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Autore Discussione: Manovra, il governo accelera: mercoledì il voto di fiducia al Senato  (Letto 2165 volte)
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« inserito:: Dicembre 08, 2016, 06:02:45 pm »

Renzi: governo istituzionale e voto
Manovra, il governo accelera: mercoledì il voto di fiducia al Senato
Ma le opposizioni: «Via le marchette»
Il Pd punta ad archiviare velocemente la legge di Bilancio per consentire a Renzi di «scongelare» le dimissioni.
Lega, FI e M5S: se restano le mance elettorali non votiamo

Di ALESSANDRO SALA


Le indiscrezioni si sono rincorse per tutta la giornata. Alla fine di un martedì convulso per la politica italiana l’ultima ipotesi che è emersa è la seguente.
Secondo quanto apprende il Corriere, Renzi starebbe lavorando all’apertura a un governo di responsabilità nazionale che coinvolga tutti i partiti, che faccia la legge elettorale in breve tempo e porti gli italiani al voto a primavera. Ovviamente le incertezze sono legate ai vari attori in gioco in una partita che è molto complessa anche in relazione ai tempi di realizzazione. Soprattutto nella misura in cui sembra difficile coinvolgere in questo progetto sia la Lega di Salvini che i Cinque Stelle. Mercoledì è prevista l’assemblea del Pd alle 17.30 che si preannuncia piuttosto complicata e che dovrà decidere, tra le varie cose, anche su questo.
Il presidente Mattarella in giornata ha chiesto al premier Renzi di «congelare» per qualche giorno le proprie dimissioni per condurre in porto la manovra economica ed evitare l’esercizio provvisorio di bilancio. E il Pd, nonostante le proteste delle opposizioni, intende portare a termine il compito il più velocemente possibile. Senza riaprire il testo. E ponendo la questione di fiducia. L’obiettivo dell’esecutivo è di arrivare al voto in aula entro mercoledì sera. Le dichiarazioni di voto cominceranno alle 12 e la prima chiama è prevista alle 14,30. La decisione è stata presa dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che si è conclusa dopo circa un’ora e mezzo di dibattito. Il voto sul calendario è avvenuto a maggioranza e quindi dovrà essere confermato in Aula. Al momento resta convocata per mercoledì pomeriggio anche la direzione nazionale del Pd, che dovrà fare il punto politico sugli effetti della vittoria dei no.

Il blocco delle opposizioni
Ma le opposizioni si mettono di traverso. «Non ci sono le basi per l’approvazione rapida della legge di bilancio al Senato a meno che il governo non elimini immediatamente tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica - annunciano i capigruppo della Lega Nord, Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio -. Non vogliamo prolungare l’agonia per ripagare gli endorsement ricevuti da Renzi in campagna elettorale». Stessa posizione per il M5S. In mattinata la linea l’aveva data il senatore Vito Crimi: «Se la legge di Bilancio dovesse essere blindata e il governo non dovesse consentire nessuna modifica mettendo la fiducia, prima scongeliamo questo governo e se ne va a casa, meglio è. Scongeliamo il più presto possibile Renzi». Anche i capigruppo di Forza Italia, Paolo Romani e Renato Brunetta, avevano ieri messo le mani avanti condizionando qualunque apertura sulla manovra presuppone «che vengano stralciate tutte quelle parti che riguardano piccoli e grandi finanziamenti di mero sapore elettorale che oggi compongono il testo della legge». «Non si era mai visto - ha commentato Tito di Maggio del gruppo Conservatori e Riformisti - che un governo dimissionario chiedesse la fiducia.».

«Al voto subito» (e chi dice no)
Il via libera alla manovra permetterà a Renzi di rendere effettiva la remissione del proprio mandato nelle mani del Capo dello Stato, decisa dopo il flop del referendum confermativo della riforma costituzionale. E a quel punto si apriranno la procedura istituzionale in capo al Quirinale, ovvero le consultazioni alla ricerca di una possibile soluzione parlamentare, come previsto dalla Costituzione; e i giochi politici nelle segreterie di partito. Il segretario del Pd ha tutto l’interesse ad accelerare il ritorno alle urne, per evitare un logoramento eccessivo ad opera della minoranza interna e per non dare modo agli avversari di organizzarsi. Ma resta il nodo della legge elettorale per il Senato, al momento mancante. In assenza di un testo specifico il rischio è di votare alla Camera con l’Italicum e al Senato con il Consultellum, ossia un proporzionale di risulta fatto dai rimasugli del vecchio Porcellum depurato dalle parti che la Consulta aveva giudicato incostituzionali. Nel centrodestra premono per andare al voto Fratelli d’Italia e Lega, disponibili ad accettare qualunque sistema di voto pur di andare al più presto alle urne. Non ha invece fretta Silvio Berlusconi che vorrebbe più tempo per riorganizzare le fila di Forza Italia e impedire a Salvini di esercitare la leadership della coalizione. Pronto al voto il M5S: il partito di Grillo suggerisce di introdurre una piccola modifica all’Italicum affinché possa essere utilizzato, su base regionale, anche per l’elezione dei senatori. «Prima si vota meglio è. Il Pd che ne pensa? La voce del suo segretario conta ancora qualcosa? Basta chiacchiere e battute. Siate chiari davanti agli italiani. Aspettiamo una rispostai» scrive sul suo blog e su Twitter Beppe Grillo.

6 dicembre 2016 (modifica il 6 dicembre 2016 | 19:47)
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Da -  http://www.corriere.it/referendum-costituzionale-2016/notizie/manovra-testo-chiuso-scontro-pd-m5s-lega-600add96-bbaa-11e6-a857-3c2e3af6f0b6.shtml
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