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Autore Discussione: Umberto Minipoli (da Fb) Un tema di analisi. Ma clinica.  (Letto 5229 volte)
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« inserito:: Dicembre 09, 2018, 06:21:26 pm »

Umberto Minipoli (Fb)

Un tema di analisi. Ma clinica. Il rapporto del Pd con Renzi non è normale. E’ paradossale, schizoide, anomalo. Questo signore è stato fatto ritirare da segretario del Pd. Dopo una sconfitta elettorale, è vero. Ma non era un atto dovuto. Si è, con un ritardo imbarazzante, indetto un congresso. Subito pre-indirizzato: la cancellazione delle idee e della pratica dei 5 anni di Renzi. Compresa l’azione di governo. Su cui occorreva (Zingaretti) “chiedere scusa agli italiani”. Addirittura. Un proposito imbarazzante di suicidio politico, tipico di mentalità ossessionate e contorte, minoritarie geneticamente, che sacrificano all’odio politico gli stessi elementari interessi del proprio partito. Mi sono sempre stupito della forza d’animo di Renzi nel resistere a un tale esagerato ed esasperato risentimento, fuoco amico e voglia di rivincita. Al balletto del “tutto è colpa di Renzi” e dei suoi errori (che spaziano, secondo i suoi colleghi del Pd, dalle cose fatte al suo “carattere” e fino ai suoi “tratti genetici) ha partecipato una schiera nutrita di amici di Renzi: collaboratori, beneficiati, inventati, baciati in fronte. Un caravanserraglio che ha fatto strame di ogni decente dignità. Praticando la virtù italica più diffusa in politica: il salto dal carro. Renzi poteva ribellarsi a questo trattamento. Io l’avrei fatto. Lui è’ stato paziente. Ha mantenuto, ribadito e sempre confermato la scelta del disimpegno dalla lotta di corrente. Poco dignitosa, ha ragione, per un leader che e’ stato capo di un governo, lungo, duraturo, positivo. Che merita, forse, più l’attenzione di uno storico che il giudizio di uno Zingaretti. Ma ai piccoli leader del Pd il ritiro di Renzi dalla prima fila non e’ bastato. Loro lo avvertono come un ingombro che li turba. Non riescono proprio a trovare un loro ubi consistam che prescinda dalla figura di Renzi. Un fantasma che li ossessiona. Patetico. Pur di continuare il processo ( ormai alla semplice esistenza ) a Renzi oggi siamo ad una nuova puntata: l’accusa di aver rottamato pure Minniti. E perché? “vuole fare la scissione, vuole farsi un suo partito”, strepitano. Gli unici che avevano bisogno del ritiro di Minniti erano Zingaretti, Gentiloni, Franceschini, Fassino: i contraenti del patto della “nuova maggioranza” che vuole cancellare il renzismo dal Pd. Invece, al solito, si insinua: “e’ colpa di Renzi”. La scissione? In cuor loro lo sperano, tanto forte e’ l’ansia di liberarsi del fantasma che li ossessiona e di farsi, loro si un partitino, ministerialista, guidato dall’alto e pronto a trattare un qualche rientro (pure subalterno) nella stanza dei bottoni. Sono loro che hanno bisogno di scindersi da Renzi: l’ostacolo. Non basta che Renzi dica due volte al giorno che fare una scissione non e’ il suo progetto. Io gli credo. Per una considerazione semplice: penso sinceramente che Renzi sia più intelligente in politica di un Pietro Grasso. E alla sua età’ farsi un partitino personale credo lo ritenga minimalista. Non saprebbe che farsene di una scissione. Credo che l’ambizione sia tornare al governo. E battere i populisti. E sa che per questo il Pd non basta. E che più’ che fare inutili scissioni dell’atomo (che decade in cose sempre più piccole) occorre, forse, aggiungere cose, allargare il campo, immettere energie. Una cosa cui tutti i capi del Pd dovrebbero pensare. Invece di pensare a Renzi. C’è la prova del nove di una smentita alla malafede dei dirigenti del Pd: se siete preoccupati del ritiro di Minniti cambiate il percorso distruttivo di questo congresso, oggi inutile e dannoso. Fermate le macchine. Ritirate i candidati dall’ Ok Corall. Sfidate tutti, compreso Renzi, ad un patto di unità fino alle elezioni europee. Si elegga (lo dicevo mesi fa) Gentiloni segretario e una guida di garanzia. Dopo le elezioni si programmi il congresso. Intanto si dia vita ad un governo ombra, con i ministri del passato governo (ricordando, magari, ad Orlando che un ministro ombra deve essere alternativo al ministro ufficiale). E intanto aprite la campagna per liste europee larghe, unitarie, anche oltre il simbolo del Pd. Ecco il coraggio che, se sono responsabili, dovrebbero avere. Non lo faranno. Nemmeno Gentiloni che sta sprecando il patrimonio di affidabilità che, grazie a Renzi, si era conquistato.

Da Fb del 7 dicembre 2018
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