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« inserito:: Novembre 16, 2017, 08:58:27 pm »

Berlusconi torna alle origini: nel verde di Milano 4 il nuovo sogno del mattone
Il Cavaliere ridiventa costruttore e lancia nel comune di Basiglio un progetto gemello a quelli che lo hanno fatto diventare famoso.
Un investimento da 200 milioni per un quartiere modello, ricco di parchi e aree sportive

Di ETTORE LIVINI
13 Novembre 2017

Il primo amore non si scorda mai. E Silvio Berlusconi - orfano del Milan, incandidabile alle elezioni, con le tv assediate dai francesi - prova a ripartire da dove era iniziato tutto: il mattone. L'offensiva immobiliarista dell'ex-Cav viaggia per ora un po' sottotraccia, ma la direzione è chiara: il cartello "Vendesi" è stata tolto dal portone di buona parte di case e ville di famiglia. Non solo. Il patrimonio di appartamenti e uffici di Arcore è stato arricchito con qualche nuova acquisizione mirata. E ruspe e gru con l'inconfondibile marchio del Biscione sono pronte a rimettersi in marcia per costruire il nuovo sogno di Milano 4 - una speculazione da 200 milioni a Basiglio "benedetta" dalla Regione Lombardia di Roberto Maroni - e per tornare a edificare villette, un altro dejà vu, in terra di Brianza.

Il ritorno alle origini del Berlusconi "palazzinaro" ha due spiegazioni: la prima e che nel settore, salvo qualche piccolo passaggio a vuoto, il leader di Forza Italia ha sempre dimostrato un certo fiuto. La prima pietra del suo impero imprenditoriale l'ha posata con l'Edilnord negli anni '70 a Segrate, costruendo dal nulla Milano 2. La tv via cavo nata tra quei condomini (allora si chiamava Tele Milano 58) è stata l'incubatore da cui è nato Canale 5 e da cui è partita la rivoluzione dell'etere che ha cambiato l'industria - e la politica - italiana. Facendo di Silvio il 199esimo uomo più ricco del pianeta con un patrimonio di 4 miliardi.

La seconda ragione del revival immobiliare è l'austerity imposta da Marina a Fininvest. La primogenita del premier - stanca di usare i pochi utili spremuti da Mediaset, Mediolanum e Mondadori per finanziare il Milan, gli aerei privati, i golf, le sale cinematografiche e gli altri sfizi di papà - ha messo a dieta il Biscione.

Imponendo la cessione dei rossoneri, dello yacht da 48 metri Morning Glory e di un paio di jet e traghettando il business del mattone dall'era sfarzosa (e in profondo rosso) delle ville principesche da mille e una notte al "vecchio amore" dei condomini e dei quartieri residenziali, il core-business su cui Arcore ha costruito le sue fortune. Il patrimonio di partenza, ovviamente, è di tutto rispetto. Quantificare il valore delle proprietà immobiliari dell'ex-premier non è facile, anche perché appartamenti, box, stalle, boschi e palazzi sono seminati in ordine sparso in varie società a tutti i livelli della catena societaria del Biscione. Solo la sfarzosa Villa Certosa in Sardegna però - custodita in portafoglio direttamente da Silvio tramite l'Immobiliare Idra - vale circa 450 milioni, vulcano e parco dei cactus compresi. O perlomeno a questo prezzo è stata messa sul mercato (e poi tolta). Fininvest gestione servizi, la cassaforte immobiliare di via Paleocapa, valuta i suoi beni 134 milioni.

Ma si tratta di una stima di molto sottovalutata visto che nel lungo elenco di proprietà della società ci sono Villa Gernetto a Lesmo -35 ettari di bosco e 20mila metri quadrati di saloni e camere di lusso arredati con statue del Canova destinati a diventare sede della mai nata Università del pensiero liberale -90 vani in pieno centro a Milano tra Via Santa Radegonda e via Agnello, campi e fattorie nel livornese e diversi appartamenti a Roma. Un portafoglio a cinque stelle al quale nel tempo si sono aggiunte le proprietà sui laghi lombardi, Villa San Martino, 134 vani in Costa Smeralda e altre residenze in Costa Turchese, case qua e là per la Brianza e in area "Olgettine", Villa Giambelli a Rogoredo - indirizzo ufficiale della "first lady" Francesca Pascale - e diversi cinema tra Milano e Roma. Valore totale, dicono gli immobiliaristi, non troppo lontano da un miliardo di euro. Questo tesoretto - visto con gli occhi della spending review di Marina - ha un difetto di fondo: è una fonte di costo e non di profitto. Gli affitti non rendono abbastanza. Villa Gernetto, dopo un tentativo di vendita, è stata messa a reddito affittandola per eventi, ultimo in ordine di tempo la festa di Swarosky con Andrea Boccelli, Naomi Campbell e Boy George. Ma per ora viaggia ancora in rosso.

Da qualche tempo è scattata così la fase numero tre dell'epopea immobiliare di Arcore con una parola d'ordine chiara: il ritorno all'antico. Ovvero alla costruzione da zero di edifici residenziali. Valorizzando i terreni (magari con un aiutino della politica, come successo a Basiglio), edificando i palazzi e poi vendendoli senza tenersi in tasca proprietà e rischio. Le compravendite su beni esistenti, a giudicare dalle ultime effettuate, valgono solo per buone cause. Un esempio? La casa ad Albano Laziale comprata per Mariano Apicella, il musicista delle "cene eleganti" ad Arcore, testimone del processo Ruby ter. Oppure l'acquisto di un appartamento in via delle Zoccolette a Roma, due passi da Campo dei Fiori. Il venditore in questo caso è Carlo Maria Berruti, ex-uomo Edilnord e consulente Fininvest, deputato di Forza Italia coinvolto (e uscito) da alcune delle traversie giudiziarie del suo datori di lavoro.

A muovere per prima gru e ruspe con obiettivi ambiziosi è in questo momento proprio la Fininvest: la cassaforte di Silvio Berlusconi ha rilevato nel 2016 per 14,5 milioni il 49% della Immobiliare Leonardo dal fratello Paolo. Dentro questa scatola societaria ci sono 200mila metri quadrati di terreni ai margini di Basiglio (che grazie a Milano 3 - altro piccolo orgoglio di famiglia - è oggi il Comune più ricco d'Italia) e le autorizzazioni alla costruzione di una decina di palazzi destinati a ospitare 1.200 persone. La giunta "verde" di Basiglio ha provato a mettersi di traverso. Ma le leggi regionali - e l'ok della precedente amministrazione di centrodestra - hanno spianato la strada al Biscione. Maroni, di fronte alle resistenze del municipio, ha nominato un commissario ad acta per dirimere le questioni. E in due mesi, con una celerità inattesa, è stata firmata la convenzione che darà a breve il via ai lavori. Le proteste dei cittadini e degli esponenti del Parco sud, una delle poche aree verdi attorno a Milano, sono servite a poco. Anzi, in queste settimane l'Immobiliare Leonardo starebbe spingendo per ottenere l'ok a un collegamento stradale con la statale dei Giovi, tagliando in mezzo ad altre aree verdi.

L'altro blitz del nuovo Berlusconi in versione palazzinaro è iniziato a Merate in Brianza dove l'archistar Mario Botta ha operato un intervento su Cascina Vedu che ha colpito l'ex-Cav. A fargli da spalla imprenditoriale però è in questo caso Ivo Maria Redaelli, immobiliarista, vecchio sodale di Silvio cui ha dato una mano a trovare un tetto alle "Olgettine" e che ha disinnescato molte delle loro potenziali accuse in occasione del processo Ruby-ter a Milano, dove ha deposto come testimone. I due hanno avviato assieme Brianzadue, partecipata al 40% da una holding personale dell'ex-premier. Sotto il cappello di questa nuova realtà sono già stati sistemati terreni per un valore di circa 3 milioni proprio a Cascina Vedu. Ma sarebbe solo l'inizio in vista di operazioni edilizie più importanti da sviluppare in zona. "Sto meditando di tornare al mio primo amore, cioè al settore immobiliare, alle costruzioni e alle ristrutturazioni - ha detto Berlusconi durante una visita nei cantieri, confermando l'ennesima svolta imprenditoriale - . Mi ha contagiato il mio amico Redaelli che sta realizzando alcuni palazzi in zona". E cui erano rimaste sul groppone - dicono le malelingue in zona - alcune proprietà invendute.

© Riproduzione riservata13 Novembre 2017

Da - http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2017/11/13/news/berlusconi_torna_alle_origini_nel_verde_di_milano_4_il_nuovo_sogno_del_mattone-180952038/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P10-S1.6-T1
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