POLITICA
15 Settembre 2018
Il Sole 24 Ore
Le manovre in vista del congresso
Cgil, la carta Landini per la successione a Camusso
Anche Sorrentino e Colla in corsa. Per ora nessuna candidatura presentata
ROMA
In Cgil si è aperta la corsa alla successione di Susanna Camusso che scadrà il prossimo 3 novembre, ma resterà in carica fino al congresso del 22-25 gennaio che si terrà a Bari. Il sindacato è impegnato nelle giornate del lavoro a Lecce (si veda l’articolo a pagina 2) e, formalmente, non è stata ancora presentata alcuna candidatura, ma sono tre i nomi che girano con insistenza: due siedono nella segreteria confederale, Vincenzo Colla (56 anni) e Maurizio Landini (57 anni), dove sedeva anche Serena Sorrentino (40 anni) prima di passare alla guida del sindacato della funzione pubblica. Sorrentino è considerata l’erede naturale di Camusso che più volte, in nome del rinnovamento, ha parlato dell’opportunità di avere un’altra donna alla guida della Cgil. Il passaggio di Sorrentino al vertice della Fp è stato interpretato da molti anche in chiave di una sua futura leadership in Cgil, resa più praticabile dopo l’esperienza al vertice di un’importante categoria.
Il nuovo segretario deve essere votato dall’assemblea generale eletta dal congresso; si punta ad una soluzione unitaria ed è ovvio che Camusso non voglia bruciarsi proponendo nomi con scarse possibilità di successo. Dai colloqui avuti nell’estate, secondo i rumors di Corso d’Italia, non sarebbe emerso quell’ampio sostegno per Sorrentino in grado di assicurarle una successione alla guida della Cgil con una larga maggioranza. Il più quotato sembra essere Vincenzo Colla, già numero uno dell’Emilia Romagna, sostenitore delle posizioni riformiste, appoggiato da importanti categorie (pensionati, trasporti, edili e comunicazioni), oltre che da regioni di peso (a partire dall’Emilia Romagna) e considerato politicamente più vicino alle posizioni del Pd.
In questo nuovo scenario sembra stia prendendo piede una nuova opzione, che vede in ascesa Maurizio Landini, il combattivo ex leader delle tute blu della Fiom. Se dalle nuove consultazioni dovesse essere confermata l’impossibilità di costruire una maggioranza larga intorno a Sorrentino, i candidati diventerebbero due - a meno di clamorose sorprese - e non si può escludere che alla fine Camusso possa provare a verificare se ci sono le condizioni per proporre alla segreteria il nome di Landini come suo successore.
Questa sembra essere la situazione ad oggi, anche se di qui al congresso sono possibili altre candidature. Landini suona indigesto a buona parte della Cgil che non gli ha perdonato il fatto di aver ricoperto a lungo un ruolo di primo piano nell’opposizione interna, la sua battaglia contro la linea sostenuta proprio da Camusso, le posizioni radicali nella vertenza Fiat e il lancio della coalizione sociale, progetto poi fallito. Di contro, c’è chi fa notare che la corsa di Landini è favorita dalla firma del contratto nazionale dei metalmeccanici di ottobre 2016 e dall’essere in grado di dialogare con i grillini e con l’area movimentista, un fronte che va oltre i confini del Pd e di Leu.
Sullo sfondo, Camusso punta alla guida del sindacato mondiale Ituc, potendo contare sull’appoggio di buona parte dei sindacati europei, del Sud America, dell’Asia e del Canada. Mentre la maggioranza dei paesi anglosassoni (Usa, Australia e Gran Bretagna) intende confermare l’attuale numero uno, l’australiana Sharan Burrow; l’elezione è prevista a dicembre. In vista del XVII congresso l’opposizione interna non sembra impensierire Camusso. A Bari verrà presentato il documento “il lavoro è” da un fronte ampiamente maggioritario, mentre un documento alternativo (“Riconquistiamo tutto”) è proposto da Eliana Como della Fiom di Bergamo.
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Giorgio Pogliotti
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