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« inserito:: Ottobre 25, 2018, 05:46:35 pm »

Sinistra, dopo la sconfitta di Leu D'Alema vola a Pechino per celebrare Marx

L'ex premier interviene al secondo congresso mondiale sul marxismo organizzato a Pechino dalla Peking University

Di MATTEO PUCCIARELLI
10 maggio 2018

Peking University di Pechino, secondo congresso mondiale sul marxismo, organizzato lo stesso giorno dei 200 anni dalla nascita di Karl Marx. Trecento studiosi e ricercatori per parlarne arrivati da tutto il mondo. "In Marx ritroviamo il rigore di un metodo e la forza di una passione che deve spingerci a non arrenderci allo "stato di cose presenti" e a lottare incessantemente per trasformare la realtà e costruire il futuro", si chiude così la relazione di Massimo D'Alema, uno dei tre italiani invitati all'evento cinese.

Un intervento da 20mila battute, praticamente un saggio, nel quale l'ex presidente del Consiglio è partito dal crollo del muro di Berlino, passando per il trionfo del neoliberismo e successiva crisi economica, per arrivare all'oggi: "Se volessimo utilizzare una parola antica dovremmo dire che c'è bisogno di un nuovo internazionalismo, un tratto distintivo del movimento operaio fin dalle sue origini che, tuttavia, si è paradossalmente spento proprio quando il capitalismo si è fatto internazionale trovandoci impreparati e impotenti. Oggi nessuna sfida può essere vinta senza ristabilire un primato della politica sull'economia rovesciando il dogma neoliberista. Spetta alla politica, infatti, dare le risposte che il mercato non è in grado di dare".

Un D'Alema in versione red passion, insomma. Anche se l'esperienza "radical" di Liberi e Uguali fortuna, va detto, non gliel'ha portata. Forse anche perché proprio lui in Italia fu uno degli alfieri della Terza via blairiana, cioè il tentativo della sinistra di "mitigare" gli istinti del libero mercato. Dopo la fine dell'Unione Sovietica, "la globalizzazione economica si è sviluppata impetuosamente sotto il segno di una visione sostanzialmente acritica e apologetica del capitalismo. Bisogna riconoscere - ammette infatti D'Alema - che anche la sinistra ha subito l'influenza di questa cultura e che essa si è manifestata in modo particolare nella elaborazione della cosiddetta Terza via".

Ma il D'Alema che si riscopre marxista non abbraccia comunque il leninismo: "Per Marx lo stato moderno è caratterizzato dalla contraddizione insanabile tra uguaglianza giuridica e disuguaglianza concreta sul piano dei rapporti di produzione, sul piano sociale ed economico. Da ciò il suo radicale rifiuto della tradizione liberale e democratica, fino alla concezione utopistica del superamento dello Stato come condizione di una effettiva uguaglianza tra gli uomini. Questa visione marxiana è stata in parte travisata e cristallizzata nella ortodossia marxista-leninista che ha costituito l'ideologia del socialismo reale nell'Unione sovietica e nell'Europa orientale.
Con gli esiti fallimentari che conosciamo".

Però allo stesso tempo, ragiona il lider maximo, "tutta l'esperienza teorica e pratica del socialismo e della sinistra nell'Occidente europeo ha rifiutato la contrapposizione tra uguaglianza formale e uguaglianza sostanziale cercando invece di andare oltre la tradizione liberale attraverso una integrazione fra diritti formali e promozione attiva della integrazione sociale e della riduzione delle diseguaglianze. È evidente tuttavia che pure muovendo in una direzione diversa - e cioè cercando di combinare socialismo e democrazia - la sinistra europea ha comunque preso le mosse dalla critica marxiana dei limiti della uguaglianza formale". E quindi "oggi, di fronte agli sviluppi del capitalismo contemporaneo questa critica mantiene tutto il suo significato e, per molti aspetti, ci appare più che mai attuale".
 
© Riproduzione riservata
10 maggio 2018

Da - https://www.repubblica.it/politica/2018/05/10/news/sinistra_dopo_la_sconfitta_di_leu_d_alema_vola_a_pechino_per_celebrare_marx-195989622/
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