’Oms Bernhard Schwartländer per ribadire quelle che sono le nostre posizioni e stigmatizzare l’approccio dell’Oms che è un approccio poco trasparente. E non tiene conto evidentemente, della volontà degli Stati membri, visto che con quel comunicato stampa successivo al vertice del 27 settembre hanno deliberatamente fuorviato l’impegno politico preso lo stesso giorno dai capi di stato e di governo in materia di nutrizione.
Come se ne esce?
Nel momento in cui c’è un foro di alto livello che prende le decisioni e raggiunge una posizione equilibrata in cui si parla di “diete salutari” e di “diete non salutari “e non si parla più di prodotti nocivi, non si parla più di robuste misure fiscali, è incomprensibile che l’Oms invii lo stesso giorno un comunicato fuorviandone il contenuto. È una cosa che non si è mai vista. Ed è molto grave.
Su questa vicenda è già riuscito a ottenere una modifica, una vittoria per l’Italia. Il problema è che hanno fatto un colpo di mano riproponendo la proposta di tasse e etichette sul food in una risoluzione più ampia dedicata ai problemi del sud del mondo, il clima, l’agricoltura, lo sviluppo sostenibile. Dove c'è questo paragrafo copiato esattamente da quel documento originario dell’Oms che era stato già bocciato.
Hanno fatto un colpo di mano, ma bisogna vedere se riesce.
Certo, ma ci stanno provando.
Io credo che non sarà difficile far capire le nostre ragioni alla membership alle Nazioni Unite. Devo dire che l’Italia si sta muovendo bene a New York e saprà creare le alleanze in Assemblea generale, come ha sempre fatto in analoghe circostanze. L’obiettivo è tornare al documento approvato il 27 settembre. Non c’è nessun motivo al mondo perché si modifichi quel dispositivo.
Una cosa che colpisce è che tra i sette firmatari ci sia anche la Francia che è un paese molto simile all’Italia con tanti prodotti Dop. L'agroalimentare è tra le prime voci di export per la Francia.
È possibile che ci siano anche in Francia diverse sensibilità tra le amministrazioni. Che quindi non abbiano esaminato la questione a fondo in tutte le sfaccettature. Quello che è certo e che a New York i paesi membri dell’Unione europea, compresa la Francia che è tra i firmatari di quella risoluzione, abbiano ammesso di avvertire un certo disagio di fronte a un progetto di risoluzione che di fatto modifica quanto appena deciso.
Il problema è che in questo negoziato all’Onu che andrà avanti fino al 14 dicembre, oltre alla posizione europea peserà anche quella degli oltre 130 paesi raggruppati nel G 77, a favore di una risoluzione che li riguarda...
Sì, ma è possibile che siano altre le priorità di questi paesi e che anche per loro modificare il paragrafo sette non sia così drammatico. Si vedrà nel corso del negoziato. Ma, ripeto, la nostra rappresentanza a New York ha i contatti, le capacità e le arti negoziali per poter coagulare una maggioranza di paesi a favore della nostra posizione.
Già gli Stati Uniti, durante le prime discussioni sulla risoluzione a Ginevra hanno manifestato perplessità.
Gli Stati Uniti si erano già opposti l’estate scorsa al testo originario dell’Oms che oggi hanno ritirato fuori. Sono sulla stessa posizione dell’Italia e sono convinto che questo gioverà al negoziato.
Come andrà a finire?
Io sono ottimista e credo che alla fine prevarrà la linea approvata solo un mese e mezzo fa. Questo è un argomento fortissimo che da quanto ho saputo sta già facendo presa.

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Riccardo Barlaam

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