I FATTI DEL GIORNO
05 Agosto 2018
Il Sole 24 Ore domenica
LA RELAZIONE DEL GARANTE PMI
«Bonus fiscali più alti per le piccole imprese»
Le proposte in vista della manovra. Firpo: «Studiare quote riservate dei Pir»
In vista della ripresa d’autunno, con la legge di bilancio in arrivo e nuove policy da attuare per le imprese, la relazione annuale del Garante per le micro-Pmi assume un rilievo concreto. Non solo principi, ma un elenco di raccomandazioni. Stefano Firpo, Garante nonché direttore generale del Mise per la politica industriale e la competitività, nel documento trasmesso al presidente del Consiglio raggruppa le proposte in alcune grandi aree: nuove tecnologie, startup e competenze, accesso ai capitali finanziari, economia circolare, internazionalizzazione.
Alcuni numeri fanno capire bene il lavoro impegnativo che c’è da fare. Il livello di produttività della micro impresa italiana è pari ad appena il 41% di quello della grande impresa, mentre è del 43% in Spagna, del 65% in Germania e del 78% in Francia. Il divario in termini di produttività del lavoro - si legge nella relazione - è dunque attribuibile al peso dominante delle micro e piccole in Italia.
L’innovazione è la prima risposta. «La quarta rivoluzione industriale - dice Firpo - impone quattro grandi sfide: rendere sistemico il salto tecnologico già avviato da molte imprese; formare le nuove competenze (e aggiornarle di continuo) in un’era di crescente automazione e collaborazione uomo-macchina; valorizzare l’importanza dei dati come nuovo driver di sviluppo; coniugare innovazione e sostenibilità per traghettare il sistema industriale verso il modello circolare e la decarbonizzazione». Nell’ideale agenda del Garante si parte proprio dagli investimenti 4.0. «Penso a un iperammortamento fiscale più finalizzato a fare innovazione con i dati, a servizi di tutorial per aiutare le Pmi a sventare i cyber attacchi, a voucher per le spese sia in cybersecurity sia in cloud computing e big data. Per dare poi continuità operativa ad altre misure già introdotte dal Mise, sarebbe opportuno rendere strutturale il credito di imposta sulle spese in R&S, semplificandone l’accesso alle micro pmi per le quali si potrebbe calcolare il beneficio sull’intero investimento e non solo sulla componente incrementale». Per alcune misure, il Garante suggerisce intensità maggiori per le “piccole”. «Ad esempio, nel caso del credito di imposta per la formazione, andrebbero previste aliquote agevolative inversamente correlate alle dimensioni aziendali».
Ci sono dei dati incontrovertibili nella relazione trasmessa a Palazzo Chigi. Guardiamo ad esempio l’accesso ai capitali finanziari. Secondo i dati 2016 della Covip, i Fondi pensione italiani hanno investito in azioni e obbligazioni emesse da aziende italiane solo il 3% del loro patrimonio. «Servono soluzioni nuove, come la creazione di una piattaforma pubblica che favorisca aggregazioni tra fondi pensione e casse di previdenza. Ma dobbiamo pensare anche a vincoli di investimento per convogliare le risorse dei Pir (piani individuali di risparmio) verso startup innovative e Pmi non quotate, migliorando la fiscalità di vantaggio per chi investe in queste asset class, e infine sviluppare Fondi di Fondi per potenziare il venture capital e il private debt».
Un capitolo a sé riguarda l’economia circolare. «Bisogna sviluppare la regolamentazione dell’«end of waste» per il passaggio da rifiuti a materie prime seconde - osserva Firpo -. Interventi mirati di politica industriale possono potenziare le filiere e gli impianti di trasformazione, riciclo e riuso dei rifiuti a partire dalla plastica».
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C.Fo.
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