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Autore Discussione: UGO MAGRI  (Letto 228606 volte)
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« Risposta #420 inserito:: Novembre 27, 2018, 11:08:37 pm »

Attesa la sentenza di Strasburgo, Berlusconi in bilico tra rivincita e oblio
Alle 11 il verdetto sulla decadenza dell’ex premier da senatore

Pubblicato il 27/11/2018

UGO MAGRI
ROMA

Se già sono informati, e fingono di non sapere quale sarà oggi il verdetto sul Cav, sono dei bravi attori. Ma probabilmente davvero, dalle parti di Arcore, brancolano nel buio. I collaboratori più stretti di Silvio Berlusconi hanno chiesto lumi al team di avvocati che si è fatto carico del ricorso a Strasburgo contro la decadenza da senatore. Tutto quanto sono riusciti a capire - così assicurano - è che stamane verrà depositato un «ruling» della Grande Chambre, cioè del massimo tribunale facente capo alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Questo «ruling» (tradotto nel nostro giuridichese equivale a «pronuncia»), segnala agli esperti che non si tratterà di una sentenza vera e propria, ma di una decisione procedurale. 

Si può immaginare che la Grande Chambre vorrà prendere semplicemente atto che il 27 luglio scorso Berlusconi aveva deciso di rinunciare al suo ricorso, e l’aveva comunicato a Strasburgo quattro mesi dopo avere ottenuto in Italia la riabilitazione dalla condanna per frode fiscale. Essendo tornato candidabile, non voleva più correre il rischio di un pronunciamento sfavorevole. Se la rinuncia al ricorso venisse accettata, politicamente finirebbe senza vinti né vincitori. Ma non è detto che si chiuda così.

Le ipotesi sul tappeto 
La Grande Chambre potrebbe infischiarsene della rinuncia, sopravvenuta quando ormai la decisione era matura, e pronunciare ugualmente la sentenza. E perfino nel caso in cui cancellasse il ricorso, avrebbe tanti interessanti modi di calare il sipario. Ad esempio, la Corte potrebbe approfittarne per far intendere con chiarezza come sarebbe andata a finire nel caso in cui Berlusconi non si fosse tirato indietro. Pare che aggiungere una spiegazione del genere rientri nelle facoltà della Grande Chambre («e comunque non lo si può escludere», allargano le braccia gli avvocati berlusconiani). Dunque, ipotesi numero uno: il «ruling» fornirà elementi di giudizio che danno ragione al Cav. Il quale si mangerebbe le mani per non avere insistito col suo ricorso, ma sul piano politico potrebbe comunque cantare vittoria. Un verdetto del genere gli consentirebbe di appendersi al petto la medaglia di vittima dell’ingiustizia, espulso dal Parlamento nel 2013 sulla base di una legge (la «Severino») tutta da riscrivere perché nega i diritti umani. Sarebbe la piattaforma ideale in vista delle prossime elezioni europee.

L’altra eventualità è di tutt’altro segno: una «pronuncia» della Grande Chambre dove si farà intendere che Berlusconi aveva torto marcio, se fosse andato fino in fondo il suo ricorso sarebbe stato rigettato senza pietà, anzi bene fecero a cacciare dal Parlamento lui e quelli come lui. Sarebbe una figuraccia micidiale, anzi peggio, un marchio definitivo. Ecco spiegata l’inquietudine, mista a speranza, che si percepisce ai vertici di Forza Italia. In attesa del verdetto, previsto per le 11 in punto.

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Da - https://www.lastampa.it/2018/11/27/italia/berlusconi-in-bilico-tra-rivincita-e-oblio-Fcy2tvRloUUkd9mWnyAeII/pagina.html
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