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Autore Discussione: Giuseppe Salvaggiulo. L’ex sindaco: “Io come Alemanno? Nega l’evidenza”.  (Letto 2084 volte)
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« inserito:: Ottobre 08, 2016, 04:52:46 pm »

Marino: “Cantone sconcertante. Sugli appalti a Roma disonestà intellettuale”
L’ex sindaco: “Io come Alemanno? Nega l’evidenza”.
Nel libro rivelazioni su Orfini, “caso da psichiatria”

17/03/2016
Giuseppe Salvaggiulo

«Sono offeso e sconcertato dalle dichiarazioni di Cantone sugli appalti del Comune di Roma. Dire che c’è stata continuità tra la giunta Alemanno e la mia è un giudizio politico gravemente infondato, non un’analisi basata su fatti e numeri». Ignazio Marino s’è dato due obiettivi, a quasi cinque mesi dal giorno in cui «il Pd mi ha cacciato dal Campidoglio»: difendere quell’esperienza da sindaco di Roma e valutare la possibilità e l’opportunità di un nuovo impegno politico. 

Per confutare la tesi di Cantone e dimostrare la «totale discontinuità» col precedente sistema politico-affaristico-consociativo che ha prodotto Mafia Capitale, Marino legge «fatti e numeri» da uno dei suoi celebri quaderni, sui quali durante i 28 mesi da sindaco appuntava tutto - incontri, discorsi, persino fisiognomica degli interlocutori - e dai quali ha tratto il materiale del libro «Un marziano a Roma», che uscirà a fine mese per Feltrinelli.

Le contestazioni
«I fatti - prosegue - sono che io avevo ereditato una mela avvelenata. Il Comune era stato lasciato senza bilancio, anche per questo non potevo fare le gare d’appalto e un raffinato magistrato come Cantone dovrebbe riconoscerlo, a meno di peccare di disonestà intellettuale. Sanata quella situazione, ho varato una riforma degli appalti. E anche questo Cantone lo sa bene, perché l’aveva esaminata preventivamente e giudicata molto positiva. Inoltre fui io a chiedergli di monitorare tutti gli appalti. Se non è totale discontinuità questa, cosa lo è?». 

Poi i numeri. 
«Con l’assessore alla legalità Alfonso Sabella avevamo ridotto gli appalti a trattativa privata per somma urgenza da 100 milioni a 3. Il 97% in meno: le sottrazioni si imparano in prima elementare, no? Un altro numero fondamentale: l’Atac, l’azienda di trasporti urbani, assegnava gran parte degli appalti in proroga. Noi dal luglio 2013 abbiamo fatto 5327 gare, il 95% delle quali pubblicate online realizzando un risparmio di oltre 500 milioni di denaro pubblico negli appalti. Una rivoluzione».

La tela a sinistra
Nelle ultime settimane, Marino ha intensificato i colloqui politici. Ha ripetutamente incontrato Massimo D’Alema, che dieci anni fa l’aveva «scoperto» alla fondazione ItalianiEuropei e portato in Parlamento. L’ex premier di fronte alle perplessità sulla strategia elettorale l’ha incalzato a modo suo: «Ignazio, io non ho ancora capito che cosa vuoi fare. Io, che sono Massimo D’Alema. Figurati gli altri...».

Martedì, di ritorno dagli Stati Uniti, Marino ha visto Stefano Fassina, leader di Sinistra Italiana, con cui sta ragionando su quale sia il nome migliore per sfidare da sinistra il candidato renziano Roberto Giachetti. Marino è tentato dalla suggestione di una resa dei conti elettorale con il Pd, cui non perdonerà mai la «pugnalata» in Campidoglio al culmine di un’ostilità conclamata sia personale sia politica, su tutti i dossier e giocando di sponda con la peggiore destra romana. Percepisce nell’opinione pubblica di sinistra simpatia e consenso, ma non si nasconde i rischi di un’avventura elettorale che potrebbe rivelarsi minoritaria e settaria, con connotazioni ideologiche che non gli appartengono.

I pericoli
C’è un’ulteriore preoccupazione: una nuova campagna denigratoria. La relazione dell’Anticorruzione va letta in questa chiave? Dice Marino: «Cantone racconta una storia senza inizio, è come vedere solo l’ultima pagina della cartella clinica di un paziente in rianimazione. Non sono un dietrologo e mi rifiuto di credere che la relazione arrivi adesso per ragioni politiche. Certo Cantone o è uno smemorato o dovrebbe rivolgersi all’Accademia della Crusca per ripassare la differenza tra continuità e discontinuità».

Significative anche le reazioni politiche alla relazione di Cantone. Gli attacchi del Pd erano prevedibili. Del resto Marino ha definitivamente rotto con il partito di cui era stato fondatore e che nel momento più difficile in Campidoglio gli prospettava una fuga clandestina con il primo aereo da Fiumicino, seguita da lungo e ignominioso esilio americano. E su quei dirigenti cui imputa il suo «accoltellamento», nel libro non risparmia rivelazioni imbarazzanti, giudizi impietosi e descrizioni feroci.
 
Galleria renziana
È un affresco di speranze e lacrime e infamie, tra capibastone famelici, collezionisti di poltrone, palazzinari intrallazzati, rampanti deputate, fedelissimi delatori, assessori sgrammaticati, con la bava alla bocca (non in senso figurato) e mandati da Palazzo Chigi in funzione di «guastatori». Su tutti, all’ombra del «mandante Renzi» (il cui ruolo nella «cacciata» di Marino rimbalza sui dossier edilizi connessi alla candidatura olimpica), il «commissario politico» Matteo Orfini che convocò «illegittimamente» gli assessori nella sede del partito per scaricare il sindaco prima di ordinare le dimissioni di massa dal notaio. E che oggi Marino, richiesto di un giudizio retrospettivo, paragona a un boia pallido e inespressivo liquidandolo così: «Sono un chirurgo, non uno psichiatra».

 
Ma anche a sinistra del Pd, tra quelli che dovrebbero sostenerlo per la rivincita, pochi si sono pronunciati in difesa di Marino. Del resto nei giorni della caduta il comportamento di Sel fu molto ambiguo e lo stesso Vendola viene relegato nel girone dei «traditori».

Diverso nella forma, ma non meno pesante, fu il voltafaccia di Virginia Raggi, allora consigliere comunale e oggi candidata sindaco del M5S, favorita nei sondaggi. Marino non si spiega perché i grillini, inizialmente collaborativi, improvvisamente cambiarono rotta facendosi trascinare in una campagna sguaiata contro di lui.

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Da - http://www.lastampa.it/2016/03/17/italia/cronache/marino-cantone-sconcertante-sugli-appalti-a-roma-disonest-intellettuale-vZfuO77J7szJxLsrMMoweN/pagina.html
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