LA-U dell'OLIVO
Novembre 27, 2024, 10:08:23 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Franco Monaco Deputato Pd - Pd tra Aventino e confronto con M5S  (Letto 1911 volte)
Arlecchino
Global Moderator
Hero Member
*****
Scollegato Scollegato

Messaggi: 7.763


Mostra profilo
« inserito:: Marzo 12, 2018, 04:18:54 pm »

Pd tra Aventino e confronto con M5S

 09/03/2018 11:52 CET | Aggiornato 11 ore fa

Franco Monaco Deputato Pd

Chi mi conosce sa che di tutto posso essere sospettato meno che di indulgenza verso il corso renziano. Semmai il contrario. Da gran tempo mi sono sgolato a denunciare che Matteo Renzi avrebbe snaturato il Pd pensato nel solco dell'Ulivo.

Di più: che egli lo avrebbe portato alla rovina. Dal motto "uniti per unire" (l'unità del centrosinistra a servizio dell'unità del Paese) dell'Ulivo al "miracolo negativo" di Renzi, cui è riuscito di dividere il Pd, il centrosinistra, il Paese. Persino sul fronte più delicato e sensibile: la Costituzione.

Ora, dopo la disfatta, ancorché con clamoroso e colpevole ritardo, a dio piacendo, dentro il Pd, monta la convinzione che ci si debba sollecitamente liberare di Renzi e della sua cerchia di amici che hanno preso in ostaggio il Pd ma che, incredibilmente, si ostinano a resistere.

Tuttavia ho come l'impressione che tale giusta "ossessione" conduca i suoi oppositori interni a non ragionare a freddo e soprattutto finisca per fare cortocircuito con il contributo che il Pd può e deve dare per la soluzione dell'impasse politico-istituzionale.

Mi spiego: chiarissimamente Renzi spaccia per coerenza l'arroccamento, quasi il boicottaggio a quale che sia soluzione (e di riflesso, certo, non aiuta il compito di Mattarella), nella consapevolezza che, allo stato, questa è la posizione più facile per elettori e militanti di un partito ferito e prostrato.

E i suoi avversari interni non osano sfidarlo sul punto. Di qui il profluvio di dichiarazioni solenni a smentire l'intenzione di soccorrere i vincitori grillini, facendo un governo con loro, dopo che, per anni, tra Pd e M5S sono volate parole grosse. Posso sbagliare, ma leggo quella rincorsa affannosa dei non (o non più) renziani come subalternità.

Convengo: sarebbe sbagliato consegnarsi a un governo 5 stelle-Pd. Ma questo comporta forse che ci si rifiuti pregiudizialmente a ogni confronto? Senza sconti e senza pregiudizi, e certo dall'esito non scritto. È coerente per un partito che ha sempre proclamato senso delle istituzioni, cultura di governo, gramsciana funzione nazionale?

Capisco: i suoi competitor non vogliono fornire a Renzi il vantaggio competitivo di un posizionamento più facile e popolare, ancorché palesemente motivato dal suo proposito, per nulla virtuoso, di non farsi da parte, di asserragliarsi nel suo fortino.

Eppure si dovrebbero distinguere tre diverse questioni: quella dell'inequivoco dimissionamento di un leader che ha portato il Pd a una disfatta strategica; quella di un'opera ricostruttiva e persino rifondativa di identità, cultura e missione del Pd, inesorabilmente di lunga lena, e quella, contingente, di non sottrarsi alla responsabilità di concorre alla soluzione della crisi politico-istituzionale apertasi dopo il voto.

In concreto: non negandosi al confronto con le altre forze politiche, non cedendo, per esempio, alla tentazione astensionistica nella elezione dei vertici delle Camere. Non si è polemizzato per anni con una destra spesso sorda al principio che le istituzioni sono di tutti, maggioranza e opposizioni? Non si è opposto ai 5 stelle che si dovessero scongelare, abbandonando la propria presuntuosa e comoda "differenza/alterità"?

Difficile costringere Renzi a farsi da parte sposando la sua linea del boicottaggio istituzionale e della equidistanza/equivalenza di M5S e Salvini. Non fosse altro per due ragioni: molti elettori ex Pd sono migrati verso i 5 stelle e, mentre ci è chiaro il profilo ideologico-politico della destra lepenista nostrana, quello dei 5 stelle è ancora tutto da definire.

Ora finalmente essi sono costretti a declinarlo, oltre la facile rendita di posizione del "partito pigliatutto". Possiamo essere indifferenti alla piega che prenderà il processo evolutivo di un partito votato da un terzo degli italiani?

Da - http://www.huffingtonpost.it/franco-monaco/pd-tra-aventino-e-confronto-con-m5s_a_23381344/?utm_hp_ref=it-homepage
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!