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Autore Discussione: Il governo colombiano trova e pubblica i manoscritti di Tanja, laureata...  (Letto 2295 volte)
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« inserito:: Novembre 26, 2007, 06:49:21 pm »

La giovane svela il suo disincanto per la lotta armata. e ora sarebbe di fatto prigioniera

I diari della guerrigliera olandese

Il governo colombiano trova e pubblica i manoscritti di Tanja, laureata di Groningen, ora militante nelle Farc

BOGOTA' (COLOMBIA) - Potrebbero intitolarsi "I diari di una guerrigliera disillusa" e sono i manoscritti di Tanja Nijmeijer, un'ex studentessa olandese che dal 2002 ha abbracciato la causa dei terroristi colombiani delle Farc.

In questi diari che sono stati ritrovati lo scorso giugno dalle truppe governative in un ex quartiere generale del gruppo rivoluzionario marxista-leninista, la ventinovenne di Groningen, nome di battaglia “Eillen”, narra la sua stanchezza e il suo disincanto per la lotta armata e il desiderio di tornare alla vita precedente.


PUBBLICAZIONE - Il governo di Bogotà ha deciso di pubblicare alcuni estratti di questi manoscritti per evidenziare il carattere "sessista, brutale e ipocrita" dei capi delle Farc e far notare al pubblico internazionale quanto la vita quotidiana dei terroristi sia lontana dalla mistica romantica della guerriglia armata. Ma al di là della propaganda politica, la prima cosa che salta agli occhi è la triste storia della Nijmeijer: diligente studentessa universitaria, idealista convinta, pronta a lottare contro ingiustizia e povertà, si laurea in filologia spagnola nel 2001 all'Università di Groningen proprio con una tesi sulla guerriglia delle Farc. L'anno successivo partecipa a una missione-studio in Colombia e conosce la povertà che attanaglia la popolazione sudamericana. Entra in contatto con un gruppo delle Farc e abbraccia la causa dei guerriglieri. Ma ben presto scopre i limiti e le ingiustizie perpetrate da chi si dichiara pronto a sacrificarsi per un mondo migliore


STANCHEZZA E DESIDERIO DI CASA - «Sono stanca della guerriglia, stanca delle persone e della vita in comunità» recita un passo dei diari che sono stati scritti dalla Nijmeijer in spagnolo, inglese e olandese. «Stanca di non poter pensare a me stessa. Almeno sapessimo per che cosa stiamo lottando. La verità è che io non ci credo più». In altre pagine dei manoscritti emerge la consapevolezza dell'inutilità della lotta armata: «Non so dove questo progetto ci porterà» scriveva così la guerrigliera disillusa lo scorso aprile. «E anche se riuscissimo a prendere il potere cosa succederà? Probabilmente le fidanzate dei capi avranno in dono una Ferrari Testa rossa, si rifaranno il seno e mangeranno caviale. Andrà così». Spesso affiorano i dubbi: «A volte mi sveglio piangendo e con la medesima domanda: sarei stata più felice restando in Olanda, insegnando, traducendo e lavorando per l'Università, sposata e con dei figli?»


TRAFFICO DI COCAINA - Alla fine dai manoscritti appare chiaro che l'organizzazione terrorista più che all'ideologia marxista è legata al traffico di cocaina che arricchisce a dismisura i capi ribelli. Inoltre il potere di quest'ultimi è aumentato dalle continue estorsioni e dai rapimenti politici. «In alcuni circoli europei, c'è ancora chi vede i guerriglieri come dei Robin Hood o dei Che Guevara, che combattono i cattivi per il bene dei poveri» taglia corto il ministro della difesa colombiano Juan Manuel Santos. «Purtroppo la Nijmeijer è caduta in questa trappola». Adesso che il suo nome e gli estratti dei suoi diari stanno facendo il giro del mondo la situazione dell'ex studentessa di Groninger potrebbe farsi più difficile e c’è chi teme per la sua vita. In una recente intervista Raul Reyes, portavoce dei ribelli delle Farc ha affermato che l'idea che la Nijmeijer sia diventata una sorta di prigioniero è falsa e che se lo volesse, potrebbe tranquillamente tornarsene in patria. I genitori della ragazza non ci credono e smentiscono le dichiarazioni di Reyes con un passo dei suoi diari: «Voglio lasciare questa unità» scriveva l'olandese lo scorso novembre. «Ma adesso sono come una prigioniera. Che cosa posso fare?»

Francesco Tortora
26 novembre 2007

da corriere.it
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