A Parma la vittoria di don Camillo. “Fuorilegge il partito comunista”
Il Comune di Soragna: la legge Fiano non solo contro il fascismoPubblicato il 02/10/2017 - Ultima modifica il 02/10/2017 alle ore 08:45
Alberto Mattioli
Inviato a Soragna (Parma)
Il grosso del lavoro l’hanno già fatto Reagan e Wojtyla, ma adesso il colpo di grazia al comunismo lo dà il Comune di Soragna, 5 mila abitanti in provincia di Parma. Martedì scorso, il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza stretta ma non risicata, sei a quattro, un ordine del giorno che mette al bando l’ideologia comunista. «Vasto programma», come disse il General De Gaulle a un ammiratore che gli proponeva di decretare «la mort aux cons», la morte ai c..., ma a Soragna hanno già deciso i prossimi passi. La mozione impegna infatti il sindaco «ad avanzare presso il Governo la richiesta» di estendere ai nostalgici del comunismo le sanzioni della legge Fiano che punisce quelli del fascismo. La mozione è leghista, della tosta capogruppo Maria Pia Piroli. E, finezza ulteriore, non vuol mettere fuori legge il comunismo, ma proprio «il partito comunista», che in effetti non c’è più, ma non si sa mai.
«Un po’ strampalata, in effetti», chiosa il sindaco, che si chiama Salvatore Iaconi Farina, un ex maresciallo dei carabinieri molto stimato alla testa di una giunta di centrodestra di cui però non fanno parte né la Lega né FdI. Strampalata, ma lei l’ha votata, sindaco... «L’ho votata a titolo personale. Non credo che avrà degli effetti pratici», e su questo possiamo essere tutti d’accordo, «ma mi piace perché critica la legge Fiano che contesto aspramente. E non perché io abbia chissà quali nostalgie, per carità, ma perché sono contrario a limitare la libertà d’espressione».
Fatto sta che il voto ha scatenato un putiferio. «Quelli di destra esultano, quelli di sinistra sono molto critici», constata il sindaco, che peraltro fa sapere di aver ricevuto «circa quattrocento messaggi a favore e pochissimi contro». La sua Giunta si è spaccata perché fra gli assessori c’è chi si è astenuto e chi ha votato contro. La «Gazzetta di Parma» ha dedicato alla questione diverse cronache e, ieri, un saggio editoriale dove si fa notare che siamo pur sempre nelle zone di Guareschi e Peppone non avrebbe affatto gradito (e sotto sotto, nemmeno don Camillo, forse).
Di più: il «caso Soragna» è approdato anche in Parlamento, con un’interpellanza di due deputati piddini, Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini. Il Pd locale non l’ha presa bene. Anche alla capogruppo di Soragna, Silvia Paroni, la legge Fiano non piace (come al solito, nel partito non sono d’accordo nemmeno su quello che fanno loro), ma la mozione «oltraggia il ricordo di quanti sono morti per liberarci dal nazifascismo».
«I soliti tromboni», se la ride la leghista Piroli, ancora «sorpresa» che la sua mozione sia passata. «Naturalmente, a sinistra non hanno capito che la mia è una provocazione: come al solito, si prendono troppo sul serio. E subito hanno tirato fuori il Nazifascismo, la Resistenza e i Padri Costituenti, tutto in maiuscole. Guardano sempre e solo indietro, mai avanti». D’accordo, ma che c’entra il Governo? Le leggi, in Italia, le fa il Parlamento. «Vero, abbiamo sbagliato. E’ che la mozione me l’ha fatta avere il partito, e io l’ho presentata pari pari...».
Insomma, mai la vita politica di Soragna è stata così tumultuosa. «Ma il nostro è un bellissimo paese, con un magnifico castello, si mangia benissimo ed è pure comodo da raggiungere dall’autostrada. Scriva questo, piuttosto», si raccomanda il sindaco. Tutto vero. In più, d’ora in avanti a Soragna non si correrà più nemmeno il rischio di imbattersi in qualche comunista...
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