Siria, a mezzanotte scatta il cessate il fuoco generale
Il Cremlino conferma l’accordo Russia-Turchia per arrivare alla pace
Pubblicato il 29/12/2016
Ultima modifica il 29/12/2016 alle ore 16:15
Giordano Stabile
Come anticipato ieri a mezzanotte scatterà “il cessate il fuoco totale in tutti i territori della Repubblica Araba Siriana”. L’annuncio arriva dal Comando della Forze armate di Damasco. La principale alleanza di opposizione, il Consiglio Nazionale Siriano, con sede a Istanbul, ha espresso il suo “sostegno per l’accordo, ed esorta tutte le parti a rispettarlo”, come ha proclamato il portavoce Ahmed Ramadan. Altri cartelli dell’opposizione, però, come quello che fa riferimento all’Arabia saudita, non si sono ancora espressi.
Parziale ritiro russo
La conferma dell’accordo è arrivata questa mattina dal presidente russo Vladimir Putin. Il leader del Cremlino ha detto che sono stati firmati tre accordi: cessate-il-fuoco, misure “di monitoraggio” della tregua, inizio dei negoziati per una pace generale. Putin anche accennato a una possibile “riduzione” delle forze russe presenti in Siria, stimate in 8-10 mila uomini. Una prima riduzione era stata annunciata lo scorso marzo, ma era seguita una nuova escalation che aveva portato alla battaglia decisiva di Aleppo.
Terroristi e no
Al Consiglio fanno riferimento i gruppi combattenti dell’Esercito libero siriano, o Jaysh al-Khour, conosciuto con l’acronimo inglese di Fsa. L’Fsa è schierato con la Turchia nel Nord della Siria, contro l’Isis ma anche i guerriglieri curdi dello Ypg. Ankara ha imposto che venissero esclusi dalla tregua. L’accordo prevede che oltre all’Isis anche “Jabhat al-Nusra e i gruppi a essa legati” vengano esclusi dal cessate-il-fuoco. Si tratta di formazioni jihadiste vicine ad Al-Qaeda, una miriade di gruppuscoli che hanno fatto di Idlib, nel Nord-Ovest, la loro roccaforte. Qui si concentrerà la prossima offensiva del regime.
Egitto “garante” dell’accordo
Il piano del Cremlino, secondo media vicini a Damasco come Al-Masdar, è di sostituire le truppe russe - e parte delle milizie sciiti libanesi, irachene, afghane che appoggiano il presidente siriano Bashar al-Assad - con un contingente arabo-sunnita formato da militari egiziani e alleati con funzioni di peace-keeping nelle aree a stragrande maggioranza sunnita. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha invitato stamane l’Egitto ai colloqui di pace di Astana “come garante”.
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