Domani saranno cent'anni che Trieste è diventata italiana, dopo aver appartenuto

Domani saranno cent'anni che Trieste è diventata italiana, dopo aver appartenuto per cinquecento anni all'impero austro-ungarico, alla fine di una sanguinosissima guerra.

Sembrano anni lontani anni luce eppure...

Vi racconto un aneddoto di famiglia. Durante la prima guerra mondiale mio padre, che allora era bambino, si trovò a Caporetto assieme alla sorella e a sua madre mentre dilagava la spagnola. Tutti tre si ammalarono, ma sopravvissero grazie alle intelligenti cure di mia nonna che, andando contro le idee del tempo, curò se stessa e i bambini a modo suo.
La sorella di mio padre, autrice tra l'altro di molti libri per l'infanzia, visse fino a 102 anni e in vecchiaia diceva Perché dovrei vaccinarmi contro l'influenza? Avrò pure qualche piccolo anticorpo.

Ma ritorniamo a Trieste, città di carta come l'ha definita Ernestina Pellegrini, città dove l'infinito è a due passi, il mare è a portata di mano come in nessun'altra città, come scrive Claudio Magris, città poco incline a una reale autocritica dopo gli anni terribili che seguirono la seconda guerra mondiale, le foibe, la Risiera e gli altri orrori, - sono sempre parole di Magris - città che deve ancora confrontarsi con verità che hanno bisogno di ulteriori studi e di riflessione, città amatodiata da tanti suoi figli, specie intellettuali, città che si ama e da cui si fugge.

Buon compleanno, Trieste!

Da Marina Torossi su Fb del 4 novembre 2018