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Autore Discussione: Moratti indagata, la difesa di Borrelli: a volte si deve forzare  (Letto 2890 volte)
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« inserito:: Dicembre 08, 2007, 05:20:48 pm »

La polemica-Divergenze nell'ex pool Mani Pulite

Moratti indagata, la difesa di Borrelli: a volte si deve forzare

D'Ambrosio: non la pensavamo così


MILANO — Prima Di Pietro, poi l'ex procuratore generale di Milano: per l'efficienza succede che si debba agire sui limiti della legalità. Per anni sono stati percepiti come i moschettieri di Dumas. Tutti per uno e uno per tutti. Come quando facevano muro contro le reazioni politiche alle inchieste di Tangentopoli. Ma oggi l'ex pool di Mani Pulite si spacca pubblicamente e clamorosamente sull'inchiesta aperta dal pm Alfredo Robledo nei confronti del sindaco di Milano Letizia Moratti per i contratti d'oro a 90 dirigenti esterni. Inchiesta che per adesso è costata un avviso di garanzia al sindaco per abuso d'ufficio. Da una parte Francesco Saverio Borrelli e Antonio Di Pietro che difendono la Moratti. Dall'altra Gerardo D'Ambrosio che dice sconsolato: «Se l'avessimo pensata così non ci sarebbe stata Mani Pulite».

Scala. Prima delle prime. Arriva Francesco Saverio Borrelli, gran melomane, appassionato di Wagner, già capo della Procura di Milano. Prima che risuoni l'accordo discordante del Tristan und Isolde, l'ex procuratore lancia il tema destinato a dividere i vecchi compagni di viaggio: «Premetto che non voglio entrare nel merito dell'inchiesta, ma per rendere efficiente la pubblica amministrazione a volte bisogna anche forzare i limiti della legalità. Questo non significa che sia un fanatico dell'illegalità ». Una difesa a tutto campo del sindaco. Con parole molto simili a quelle della Moratti: «Sono orgogliosa di quello che ho fatto e lo rifarei. La riorganizzazione della macchina comunale ha portato efficienza, ci ha fatto risparmiare 94 milioni di euro in due anni che abbiamo potuto utilizzare per abbassare le tasse e per fare investimenti per servizi ai cittadini». Dichiarazioni che seguono di qualche giorno l'esternazione del ministro Antonio Di Pietro, spesso a Milano per seguire l'iter delle grandi opere infrastrutturali lombarde. «Onore alla Moratti per aver messo subito a disposizione della magistratura tutti gli atti — aveva detto l'ex pm —. Di solito si comporta così chi è innocente... ».

 Troppo per Gerardo D'Ambrosio. «Forse Borrelli è stato sensibilizzato dalla musica di Wagner» dice ironicamente. Poi l'affondo. «Se avessimo ragionato così negli anni 90 non ci sarebbe stata Mani Pulite. Tutti coloro che indagavamo dicevano che facevano le cose per migliorare la situazione, ma noi abbiamo scoperto che invece la peggioravano con appalti inutili e vuoti. Il principio di legalità va difeso sempre e comunque». D'Ambrosio non riesce a capacitarsi delle parole dei suoi ex colleghi: «Devo parlarne con loro, devo capire le loro motivazioni ». Come dire: messaggio pericoloso e incomprensibile. Pool contro. In uno dei giorni più importanti per la Moratti alle prese con cinque capi di stato e la prospettiva dell'Expo davanti agli occhi. Le parole di Borrelli sono una boccata d'ossigeno formidabile. Ma lei se lo sentiva: «Speriamo che oggi vada tutto bene». Copione rispettato.

Maurizio Giannattasio
08 dicembre 2007

da corriere.it
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